Ru486, serve ai Medici per "scaricarsi" la coscienza??

Terminate le elezioni, eccoci al dopo…

riporto in toto un articolo trovato su internet che mi ha “fatto” male.

Non sono contro all’aborto, anzi favorevolissima, credo sia libera decisione di ogni donna… ma questa pillola a parer mio è un modo per permettere ai medici, obiettori di coscienza di “lavarsene” le mani sulla pelle delle pazienti… e un mezzo per non aiutare la donna, in questa decisione di per se veramente pesante e molto sofferta sempre.

Inutile, le varie parole al vento: dovevi stare attenta, ecc. Chi subisce violenza deve subire un figlio non suo??  Chi non se la sente di portare avanti una gravidanza, di solito non ha futili motivazioni, ma si porta sulle spalle un “fardello” di dolore, vessazioni e magari violenza gratuita. Quindi non additiamo la donna, ma cerchiamo di darLe un aiuto fattivo in questo momento…

Certo che questa pillola, credo sia stata la “creazione” peggiore che l’uomo potesse mai creare!

Meno dannosa, era la pillola del giorno dopo, come meno dannoso un “aborto chirurgico terapeutico”.

Mi sto domandando se questa liberalizzazione della Ru486, sia stata organizzata per risparmiare sulla vita della donna, per dare fiato in modo etico alle casse dello Stato…ho molte domande senza risposta.


la vecchia: LEGGE 194 , dove è finita?  dove tutto avveniva con supporto psicologico, medico ed infermieristico, tutelando la salute della donna in regime protetto??

Vi riporto un articolo che mi ha commossa alle lacrime:

da:   \”Presi la Ru486: altro che aspirina, è uno choc\”

di   Melania Rizzoli

l drammatico racconto di una donna: “I medici dicevano che non avrei avuto fastidi, invece è terribile. E devi fare tutto da sola”.

Anna ha 34 anni, è un avvocato toscano, e nella sua regione, nel 2005, con la pillola Ru486,allora in fase sperimentale, ha abortito un figlio indesiderato concepito con il marito che stava lasciando.
«Ma quale banalizzazione dell’aborto» mi racconta mentre siamo sedute in un bar di Orbetello, «è stato terribile e non lo rifarei mai più». «Voi medici siete crudeli e cinici, siete abituati al dolore, quello degli altri, e trascurate l’impatto psicologico delle vostre cure e degli effetti delle vostre terapie su noi poveri pazienti».

Ho chiesto ad Anna di raccontare la sua esperienza personale, naturalmente garantendole l’anonimato, e lei ha accettato.
Ed è un fiume in piena… «I dottori mi avevano informato su questa nuova tecnica abortiva, solo ed esclusivamente farmacologica, mi avevano assicurato che tutto sarebbe stato più dolce, che avrei evitato l’intervento chirurgico, l’anestesia, il raschiamento e tutte quelle pratiche dolorose, compreso il ricovero, ma per me è stato peggio, molto peggio…».

«Intanto non è proprio una passeggiata, non è come mandare giù un’aspirina e via, anzi… dopo che hai ingoiato la prima pillola, sai che quel giorno stesso tuo figlio morirà, e resterà attaccato lì, morto, dentro il tuo utero… semplicemente il suo cuoricino, che il giorno prima hai ascoltato durante l’ecografia, smetterà di battere. Per sempre. È l’effetto della prima pasticca, che tu devi mettere in bocca da sola, perché da sola sei lasciata a sopprimere quella vita che tu stessa vuoi eliminare. Lo capisci subito la sera stessa che quel figlio è morto, perché senti improvvisamente sparire tutti quei segni di gravidanza che noi donne ben conosciamo, primo fra tutti il seno, di colpo non lo senti più turgido, te lo tocchi, lo palpi e non è più teso, quasi si affloscia, e sparisce anche quella piccola tensione del basso ventre tipica dei primi mesi di gravidanza».

«E poi viene il peggio… perché devi aspettare! Devi aspettare tre lunghi giorni, nei quali continui a fare quello che hai sempre fatto, lavorare, camminare, mangiare, dormire, andare al cinema… cerchi cioè di distrarti, ma sai che hai quel “coso” morto lì dentro che deve essere eliminato, espulso, cioè abortito!».

«Per me sono stati tre giorni terribili, già ero a terra per la separazione da mio marito, e come ultima punizione ora mi accingevo a separarmi dall’unica cosa che mi avrebbe legato a lui per sempre, e che in quel momento era l’ultima cosa che volevo».

«In quei tre giorni, poi, hai tutto il tempo per pensare e riflettere su quello che ti è accaduto e che ti accadrà, hai il tempo per pregare e per piangere… io mi sentivo una specie di assassina in libertà… ma perché avevo accettato questo maledetto metodo, mi chiedevo, non era meglio far fare tutto al medico? Io sarei stata in anestesia, in sala operatoria, non avrei sentito né provato nulla, lui avrebbe operato e fatto tutto, io mi sarei risvegliata pulita e liberata dal mio problema, il tutto sarebbe durato meno di un’ora e non avrei avuto quelle sensazioni orribili dell’attesa».

«Il terzo giorno mi sono ripresentata, senza aver dormito e con delle occhiaie così, in ospedale per la seconda pasticca. Anche quella ti viene messa in mano e sei tu che la devi mandare giù… sei tu l’unica e sola mandante e autrice di un piccolo omicidio, quello del tuo figlio mai nato, e senti che una parte di te sta per sparire per sempre, che non tornerà mai più ed è una sensazione solo tua, di solitudine, che non condividi nemmeno con l’anonima infermiera che ti consegna la pillola nella garza sterile.

A quel punto però la ingoi subito perché speri che tutto finisca più in fretta possibile. Non sai ancora che, da quel momento, ti prepari ad assistere, a partecipare ed a effettuare il tuo “avveniristico” aborto terapeutico!».

«Intanto, oltre alla situazione dolorosa, vieni pervasa dall’ansia dell’arrivo dei dolori fisici. Il medico durante il colloquio mi aveva spiegato bene che con la seconda pillola, una prostaglandina, sarebbe avvenuto una sorta di mini-travaglio, con qualche contrazione uterina, ripetute e ravvicinate, lievemente dolorose, ma essenziali per provocare il distacco del feto, ormai morto, dalla parete uterina e per la sua espulsione, e che comunque sarebbe stato eliminato facilmente, misto con del sangue… sarebbe stato cioè come avere delle mestruazioni più dolorose del solito, così mi disse».

«Invece il dolore è stato molto più forte, le contrazioni molto più lunghe e la consapevolezza di quello che stava avvenendo rendeva tutto più nauseante, orribile e terribile insieme. Ed assistere a tutto questo è stato insopportabile. Ho pianto per il dolore fisico, ma soprattutto ho pianto per il dolore dell’anima, per la mia partecipazione attiva ad un evento che mai avrei voluto vivere ed osservare da così vicino».

«Poi, quando tutto è finito, quando tutto è compiuto, la procedura ti obbliga anche a verificare di persona che effettivamente l’aborto farmacologico sia ben riuscito, per cui ti viene effettuata l’ecografia di controllo, che trasmette dallo schermo l’immagine pulita del tuo utero non più “abitato”, ma vuoto e libero dal corpo estraneo che si è medicalmente voluto eliminare… non si sente più nessun battito galoppante, nessun segno di vita, ma solo silenzio di morte».
«Ho avuto un peso nel petto per lungo tempo… non è stata una liberazione per me, ma ho avuto un senso di colpa per diversi mesi, e ancora oggi, quando ci ripenso, e spesso ci ripenso, mi torna la nausea per quell’esperienza terribile, irreparabile e definitiva».
«Ogni volta che oggi leggo o sento parlare di aborto, rivivo quei miei pochi ma orribili giorni con il ricordo di una scelta dalla quale non si può più tornare indietro… e molte volte la vita poi ti porta a situazioni in cui avresti voluto che le cose fossero andate diversamente».

Anna è seduta di fronte a me e sorride amaramente. Ha una parrucca bionda in testa, a coprire una calvizie da chemioterapia.
Anna sta combattendo contro un tumore maligno del sangue che si è presentato all’inizio dell’anno. Anna sta lottando per la vita.

La sua stavolta.

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Completion of the elections, we are at after …

fully carry an article that I found on the Internet has “done” wrong.

I am not against abortion, even favorable, I think the free decision of every woman … but this pill in my opinion is a way for doctors, conscientious objectors to “wash” their hands on the skin of patients … and half for not helping women in the decision of whether to really heavy and very painful time.

Useless, the various words in the wind you had to be careful, etc.. Who suffers violence must be a child not his own? Who does not feel to continue a pregnancy, usually not trivial reasons, but carries on his shoulders a “burden” of suffering, harassment and even violence. So do not point to the woman, but tried to give active support in this moment …

Of course this pill, I think it was the “creation” worst that man could ever create!

Less damaging, was the morning after pill, as less harmful than a “therapeutic abortion surgery.

I am wondering if this liberalization of RU486, was organized to save the woman’s life, giving breath in an ethical way to state coffers … I have many unanswered questions.

old: LAW 194, where it is over? where everything was done with psychological support, medical and nursing, protecting women’s health under protected?

We carry an article that touched me to tears:

from: \ “I took the RU486: more than aspirin, is a shock \”

Melanie Rizzoli

the dramatic story of a woman: “The doctors said that I had trouble, but it’s terrible. And you have to do everything alone.”

Anna has 34 years, is a lawyer from Tuscany, and in its region in 2005, with the RU486 pill, then at an experimental stage, has aborted an unwanted child conceived with her husband she was leaving.
“But as a trivialization of abortion,” he said as we sat in a bar in Orbetello, “was terrible and not ever do it again.” “You doctors are cruel and cynical, you’re used to the pain of others, and ignored the psychological impact of your care and the effects of your treatments on us poor patients.”

I asked Anna to tell his own experience, of course, guaranteeing anonymity, and she accepted.
It is a river in flood … “The doctors had informed me about this new abortion technique, exclusively pharmacology, I was assured that everything would be sweet, I would avoid surgery, anesthesia, curettage and all those harmful practices, including hospitalization but for me it was worse, much worse …».

“While not exactly a walk, not like to swallow an aspirin and go, but … after you’ve swallowed the first pill, you know what day your son died, and remain stuck there, dead, into your uterus … just her little heart, that you heard during the day before the ultrasound, stop beating. Forever. It is the effect of the first tablet, you must put in the mouth itself, because only six left to remove the same life you want to delete. Do you understand now the same evening that her son died, suddenly disappear because you feel all those signs of pregnancy that we women know well, first of all the breast, suddenly do not feel more swollen, I touch, the palpi and is not more tense, almost collapses and disappears even that small voltage lower abdomen typical of early pregnancy.

“And then comes the bad … because you have to wait! You must wait three long days in which we continue to do what you always did, working, walking, eating, sleeping, going to the movies … circles that is distracting, but you know what “thing” dead in there that must be removed, expelled, namely abortion. ”

“For three days I have been terrible, I was already on the ground for separation from my husband, and punishment as a last hour I was about to be separated from the only thing that would have tied him for ever, and at that moment was the ‘ Last thing I wanted. ”

“In those three days, then you have plenty of time to think and reflect on what happened to you and that will happen, you have the time to pray and cry … I felt a kind of killer at large … but because I had accepted this bloody method, I wondered, was not it better to do everything the doctor? I’d been under anesthesia in the operating room, I would not have heard or experienced anything, he acted and done, I would have awakened clean and free from my problem, all lasted less than an hour and would not have had those feelings horrible of expectation. ”

“On the third day I resubmitted without having slept with the eye and thus, in the hospital for the second tablet. Even that is put on you hand and you that you have to swallow … you are the one and only principal and author of a little murder, that of your unborn child, and feel a part of you is about to disappear forever, that will never return and it is a feeling only you, lonely, which also disagrees with the anonymous nurse hands you the pill in sterile gauze.

At that point, however, the swallow right away because you hope that everything ends as quickly as possible. Still do not know that from that moment you prepare to attend, participate and make your “pioneering” therapeutic abortion. ”

“Meanwhile, besides the painful situation, is pervaded with anxiety the arrival of physical pain. The doctor had explained during the interview I know that the second pill, a prostaglandin, it would have been a sort of mini-labor, with some contraction, and repeated close-ups, slightly painful, but essential to cause separation of the fetus, dead from the uterine wall and its expulsion, and that it would have been easily removed, mixed with blood … that would be like having your period more painful than usual, so I said. ”

“But the pain was much stronger contractions much longer and awareness of what was happening made all the more sickening, horrible and terrible together. And watching all this has been unbearable. I cried for the pain, but mostly I cried for the pain of the soul, for my active participation in an event that I never wanted to live and observe so closely. ”

“Then, when everything is over, when all is done, the procedure also forces you to actually see for themselves that the medical abortion is successful, so you control the ultrasound is performed, which broadcasts from the screen image clean your uterus not “inhabited”, but empty and free from foreign matter that is medically wanted to eliminate … no longer feels no galloping beat, no sign of life, but the silence of death. ”
“I had a weight in my chest for a long time … has not been a release for me, but I had a sense of guilt for several months, and still today, when I look back, and often look back, me back to that experience nausea terrible, irreparable and permanent. ”
“Whenever I read or hear today about abortion, I relive those days with my few but horrific memories of a choice by which one can not turn back … and often life then takes you to a situation where you wished that things had been different. “

Anna is sitting opposite me and smiled bitterly. He has a blonde wig on his head, to cover a bald from chemotherapy.
Anna is battling a blood cancer that occurred earlier this year. Anna is struggling for life.

Its time.

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Achèvement des élections, nous sommes moins après …

exercer pleinement un article que j’ai trouvé sur l’Internet a «fait mal».

Je ne suis pas contre l’avortement, même favorable, je pense que la libre décision de chaque femme … mais cette pilule, à mon avis est une façon pour les médecins, les objecteurs de conscience à «laver» les mains sur la peau des patients … et la moitié pour ne pas aider les femmes dans la décision de savoir s’il faut vraiment lourd et très douloureux moment.

Inutile, les différents mots dans le vent, il fallait être prudent, etc. Qui souffre la violence doit être un enfant n’est pas la sienne? Qui ne sent qu’elle pourrait poursuivre une grossesse, généralement pas frivoles motifs, mais porte sur ses épaules un «fardeau» de la souffrance, de harcèlement et même la violence. Donc, ne pointent pas vers la femme, mais a tenté de fournir un soutien actif en ce moment …

Bien sûr, cette pilule, je pense que c’était la «création» pire que l’homme ne pourrait jamais créer!

Moins dommageable, a été la pilule du lendemain, comme moins nocif que d’une intervention chirurgicale “l’avortement thérapeutique.

Je me demande si cette libéralisation du RU486, a été organisée pour sauver la vie de la femme, ce qui donne le souffle de façon éthique dans les coffres de l’Etat … J’ai beaucoup de questions sans réponse.

ancienne: la loi 194, où il est plus? où tout a été fait avec un soutien psychologique, médical et infirmier, de protéger la santé des femmes sous-elles protégées?

Nous réalisons un article qui m’a touché aux larmes:

à partir de: \ “J’ai pris la pilule abortive RU486: plus de l’aspirine, est un \” choc

Melanie Rizzoli

l’histoire dramatique d’une femme: «Les médecins ont dit que j’avais du mal, mais c’est terrible. Et vous devez tout faire tout seul.”

Anna a 34 ans, est un avocat de la Toscane, et dans sa région en 2005, avec la pilule RU486, puis à un stade expérimental, a abandonné un enfant non désiré conçu avec son mari, elle s’en allait.
“Mais, comme une banalisation de l’avortement», at-il dit que nous étions assis dans un bar à Orbetello, “a été terrible et ne jamais le refaire.” “Vous les médecins sont cruel et cynique, vous êtes habitué à la douleur des autres, et néglige l’impact psychologique de vos soins et les effets de vos traitements sur nous les patients pauvres.”

J’ai demandé à Anna de dire à sa propre expérience, bien sûr, garantissant l’anonymat, et elle a accepté.
Et c’est une inondation … “Les médecins m’avaient informé de cette nouvelle technique d’avortement, exclusivement de la pharmacologie, on m’a assuré que tout serait doux, je voudrais éviter la chirurgie, l’anesthésie, le curetage et toutes les pratiques néfastes, y compris l’hospitalisation mais pour moi, c’était pire, bien pire …».

“Bien que n’étant pas exactement une promenade, pas comme à avaler une aspirine et aller, mais … après avoir avalé la première pilule, vous savez quel jour votre enfant va mourir, et de rester coincé là-bas, morts, dans l’utérus … tout son petit cœur, que vous avez entendu pendant la journée avant l’échographie, cesser de battre. Forever. Il est l’effet de la première tablette, vous devez mettre dans la bouche seule, parce que vous êtes restée seule à réprimer la même vie que vous souhaitez supprimer. Comprenez-vous maintenant le même soir que son fils est mort, soudainement disparaître parce que vous sentez tous ces signes de la grossesse des femmes que nous connaissons bien, tout d’abord le sein, tout à coup ne se sentent pas plus gonflé, je touche, les palpes et n’est pas plus tendue, presque s’effondre et disparaît même que l’abdomen petite tension inférieure typique de début de grossesse.

»Et puis vient le mal … parce que vous avez à attendre! Vous devez attendre trois longues journées dans lequel nous continuons à faire ce que vous avez toujours fait, travailler, marcher, manger, dormir, aller au cinéma … cercles qui est gênant, mais vous savez ce “truc” morts là-dedans qui doit être éloigné, expulsé, à savoir l’avortement. “

“Pendant trois jours, j’ai été terrible, j’étais déjà sur le terrain pour la séparation d’avec mon mari, et le châtiment comme une dernière heure j’allais être séparée de la seule chose qui l’aurait lié à jamais, et à ce moment était le« La dernière chose que je voulais. “

“Dans ces trois jours, alors vous avez beaucoup de temps à penser et à réfléchir sur ce qui s’est passé pour vous et ce qui va arriver, vous avez le temps de prier et de pleurer … Je sentais une sorte de tueur en général … mais parce que j’avais accepté cette méthode de sang, je me demandais, n’est-ce pas mieux à faire tout ce que le médecin? J’avais été sous anesthésie dans la salle d’opération, je n’aurais pas entendu ou vécu quelque chose, il a agi et fait, j’aurais éveillé propres et exemptes de mon problème, tous ont duré moins d’une heure et n’aurait pas eu ces sentiments horrible de la confiance. “

“Le troisième jour, je soumis à nouveau sans avoir dormi à l’oeil et donc, à l’hôpital pour la seconde tablette. Même que vous mettez dans la main et vous que vous avez à avaler … vous êtes la seule et principale seulement et auteur d’un assassiner peu, celui de votre enfant à naître et de se sentir une partie de vous est sur le point de disparaître à jamais, qui ne reviendra jamais et c’est un sentiment que vous, solitaire, qui est également en désaccord avec les mains anonymes infirmière vous la pilule dans de la gaze stérile.

À ce stade, cependant, l’hirondelle de suite parce que vous espérez que tout se termine aussi rapidement que possible. Vous ne savez pas que dès ce moment vous vous préparez à assister, participer et faire votre “futuriste” l’avortement thérapeutique. “

“Pendant ce temps, outre la situation douloureuse, est imprégnée de l’anxiété l’arrivée de la douleur physique. Le médecin avait expliqué lors de l’entrevue, je sais que la pilule d’autre part, une prostaglandine, il aurait été une sorte de mini-travail, avec une contraction, et répété des gros plans, un peu pénible, mais indispensable pour provoquer la séparation du fœtus, mort de la paroi utérine et son expulsion, et qu’il aurait été facile à enlever, mélangé à du sang … ce serait que la menstruation douloureuse plus que d’habitude, je lui ai dit. “

“Mais la douleur était beaucoup plus forte contractions beaucoup plus longue et la conscience de ce qui se passait d’autant plus écoeurant, horrible et terrible ensemble. Et regardez ce fut insupportable. J’ai pleuré pour la douleur, mais surtout j’ai pleuré pour la douleur de l’âme, de ma participation active à un événement que je n’ai jamais voulu vivre et d’observer de si près. “

»Puis, quand tout est fini, quand tout est fait, la procédure de forces aussi vous voir réellement pour eux-mêmes que l’avortement médicamenteux est réussie, si vous contrôlez l’échographie est pratiquée, qui diffuse de l’image à l’écran nettoyer votre utérus n’est pas “habitée”, mais vide et libre de toute matière étrangère qui est médicalement voulait éliminer … ne sent plus aucune battu au galop, aucun signe de vie, mais le silence de la mort. ”
«J’ai eu un poids dans ma poitrine pendant une longue période … n’a pas été une libération pour moi, mais j’ai eu un sentiment de culpabilité pour plusieurs mois, et encore aujourd’hui, quand je regarde en arrière, et souvent regarder en arrière, me rendre à cette terrible expérience des nausées, irréparable et permanent. ”
«Chaque fois que je lis ou entend aujourd’hui sur l’avortement, je revis ces jours avec mes quelques souvenirs horribles, mais d’un choix par lequel on ne peut pas revenir en arrière … et souvent la vie nous mène vers une situation où vous avez souhaité que les choses avaient été différentes. “

Anna est assise en face de moi et sourit amèrement. Il a une perruque blonde sur la tête, pour couvrir une chauve de la chimiothérapie.
Anna se bat contre un cancer du sang qui a eu lieu plus tôt cette année. Anna se bat pour la vie.

Son temps.

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