Sclerosi Multipla: controversie terapeutiche…mi chiedo a chi credere…

http://www.amsicora.net/2012/07/19/sclerosi-multipla-studio-canadese-smentisce-efficacia-interferone-beta-per-fermare-la-disabilita/

Sclerosi Multipla: studio canadese smentisce efficacia interferone beta per fermare la disabilità

E’ stato pubblicato sulla prestigiosa rivista medica Journal of the American Medical Association (JAMA) un interessante studio intitolato “Associazione tra l’uso dell’interferone beta e la progressione della disabilità nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente.”

Secondo un gruppo di ricercatori canadesi, coordinati dalla dr.ssa Helen Tremlett dell’Università del British Columbia di Vancouver, l’interferone beta viene ampiamente prescritto per il trattamento della sclerosi multipla (SM), ma deve essere ancora stabilito il suo rapporto con la progressione della disabilità.

Obiettivo della ricerca era studiare l’associazione tra l’esposizione all’interferone beta e la progressione della disabilità nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente (SM-RR).

E’ stato quindi effettuato uno studio di gruppo retrospettivo sulla base dei dati raccolti in maniera prospettica (1985-2008) nel British Columbia (Canada). I pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente trattati con interferone beta (n = 868) sono stati confrontati con gruppi di controllo non trattati, contemporanei (n = 829) e storici (n = 959).

La principale misura di risultato era il tempo dall’ammissibilità al trattamento con interferone beta (base di rilevamento) ad un punteggio confermato e sostenuto di 6 (che richiede un bastone per camminare 100 m; confermato da più di 150 giorni senza miglioramento misurabile) nella scala di disabilità per pazienti affetti da sclerosi multipla (EDSS) (range, 0-10, con i punteggi più alti che indicano una maggiore disabilità). E’ stato usato un modello di regressione multivariata di Cox, con il trattamento con interferone beta incluso come covariata tempo-dipendente, per valutare il rischio di progressione della malattia associata al trattamento con l’interferone beta. L’analisi comprendeva anche l’aggiustamento del punteggio di propensione ad affrontare il confondimento dall’indicazione.

I tempi medi attivi di follow-up (dalla prima all’ultima misurazione dell’EDSS) sono stati i seguenti: per il gruppo trattato con interferone beta, 5.1 anni (range interquartile [IQR], 3.0-7.0 anni) per il gruppo di controllo contemporaneo, 4,0 anni (IQR, 2.1-6.4 anni), e per il gruppo di controllo storico, 10,8 anni (IQR, 6.3-14.7 anni). I tassi osservati dei risultati per raggiungere un punteggio sostenuto di EDSS di 6 nei 3 gruppi erano rispettivamente del 10,8%, 5,3% e 23,1%. Dopo l’aggiustamento dei potenziali fattori di base confondenti (sesso, età, durata della malattia e punteggio di EDSS), l’esposizione ad interferone beta non è risultata associata con una differenza statisticamente significativa nel rischio di raggiungere un punteggio EDSS di 6 quando sono stati considerati il gruppo di controllo contemporaneo (rapporto di rischio: 1,30, 95% CI, 0,92-1,83, p = 0,14) o il gruppo di controllo storico (rapporto di rischio: 0,77, 95% CI, 0,58-1,02, p = 0,07). L’ulteriore aggiustamento per le comorbidità e lo stato socio-economico, ove possibile, non ha cambiato le interpretazioni, e l’aggiustamento del tasso di propensione non ha modificato sostanzialmente i risultati.

Al termine dello studio, secondo gli autori, tra i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, la somministrazione di interferone beta non era associata ad una riduzione della progressione della disabilità.

COMMENTO:

Questo studio smentisce in maniera clamorosa l’efficacia dell’interferone beta nel fermare la disabilità nella sclerosi multipla recidivante-remittente (la forma più comune).

Addirittura i non trattati hanno un trend statistico verso una minore probabilità di progredire verso la sedia a rotelle. Questo esprime l’inadeguatezza degli studi basati sul numero di attacchi e sul numero delle lesioni in RM nel predire l’efficacia di un farmaco nei confronti della SM. Questo sistema falsamente predittivo è purtroppo quello usato per rendere disponibile ogni nuovo farmaco.

I costi elevati di questo farmaco uniti ai rilevanti effetti collaterali imporrebbero ai medici specialisti di guardare anche ad altre proposte come, ad esempio, la possibile correlazione della SM con l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta
Andrebbero anche superati i potenziali conflitti d’interesse, per il bene dei malati (63.000 in Italia) e delle loro famiglie verso una malattia dalle cause ancora sconosciute e dalle soluzioni terapeutiche ancora limitate, come si vede da questo studio.

Fonte: http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1217239

Multiple Sclerosis: A Canadian study disproves effectiveness interferon beta to stop the disability

It ‘was published in the prestigious medical journal, the Journal of the American Medical Association (JAMA) an interesting study entitled “Association between the use of interferon beta and progression of disability in patients with relapsing-remitting MS.”

A group of Canadian researchers, led by Dr. Helen Tremlett at the University of British Columbia in Vancouver, interferon beta is widely prescribed for the treatment of multiple sclerosis (MS), but has yet to be established his relationship with progression of disability.

Objective of the research was to investigate the association between exposure to interferon beta and progression of disability in patients with relapsing-remitting MS (RR-MS).

It ‘was then carried out a retrospective cohort study based on data collected prospectively (1985-2008) in British Columbia (Canada). Patients with relapsing-remitting MS treated with interferon beta (n = 868) were compared with control groups not treated, contemporary (n = 829) and historical (n = 959).

The main outcome measure was the time from access to treatment with interferon beta (based detection) to score a confirmed and supported by 6 (requires a cane to walk 100 m; confirmed more than 150 days without measurable improvement) in disability scale for patients with multiple sclerosis (EDSS) (range, 0-10, with higher scores indicating greater disability). E ‘was used a multivariate Cox regression model, with treatment with interferon beta included as a time-dependent covariate, to assess the risk of disease progression associated with treatment with interferon beta. The analysis also included the propensity score adjustment to address the confounding indication.

The average time active follow-up (from the first to the last measuring EDSS) were as follows: for the group treated with interferon beta, 5.1 years (interquartile range [IQR], 3.0-7.0 years) for the group of simultaneous control, 4.0 years (IQR, 2.1-6.4 years), and the historical control group, 10.8 years (IQR, 6.3-14.7 years). The observed rates of the results to achieve a sustained EDSS score of 6 in the 3 groups were respectively 10.8%, 5.3% and 23.1%. After adjustment for potential confounding factors base (gender, age, disease duration and EDSS score), exposure to interferon beta was not associated with a statistically significant difference in the risk of reaching an EDSS score of 6 when they are were considered the control group contemporary (hazard ratio 1.30, 95% CI, 0.92 to 1.83, p = 0.14) or the historical control group (hazard ratio 0.77, 95 % CI, 0.58 to 1.02, p = 0.07). Further adjustment for comorbidity and socioeconomic status, where possible, has not changed the interpretations, and the rate adjustment propensity has not substantially changed the results.

At the end of the study, according to the authors, among patients with relapsing-remitting MS, administration of interferon beta was not associated with a reduction in the progression of disability.

COMMENT:

This study refutes a striking manner the efficacy of interferon beta in stopping disability in relapsing-remitting MS (the most common form).

Even the untreated have a statistical trend toward a lower likelihood of progress towards the wheelchair. This expresses the inadequacy of studies based on the number of attacks and the number of lesions on MRI in predicting the efficacy of a drug against MS. This system falsely predictive unfortunately that is used to make available any new drug.

The high cost of this drug combined with significant side effects to impose medical specialists to look to other proposals such as, for example, the possible correlation of MS with chronic venous insufficiency cerebro spinal (CCSVI), discovery
Should also overcome potential conflicts of interest, for the benefit of patients (63,000 in Italy) and their families to a disease with unknown causes and therapeutic options remain limited, as shown by this study.

Source: http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1217239

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Fingolimod- news ricevute e MS (sclerosi multipla)

Ve la “posto” come mi è arrivata, poi chiedete infomaggiori ai vostri medici:

Sclerosi multipla, nuove conferme di efficacia per fingolimod

I pazienti con sclerosi multipla intermittente e un ampio spettro di segni clinici rilevati alla visita e alla risonanza magnetica possono ricevere un beneficio dal trattamento giornaliero con 0,5 mg di fingolimod. Lo afferma l’analisi di un sottogruppo dello studio Freedoms, con il quale un team internazionale di ricercatori – coordinato da Virginia Devonshire della university of British Columbia di Vancouver (Canada) – ha deciso di verificare se l’effetto benefico già riportato si mantenesse in sottogruppi di pazienti con caratteristiche diverse. Sono stati selezionati allo scopo 1.272 pazienti con sclerosi multipla intermittente, assegnati in modo randomizzato a un gruppo che ha ricevuto fingolimod in dose giornaliera da 0,5 mg, e a un secondo trattato con un dosaggio di 1,25 mg, entrambi controllati in doppio cieco verso un gruppo placebo lungo un periodo di 24 mesi. I sottogruppi sono stati costituiti in modo da essere omogenei per età, sesso, caratteristiche della malattia (tra cui indici di disabilità ed entità delle lesioni) e risposta alle terapie precedenti. L’analisi intention to treat ha mostrato che 0,5 mg di fingolimod si sono associati a una percentuale di recidiva annualizzata inferiore rispetto al placebo, tranne che per i pazienti di età superiore ai 40 anni. La progressione confermata della disabilità si è ridotta in modo significativo, con un hazard ratio da 0,85 fino a 0,32 a seconda dei sottogruppi considerati. L’efficacia si è manifestata anche in quei pazienti che avevano lesioni attive nonostante il trattamento con interferone beta nell’anno precedente.

Multiple sclerosis, new confirmations of efficacy for fingolimod
Patients with multiple sclerosis and intermittent broad spectrum of clinical signs detected on magnetic resonance imaging to the visit and may receive a benefit from daily treatment with 0.5 mg of fingolimod. The said analysis of a subset of the study Freedoms, under which an international team of researchers – led by University of Virginia Devonshire of British Columbia in Vancouver (Canada) – has decided to investigate whether the beneficial effect reported earlier were maintained in subgroups of patients with different characteristics. Have been selected to 1,272 patients with multiple sclerosis, intermittent, randomly assigned to a group who received fingolimod at a dose of 0.5 mg daily, and a second treated at a dose of 1.25 mg, both controlled double-blind to a placebo over a period of 24 months. Subgroups were formed to be homogeneous for age, sex, disease characteristics (including indices of disability and extent of the injury) and response to prior therapies. The intention to treat analysis showed that 0.5 mg of fingolimod were associated with a lower annualized relapse rate compared to placebo, except for patients older than 40 years. The confirmed progression of disability was reduced significantly, with a hazard ratio of 0.85 to 0.32 depending on the subgroups considered. The effect occurred even in those patients who had active lesions despite treatment with interferon beta in the previous year.

La sclérose en plaques, nouvelles confirmations de l’efficacité pour fingolimod
Les patients atteints de sclérose en plaques et intermittente large éventail de signes cliniques détectés sur l’imagerie par résonance magnétique pour la visite et peut recevoir une prestation d’un traitement quotidien avec 0,5 mg de fingolimod. Le ladite analyse d’un sous-ensemble des libertés d’étude, en vertu de laquelle une équipe internationale de chercheurs – dirigé par l’Université de Virginia Devonshire de la Colombie-Britannique à Vancouver (Canada) – a décidé d’examiner si l’effet bénéfique rapporté plus tôt ont été maintenues dans sous-groupes de patients ayant des caractéristiques différentes. Ont été sélectionnés pour 1.272 patients atteints de sclérose en plaques, intermittents, assignés au hasard à un groupe qui a reçu le fingolimod à une dose de 0,5 mg par jour, et un second traité à une dose de 1,25 mg, à la fois contrôlée en double aveugle à un placebo sur une période de 24 mois. Les sous-groupes ont été formés pour être homogène pour l’âge, le sexe, caractéristiques de la maladie (y compris les indices de l’incapacité et l’étendue de la blessure) et la réponse aux traitements antérieurs. L’intention de traiter l’analyse a montré que 0,5 mg de fingolimod ont été associés à un faible taux de rechute annualisé comparé au placebo, sauf pour les patients âgés de plus de 40 ans. La progression confirmée du handicap a été réduit de manière significative, avec un hazard ratio de 0,85 à 0,32 selon les sous-groupes considérés. L’effet produit, même chez les patients qui avaient des lésions actives malgré un traitement avec l’interféron bêta dans l’année précédente.

La Gardenia è un dono di aiuto. Sclerosi Multipla

Gardenia in piazza per la ricerca sulla Sclerosi Multipla e AISM

AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla)

La Gardenia dell’AISM

Per la festa della donna regala la gardenia

Sostieni la ricerca e aiuta le donne a combattere la sclerosi multipla. Sabato 6, domenica 7 e per la Festa della Donna, lunedì 8 marzo, torna in 3.000 piazze italiane la “Gardenia dell’AISM”, l’appuntamento con la solidarietà per la lotta alla sclerosi multipla.

Per sostenere la ricerca scientifica ed aiutare le donne le più colpite da scleros i multipla, sabato 6, domenica 7, e per la Festa della Donna, lunedì 8 marzo, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, torna “La Gardenia dell’AISM” promossa dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla sua Fondazione FISM.

In oltre 3.000 piazze italiane dai volontari AISM, affiancati dai volontari dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, da quella dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco saranno distribuite, oltre 230.000 PIANTE DI GARDENIA in cambio di una donazione di 13 euro.

> Trova la piazza più vicina (dati in aggiornamento)

Negli ultimi 10 anni la ricerca ha fatto passi da gigante a livello internazionale e anche in Italia, dove i ricercatori italiani sono tra i primi posti nel mondo nei campi più promettenti della ricerca: nella ricerca delle cause, nelle cellule staminali adulte, nelle neuro immagini, nell’evoluzione della malattia e nella ricerca terapeutica. Ma la ricerca per trovare le cause e la cura risolutiva della malattia deve ancora continuare. I fondi raccolti con la Gardenia dell’AISM andranno alla ricerca scientifica e contribuiranno anche a sostenere gli studi sulla CCSVI – insufficienza cerebro spinale venosa cronica, malformazioni vascolari che potrebbero rappresentare un altro fattore di rischio della sclerosi multipla.

Una parte dei fondi di Gardenia dell’AISM andrà anche ad incrementare i servizi sanitari e sociali dedicati alle persone con sclerosi multipla e a finanziare il progetto “Donne oltre la sclerosi multipla”. Un programma che prevede eventi e incontri di informazione a carattere nazionale e sul territorio, in grado di informare e coinvolgere le donne colpite dalla malattia nei diversi ambiti della vita lavorativa, sociale e familiare. Il Programma prevede anche la pubblicazione di libri specifici per le donne su argomenti come la gravidanza, la sessualità e una guida per come affrontare la fatica, considerato per l’85% dei casi il sintomo “invisibile” che contribuisce a rendere più difficile le azioni quotidiane. Per informazioni sul “Programma” scrivere a progettodonna@aism.it

L’iniziativa è stata resa possibile grazie a Wurth, Schenker e Asproflor. Media sponsor è Lattemiele che in occasione della Gardenia AISM contribuirà con spazi di informazione sulla malattia, sulle donne e sulla ricerca scientifica.

Torna allo Speciale Gardenia

The Gardenia AISM
For International Women’s Day gives the gardenia

Support research and helps women to fight multiple sclerosis. Saturday 6 and Sunday 7 and for the Women’s Day, Monday, March 8, back in 3000 the Italian squares “Gardenia AISM” appointment with the joint efforts to fight against multiple sclerosis.

To support scientific research and help women most affected by the multiple Scleros, Saturday 6, Sunday 7, and the Women’s Day, Monday, March 8, under the patronage of the President of the Republic, returns “The Gardenia of ‘ MS Society “sponsored by the Italian Multiple Sclerosis Foundation and its IMF.

In more than 3,000 squares from Italian MS Society volunteers, supported by the National Association of Bersaglieri, and Carabinieri from the Fire Department will be distributed over 230,000 PLANTS OF GARDENIA in exchange for a donation of 13 euros.

> Find the nearest square (data update)

Over the past 10 years, research has made great strides internationally and also in Italy, where Italian researchers are among the first places in the world’s most promising fields of research: the search for causes, in adult stem cells in neuro images in the evolution of the disease and in therapeutic research. But the search to find the cause and cure of the disease must still continue. The funds raised through the AISM Gardenia will also contribute to scientific research and to support studies on CCSVI – cerebrospinal chronic venous insufficiency, vascular malformations, which could represent another risk factor of multiple sclerosis.

Part of the funds of Gardenia AISM will also increase the health and social services dedicated to people with multiple sclerosis and to fund the project “Women as well as multiple sclerosis.” A program that provides events and briefings and a national territory, able to inform and involve women affected by the disease in different spheres of work, social and family. The program also provides for the publication of text books for women on topics such as pregnancy, sexuality and a guide to how to deal with fatigue, considered to be 85% of cases the symptom “invisible” which helps to make it more difficult actions daily. For information on the “Program” please progettodonna@aism.it

The initiative was made possible by Wurth, Schenker and Asproflor. Media sponsor is Lattemiele that at the Gardenia AISM help with spaces for information about the disease, and women on scientific research.

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news per la Sclerosi Multipla

La cannabis rallenta i processi neurodegenerativi

LA CANNABIS RALLENTA I PROCESSI NEURODEGENERATIVI

IN DIVERSE PATOLOGIE NEUROLOGICHE
ORA SAPPIAMO PERCHÉ

Evidenziati grazie ad uno studio della Fondazione Santa Lucia in collaborazione con l’Università di Teramo i meccanismi cellulari alla base dell’azione neuro protettiva della canapa indiana

Ormai da diversi anni ricercatori e medici discutono sul possibile uso della canapa indiana (Cannabis sativa) e dei suoi derivati, come l’hashish e la marijuana, per scopi terapeutici in diverse patologie neurologiche come, ad esempio, la sclerosi multipla ed i traumi cranici e del midollo spinale.

Tuttavia, la mancanza di dati sui meccanismi di tale azione ha sino ad ora rallentato le possibili applicazioni cliniche. Infatti, nonostante le molte evidenze cliniche dell’azione della Cannabis e dei suoi derivati, i meccanismi con cui i principi attivi contenuti nella Cannabis svolgono un’azione neuroprotettiva non sono ancora del tutto noti. Nuova luce sulle effettive capacità terapeutiche di questa sostanza e dei meccanismi d’azione della stessa arrivano ora da un ulteriore studio svolto in questo campo dall’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma in collaborazione con l’Università di Teramo. Il lavoro scientifico è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Journal of Molecular Medicine”.

Lo studio ha permesso, per la prima volta, di caratterizzare i rapporti tra la stimolazione da Cannabis e l’azione di un composto gassoso ben noto per le sue azioni sulle cellule del Sistema Nervoso Centrale (SNC): l’ossido di azoto. Questa molecola, da decenni al centro dell’interesse dei ricercatori, è coinvolta nella regolazione di importanti funzioni del SNC e svolge azioni sia in senso neuroprotettivo che neurotossico. La ricerca della Fondazione Santa Lucia e dell’Università di Teramo ha dimostrato come, proprio attraverso i recettori cannabici, ed in particolar modo il recettore cannabico di tipo 2, sia possibile indirizzare gli effetti dell’ossido di azoto in senso neuroprotettivo o neurotossico.

E’ stato così compiuto un passo avanti per lo sviluppo di farmaci in grado di agire in modo selettivo sull’ossido di azoto inducendo solo effetti neuroprotettivi e questo grazie all’azione della Cannabis. In conclusione, lo studio permette sia di fare un ulteriore passo avanti nella comprensione del meccanismo d’azione attraverso cui il principio attivo della Cannabis esercita la sua funzione neuroprotettiva a seguito di danno cerebrale, sia di guardare con maggiore interesse all’uso di queste sostanze in ambito clinico tanto per le malattie acute che croniche del SNC.

Grazie a questi risultati, si aprono ora interessanti prospettive in ambito terapeutico per lo sviluppo di nuovi approcci farmacologici, utili per patologie di grande diffusione, come l’ictus e la sclerosi multipla, in grado di “sfruttare” la proprietà neuroprotettiva dell’ossido d’azoto mediata dall’azione della Cannabis. Queste importanti evidenze scientifiche sono state ottenute utilizzando avanzate tecniche di biochimica, neuromorfologia funzionale in microscopia confocale, test farmacologici e valutazione comportamentale del recupero nel modello animale dopo un danno al Sistema Nervoso Centrale.

Il lavoro scientifico si è svolto presso la Fondazione Santa Lucia nell’ambito delle linee di ricerca in Neuroscienze Sperimentali dirette dal prof. Giorgio Bernardi. Tutto lo studio è stato coordinato dal prof. Marco Molinari* e dal prof. Mauro Maccarrone; vi hanno preso parte Sergio Oddi, Laura Latini, Maria Teresa Viscomi e Elisa Bisicchia. Con la Fondazione Santa Lucia di Roma ha collaborato il Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Università di Teramo diretto dal prof. Maccarrone e di cui fa parte anche il Dott. Oddi. I risultati di questo nuovo lavoro si aggiungono a quelli dei precedenti studi svolti nel 2009 e nel 2010 dai ricercatori della Fondazione sul ruolo degli endocannabinoidi nelle patologie neurologiche.

Roma, 20 gennaio 2012

* Marco Molinari – È Responsabile del Laboratorio di Neuroriabilitazione Sperimentale e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Riabilitazione Neuromotoria e Sezione Mielolesi dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia. È autore di oltre 200 contributi scientifici di cui oltre 100 su riviste internazionali indicizzate in campo neurologico riguardanti in particolare lo studio dei meccanismi di recupero funzionale dopo lesioni del Sistema Nervoso Centrale.

Cannabis slows neurodegeneration
CANNABIS SLOWS neurodegenerative processes

IN OTHER NEUROLOGICAL DISEASES
NOW WE KNOW WHY

Highlighted by a further study of the Saint Lucia Foundation in collaboration with the University of Teramo cellular mechanisms underlying the neuroprotective action of cannabis

For several years researchers and physicians discuss the possible use of Indian hemp (Cannabis sativa) and its derivatives, such as hashish and marijuana for therapeutic purposes in various neurological diseases such as, for example, multiple sclerosis and head injury and spinal cord.

However, the lack of data on the mechanisms of this action has so far slowed the possible clinical applications. In fact, despite many of the clinical evidence of cannabis and its derivatives, the mechanisms by which the active ingredients in cannabis exert a neuroprotective are not fully known. New light on the actual capacity of this drug and therapeutic mechanisms of action of the same come now to a further study in this field by the Institute Saint Lucia Foundation of Rome in collaboration with the University of Teramo. The scientific work was published in the prestigious international journal “Journal of Molecular Medicine”.

The study has allowed, for the first time, to characterize the relationship between the stimulation of Cannabis and the action of a gaseous compound well known for its actions on cells of the central nervous system (CNS): nitric oxide. This molecule, for decades the focus of researchers is involved in the regulation of important functions in the CNS and plays a neuroprotective actions both in the sense that neurotoxic. The Research Foundation of Saint Lucia and the University of Teramo has shown how, precisely through the cannabinoid receptors, and especially the cannabico receptor type 2, it can direct the effects of nitric oxide in the sense neuroprotective or neurotoxic.

It ‘been a step forward for the development of drugs that act selectively inducing nitric oxide and this only thanks to the neuroprotective effects of cannabis. In conclusion, the study allows both to take another step forward in understanding the mechanism by which the active ingredient of cannabis exerts its neuroprotective after brain injury, is to look with greater interest in the use of these substances in a clinical setting for both acute and chronic diseases of the CNS.

With these results, we now open interesting perspectives in the therapeutic development of new pharmacological approaches are useful for diseases that are common, such as stroke and multiple sclerosis, can “exploit” the neuroprotective properties of the oxide ‘nitrogen mediated by the action of cannabis. This important evidence has been obtained by using advanced techniques of biochemistry, confocal microscopy Neuromorphology functional, pharmacological testing and evaluation of behavioral recovery in animal model after damage to central nervous system.

The scientific work was held at the Foundation in Saint Lucia of the research in Experimental Neuroscience directed by prof. Giorgio Bernardi. All of the study was coordinated by prof. * Marco Molinari and Prof.. Mauro Maccarrone, was attended by Sergio Oddi, Latin Laura, Maria Teresa Viscomi and Elisa Bisicchia. With Saint Lucia Foundation of Rome has worked in the Department of Comparative Biomedical Sciences, University of Teramo directed by prof. Maccarrone and which also includes Dr. Oddi. The results of this new work is added to those of previous studies conducted in 2009 and 2010 by researchers at the Foundation on the role of endocannabinoids in neurological diseases.

Rome, January 20, 2012

* Marco Molinari – is Head of the Laboratory of Experimental Neurorehabilitation and Director of the Unit Complex Rehabilitation Section Neuromotor and SCI Foundation IRCCS Saint Lucia. He has authored over 200 scientific contributions including over 100 international journals indexed in neurology in particular for the study of mechanisms of functional recovery after CNS injury.

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http://www.telestense.it/news/la-regione-finanzia-il-metodo-zamboni.html

La Regione finanzia un grande progetto per gli ammalati di sclerosi mulltipla

La regione finanzia il metodo Zamboni

Servizio del 24/12/2011 – Il consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ha votato, all’unanimità, un ordine del giorno che “impegna la giunta a confermare la copertura economica (2,5 milioni di euro)” per ‘Brave Dreams’, la sperimentazione guidata dal prof. Paolo Zamboni, dell’Università di Ferrara, che potrà far partire la sperimentazione entro tre mesi.

Obiettivo della sperimentazione, dimostrare la correlazione tra insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), e la Sclerosi Multipla (SM). Come sappiamo, tale correlazione è stata individuata dal professor Zamboni, che dirige il centro malattie vascolari del nostro ateneo, e costituisce il fulcro del metodo che lo stesso Zamboni ha ideato per il trattamento della sclerosi multipla. La scoperta del professor Zamboni, in verità, ha già ottenuto conferme importanti, in varie sedi scientifiche internazionali, e che si è tradotto nel trattamento dei pazienti con un’angioplastica che riapre le vene e fa defluire il sangue dal cervello al cuore, alleviando così la perdita di sensibilità negli arti oppure diminuendo la difficoltà di parlare o deglutire.

Intorno alle scoperte del professor Zamboni si sono sviluppate numerose iniziative per la raccolta di finanziamenti, e si è formata una associazione “CCSVI nella sclerosi multipla”, una onlus con lo specifico obiettivo di incoraggiare la ricerca sul metodo Zamboni. Proprio l’associaizone ha espresso grande soddisfazione per l’impegno assunto dalla reigone emilia romagna, che ora accende una speranza in più per tutti coloro che soffrono di sclerosi mltipla.

Service 24/12/2011 – The Regional Council of Emilia-Romagna voted, unanimously, an agenda that “commits the council to confirm the economic coverage (2.5 million)” for ‘Brave Dreams ‘the trial led by prof. Paolo Zamboni, University of Ferrara, who will start the trial within three months.

The aim of the experiment, demonstrating the correlation between chronic cerebrospinal venous insufficiency (CCSVI), and Multiple Sclerosis (MS). As we know, this correlation was identified by Professor Zamboni, who heads the center of our university vascular disease, and constitutes the core of the method that has the same Zamboni designed for the treatment of multiple sclerosis. The discovery of Professor Zamboni, indeed, has already achieved important confirmations in various international scientific fora, and that has resulted in the treatment of patients with angioplasty to reopen the veins draining the blood and makes the brain to the heart, thereby alleviating loss of sensation in the limbs, or decreasing the difficulty in speaking or swallowing.

Around the discoveries of Professor Zamboni has developed several initiatives to raise funds, and has formed an association “CCSVI in multiple sclerosis”, a charity with the specific aim of encouraging research on the method Zamboni. Just the associaizone expressed great satisfaction with the commitment made by reigone Emilia Romagna, which now turns in more than a hope for those suffering from sclerosis multiple MS

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Service 24/12/2011 – Le Conseil régional de l’Emilie-Romagne ont voté à l’unanimité, un programme qui «engage le Conseil à confirmer la couverture économique (2,5 millions)» pour «Rêves Brave «Le procès mené par le prof. Paolo Zamboni, de l’Université de Ferrare, qui va commencer le procès dans les trois mois.

Le but de l’expérience, démontrant la corrélation entre insuffisance veineuse céphalorachidienne chronique (IVCC) et la sclérose en plaques (SEP). Comme nous le savons, cette corrélation a été identifié par le Professeur Zamboni, qui dirige le centre de notre maladie vasculaire université, et constitue le noyau de la méthode qui a le même Zamboni conçu pour le traitement de la sclérose en plaques. La découverte du professeur Zamboni, en effet, a déjà réalisé des confirmations importantes dans divers forums internationaux scientifiques, et qui a résulté dans le traitement des patients atteints d’angioplastie pour rouvrir les veines qui drainent le sang et rend le cerveau vers le cœur, ce qui atténue perte de sensation dans les membres, ou en diminuant la difficulté à parler ou à avaler.

Autour des découvertes du professeur Zamboni a développé plusieurs initiatives pour collecter des fonds, et a formé une association “IVCC dans la sclérose en plaques”, un organisme de bienfaisance dans le but spécifique d’encourager la recherche sur la Zamboni méthode. Juste le associaizone exprimé sa grande satisfaction à l’engagement pris par les reigone Emilie-Romagne, qui tourne maintenant depuis plus d’un espoir pour ceux qui souffrent de mutiple sclerosis

RMN 7 TESLA e nuovo impatto diagnostico

ho trovato questo sito con alcune novità per la diagnostica nella Sclerosi Multipla:

http://www.healthimaging.com/index.php?option=com_articles&view=article&id=30526:radiology-7t-mri-opens-new-windows-into-ms-lesions

Radiology: 7T MRI opens new windows into MS lesions

7T MR image of MS patient brain - 160.18 Kb
7.0-T MR image of postmortem tissue sample used for histologic comparison. Source: Radiology

Combined analysis of 7T R2* and phase data may be able to distinguish between changes in tissue myelin and iron in multiple sclerosis (MS) patients, and could help in characterizing the disease process of MS lesions, according to a study published in the Nov. 14 issue of Radiology.

Jeff H. Duyn, PhD, of the National Institutes of Health in Bethesda, Md., and colleagues wanted to test the effectiveness of recently available ultra-high-field-strength MRI systems in characterizing MS. Specifically, they wanted to see if the improved contrast of susceptibility-weighted 7T MRI images, which is highly variable within and among MS lesions, is correlated to levels of iron and myelin.

The researchers obtained high-spatial-resolution susceptibility-weighted 7T MR images from 21 MS patients and investigated contrast patterns in quantitative phase and R2* images in areas defined as chronic MS lesions. Positive or negative phase shifts were assessed in each lesion. Duyn et al also performed postmortem MR imaging at 7T and 11.7T and the results were correlated with immunohistochemical staining for myelin, iron and ferritin.

Results showed that 60.5 percent of the lesions had a normal phase and a reduced R2*, while 38.2 percent had negative phase shift and a variety of appearance on R2* maps. When compared with histologic findings, R2* reduction corresponded to severe loss of iron and myelin, while negative phase shift corresponded to focal iron deposits with myelin loss.

“Changes in these parameters are interpreted as indicators of myelin and axon loss, which may follow the initial inflammatory process in MS-induced [white matter] lesions,” wrote the authors.

MS is a demyelinating disease, though prior to the current study, it was not known the extent to which myelin and iron contributed to contrast variations in susceptibility-weighted MR images.

“The observed R2* decreases suggest profound myelin loss, whereas negative phase shifts suggest a focal iron accumulation,” concluded the authors. “The tissue concentration of nonheme iron and myelin are particularly relevant to MS as they may be reflective of the underlying disease process.”

The researchers noted that one of the limitations of the study was that only one postmortem brain was available for investigation. Not all lesion types seen in vivo were available from those tissue samples, so the generalizability of the results is limited.

Other factors besides iron and myelin, such as fiber orientation and tissue microstructure, might play a role in image contrast and could be considered in future research.

Last updated on November 18, 2011 at 11:10 am EST
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Radiologia: 7T MRI apre nuove finestre in lesioni della SM
7T immagine RM del cervello malato di SM – 160,18 Kb
7.0-MR T immagine di campione post-mortem del tessuto utilizzato per il confronto istologico. Fonte: Radiologia
L’analisi combinata di * R2 7T e dati di fase può essere in grado di distinguere tra i cambiamenti nella mielina dei tessuti e del ferro in sclerosi multipla (SM) pazienti, e potrebbe aiutare a caratterizzare il processo patologico di lesioni della sclerosi multipla, secondo uno studio pubblicato nel novembre 14 problema di Radiologia.

Jeff H. Duyn, PhD, del National Institutes of Health a Bethesda, Maryland, e colleghi hanno voluto testare l’efficacia dei recenti disponibili ad altissima resistenza campo sistemi di risonanza magnetica per caratterizzare SM. In particolare, volevano vedere se il contrasto migliore di suscettibilità immagini pesate 7T risonanza magnetica, che è altamente variabile all’interno e tra le lesioni della SM, è correlata ai livelli di ferro e di mielina.

I ricercatori hanno ottenuto ad alta risoluzione spaziale suscettibilità ponderata 7T immagini RM di 21 pazienti con sclerosi multipla ed esaminati i modelli di contrasto in fase quantitativa e immagini * R2 in aree definite come lesioni della SM cronica. Spostamenti di fase positiva o negativa sono stati valutati in ogni lesione. Duyn et al post-mortem anche eseguito la RM a 7T e 11.7T ei risultati sono stati correlati con colorazione immunoistochimica per la mielina, il ferro e la ferritina.

I risultati hanno mostrato che il 60,5 per cento delle lesioni avuto una fase normale e un * R2 ridotto, mentre il 38,2 per cento aveva spostamento di fase negativa e una varietà di comparsa sulle mappe * R2. Quando confrontato con i risultati istologici, R2 * riduzione corrispondeva a grave perdita di ferro e di mielina, mentre sfasamento negativo corrisponde a depositi di ferro focale con perdita di mielina.

“I cambiamenti in questi parametri sono interpretati come indicatori di perdita di mielina e assoni, che possono seguire il processo infiammatorio iniziale in modalità MS-indotta [sostanza bianca] lesioni”, ha scritto gli autori.

La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante, anche se prima di questo studio, non si sapeva fino a che punto della mielina e il ferro ha contribuito alle variazioni di contrasto nella suscettibilità immagini pesate MR.

“La diminuzione osservata * R2 suggeriscono una profonda perdita di mielina, mentre si sposta fase negativa suggerire un accumulo focale di ferro”, ha concluso gli autori. “La concentrazione tissutale di ferro non-eme e di mielina sono particolarmente rilevanti a MS in quanto potrebbero essere riflessivo del processo di malattia di base.”

I ricercatori hanno notato che uno dei limiti dello studio è stato che solo un cervello post-mortem era disponibile per le indagini. Non tutti i tipi di lesione visto in vivo erano disponibili da quei campioni di tessuto, per cui la generalizzabilità dei risultati è limitata.

Altri fattori oltre a ferro e mielina, come l’orientamento delle fibre e la microstruttura del tessuto, potrebbe giocare un ruolo nel contrasto dell’immagine e potrebbe essere considerato nella ricerca futura.

Ultimo aggiornamento il 18 novembre, 2011 at 11:10 EST

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Radiologie: 7T IRM ouvre de nouvelles fenêtres dans les lésions de SEP
7T MR image du cerveau du patient MS – 160,18 Ko
7.0-T l’image de l’échantillon MR tissus post-mortem utilisées pour la comparaison histologique. Source: Radiologie
L’analyse combinée des R2 * 7T et des données de phase peut être capable de distinguer entre les changements dans la myéline des tissus et de fer dans la sclérose en plaques (SEP) des patients, et pourrait aider à caractériser le processus de la maladie des lésions de SP, selon une étude publiée dans le novembre 14 question de la radiologie.

Jeff H. Duyn, Ph.D., du National Institutes of Health à Bethesda, Maryland, et ses collègues ont voulu tester l’efficacité de la récente disponible à ultra-haute intensité de champ des systèmes d’IRM dans la caractérisation MS. Plus précisément, ils voulaient voir si l’amélioration du contraste de susceptibilité pondéré 7T images IRM, qui est très variable au sein et entre les lésions de SEP, est corrélée à des niveaux de fer et de la myéline.

Les chercheurs ont obtenu de haute résolution spatiale de sensibilité pondérée images IRM 7T de 21 patients atteints de SEP et étudié les modèles de contraste dans la phase quantitative et images * R2 dans les zones définies comme les lésions de SEP chronique. Déphasages positifs ou négatifs ont été évalués dans chaque lésion. Duyn et autres ont également effectué l’autopsie IRM 7T et à 11,7 T et les résultats ont été corrélés avec coloration immunohistochimique pour la myéline, le fer et la ferritine.

Les résultats ont montré que 60,5 pour cent des lésions avaient une phase normale et une R2 * réduite, tandis que 38,2 pour cent avaient déphasage négatif et une variété d’apparition sur les cartes * R2. En comparaison avec les résultats histologiques, R2 * de réduction correspondait à une perte importante de fer et de la myéline, tandis déphasage négatif correspondait à des gisements de fer focal avec la perte de myéline.

«Les variations de ces paramètres sont interprétés comme des indicateurs de la myéline et la perte axonale, qui peut suivre le processus inflammatoire initiale dans MS-induite [substance blanche] des lésions”, écrivent les auteurs.

La SEP est une maladie démyélinisante, bien avant l’étude actuelle, on ne savait pas dans quelle mesure la myéline et de fer ont contribué à des variations dans la sensibilité de contraste des images pondérées MR.

«Les diminutions observées * R2 suggèrent une profonde perte de myéline, tandis que les décalages de phase négative suggère une accumulation de fer central», a conclu les auteurs. “La concentration tissulaire du fer non héminique et de la myéline sont particulièrement pertinentes pour MS, car ils peuvent être le reflet de l’évolution de la maladie sous-jacente.”

Les chercheurs ont noté que l’une des limites de l’étude était que seul un cerveau post-mortem était disponible aux fins d’enquête. Pas tous les types de lésions observés in vivo ont été disponibles à partir de ces échantillons de tissus, donc la généralisation des résultats est limitée.

D’autres facteurs que le fer et la myéline, comme l’orientation des fibres et microstructure des tissus, pourrait jouer un rôle dans le contraste d’image et pourrait être pris en compte dans les recherches futures.

Dernière mise à jour le 18 Novembre 2011 à 11h10 HNE

dal sito "finanza in chiaro"…. ancora controversie per la CCSVI

dal sito: http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=11002

vi riporto cosa ho trovato, sono vari pezzi “copiati dal sito di cui sopra il link”

ancora controversie per la sperimentazione sulla CCSVI come concausa o causa della sclerosi multipla…

Secondo il chirurgo italiano uno dei fattori scatenanti la sclerosi multipla sarebbe un’anomalia a livello venoso (CCSVI), risolvibile tramite un intervento di angioplastica. Nel commento di Roger Chafe del Memorial University of Newfoundland si parla del Canada, uno dei paesi, insieme all’Italia, dove il dibattito è più acceso.E dove i pazienti premono di più sulla comunità scientifica perché accolga l’ipotesi Zamboni.

In Canada, infatti, la teoria del medico ferrarese ha avuto un’ampia diffusione mediatica, ma è rimasta fuori dai consessi scientifici. Né la Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), né gli enti di ricerca indipendenti sparsi sul territorio, infatti, hanno dato inizio a trial clinici per verificare l’efficacia del trattamento chirurgico. E, ovviamente, non hanno dato il loro benestare a eseguire le angioplastiche sui malati. La posizione dei medici e delle società scientifiche canadesi è chiara: in assenza di evidenze certe, lo sviluppo di trial interventistici potrebbe essere troppo rischioso per i pazienti. Per ora, la MSSC si limita a finanziare studi osservazionali per verificare l’associazione tra le due patologie, proprio come sta facendo in Italia l’Aism-Fism.

……….

La terapia per la sclerosi multipla proposta dal professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara è ora arrivata sulle pagine di Nature.
Di Admin (del 07/07/2011 @ 14:00:55, in it – Scienze e Societa, id 601 warp)

Secondo il chirurgo italiano uno dei fattori scatenanti la sclerosi multipla sarebbe un’anomalia a livello venoso (CCSVI), risolvibile tramite un intervento di angioplastica. Nel commento di Roger Chafe del Memorial University of Newfoundland si parla del Canada, uno dei paesi, insieme all’Italia, dove il dibattito è più acceso.E dove i pazienti premono di più sulla comunità scientifica perché accolga l’ipotesi Zamboni.

……

In Canada, infatti, la teoria del medico ferrarese ha avuto un’ampia diffusione mediatica, ma è rimasta fuori dai consessi scientifici. Né la Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), né gli enti di ricerca indipendenti sparsi sul territorio, infatti, hanno dato inizio a trial clinici per verificare l’efficacia del trattamento chirurgico. E, ovviamente, non hanno dato il loro benestare a eseguire le angioplastiche sui malati. La posizione dei medici e delle società scientifiche canadesi è chiara: in assenza di evidenze certe, lo sviluppo di trial interventistici potrebbe essere troppo rischioso per i pazienti. Per ora, la MSSC si limita a finanziare studi osservazionali per verificare l’associazione tra le due patologie, proprio come sta facendo in Italia l’Aism-Fism.

C’è un risvolto della medaglia: alcuni pazienti hanno fatto le valigie e sono partiti diretti verso cliniche private estere per sottoporsi a interventi di angioplastica. Non senza rischi. Nel frattempo i sostenitori del metodo Zamboni hanno continuato a crescere, grazie soprattutto a Facebook e Youtube, usati per diffondere le testimonianze positive di chi si è già sottoposto alla cosiddetta “terapia della liberazione”. E dai social media continuano le richieste di accesso pubblico agli interventi di angioplastica o di trial clinici, “senza –  come sottolinea Nature  – che se ne conoscano necessariamente le potenziali limitazioni”. Secondo la rivista, il fenomeno dei social media pone due diversi quesiti. Il primo di comunicazione medico-paziente: ovvero, se il pubblico usa i social network per organizzarsi e diffondere informazioni, forse gli scienziati dovrebbero fare lo stesso, cercando di spiegare tutti gli aspetti di una problematica.

Il secondo è questo: può la mobilitazione sociale influenzare il funzionamento della ricerca? Normalmente infatti, i trial interventistici hanno luogo solo dopo studi osservazionali incoraggianti. C’è però la possibilità che la voce dei social network possa esercitare una forte pressione nei confronti delle istituzioni politiche e scientifiche per favorire l’inizio di trial clinici, prima ancora che sia raggiunto un consenso scientifico. Una posizione giustificabile in determinati casi, secondo Nature, quando viene adottata per esempio per evitare che i malati scelgano di farsi operare chissà dove, esponendosi a ulteriori rischi. Una situazione, questa, non lontana da quella che si è verificata in Italia, dove, come dichiarato dal professor Massimo Del Sette, per motivi di “salute pubblica” si è deciso di dare il via a un “studio scientifico rigoroso” di intervento, come BRAVE DREAMS in cui includere i pazienti.

from site: http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=11002

I report what I found, the pieces are “copied from the site above the link”

even disputes as to experiments on CCSVI contributing cause or causes of multiple sclerosis …

According to an Italian surgeon triggers of multiple sclerosis have an abnormality in the venous (CCSVI), resolved by angioplasty. In the commentary by Roger Chafe at Memorial University of Newfoundland is spoken in Canada, one of the countries, with Italy, where the debate is more acceso.E where patients are pressing more on the scientific community to accept the hypothesis Zamboni.

In Canada, in fact, the theory of the physician of Ferrara has had wide media coverage, but remained outside the scientific fora. Neither the Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), or independent research bodies across the area, in fact, have initiated clinical trials to test the effectiveness of surgical treatment. And, of course, have not given their approval to perform angioplasty on patients. The position of the medical and scientific societies Canadians is clear: in the absence of certain evidence, the development of interventional trials may be too risky for patients. For now, the MSSC is limited to finance observational studies to test the association between the two diseases, just as Italy is doing in the IMF-Aism.

……….
The therapy for multiple sclerosis proposed by Professor Paolo Zamboni, University of Ferrara has now reached the pages of Nature.
Admin (07/07/2011 @ 14:00:55’s in it – and Sciences Company, 601 id warp)

According to an Italian surgeon triggers of multiple sclerosis have an abnormality in the venous (CCSVI), resolved by angioplasty. In the commentary by Roger Chafe at Memorial University of Newfoundland is spoken in Canada, one of the countries, with Italy, where the debate is more acceso.E where patients are pressing more on the scientific community to accept the hypothesis Zamboni.

……

In Canada, in fact, the theory of the physician of Ferrara has had wide media coverage, but remained outside the scientific fora. Neither the Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), or independent research bodies across the area, in fact, have initiated clinical trials to test the effectiveness of surgical treatment. And, of course, have not given their approval to perform angioplasty on patients. The position of the medical and scientific societies Canadians is clear: in the absence of certain evidence, the development of interventional trials may be too risky for patients. For now, the MSSC is limited to finance observational studies to test the association between the two diseases, just as Italy is doing in the IMF-Aism.

There is a downside: some patients have packed their bags and set off on their way to foreign private clinics to undergo angioplasties. Not without risks. Meanwhile, supporters of the method Zamboni continued to grow, thanks to Facebook and Youtube, used to spread positive testimonies of those who have already undergone the so-called “therapy of liberation.” And social media are continuing requests for public access to angioplasties or clinical trials, “not – as pointed out by Nature – not necessarily know that if the potential limitations.” According to the magazine, the phenomenon of social media poses two different questions. The first of doctor-patient communication: that is, if the public uses social networks to organize and disseminate information, perhaps scientists should do the same, trying to explain all aspects of an issue.

The second is this: social mobilization can influence the search function? Normally, in fact, the trial take place only after interventional observational studies encouraging. However, there is the possibility that the voice of social networks can exert strong pressure on the political and scientific institutions to promote the start of clinical trials, even before it reached a scientific consensus. A position justified in certain cases, according to Nature, for example, when taken to prevent patients choose to undergo surgery somewhere, exposing themselves to additional risks. That situation is not far from what occurred in Italy, where, as stated by Professor Massimo Del Sette, for reasons of “public health” has decided to kick off a “rigorous scientific study” of intervention, As BRAVE DREAMS in which patients included.

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Staminali e sclerosi multipla

http://www.corriere.it/salute/11_luglio_30/sclerosi-staminali-scienziato-

Paolo Muraro parteciperà a un esperimento
per cercare di sconfiggere la malattia degenerativa

Paolo Muraro
Paolo Muraro
MILANO – Al via in Gran Bretagna un importante trial clinico internazionale per verificare l’effetto delle cellule staminali come terapia della sclerosi multipla, guidato da uno scienziato italiano: i pazienti che saranno inclusi nello studio riceveranno iniezioni di staminali prelevate dal loro stesso midollo osseo, nella speranza che queste cellule raggiungano le zone danneggiate del sistema nervoso e le riparino.

CINQUE ANNI PER I PRIMI RISULTATI – Ci vorranno almeno cinque anni per i risultati definitivi dell’esperimento, riporta la stampa britannica. Gli scienziati inglesi hanno ricevuto fondi pari a un milione di sterline dalla Multiple Sclerosis Society e della Uk Stem Cell Foundation per tre studi che indaghino prima di tutto la sicurezza del trattamento. Poi, si passerà a valutarne l’efficacia. Uno dei tre trial, guidato da Paolo Muraro dell’Imperial College di Londra, sarà condotto a livello internazionale con 200 pazienti arruolatì fra Inghilterra, Scozia, Stati Uniti, Canada e anche Italia. «Le cellule staminali – dice l’esperto – hanno un grande potenziale contro la sclerosi. L’effetto che stiamo cercando di ottenere è quello di ridurre le recidive, fermare la progressione della disfunzione neurologica e ridurre la disabilità dei malati. Questa è la prima volta che ricercatori di tutto il mondo collaborano per testare una terapia con cellule staminali in un trial su larga scala». (Fonte: Adnkronos)
italiano_d2e63734-bade-11e0-9ed5-57850404ec1a.shtml

INPS e visite di revisione: dal sito AISM

http://www.aism.it/index.aspx?codpage=2011_07_inps

Invalidità civile
L’INPS chiama a verifica dell’invalidità: che cosa fare?

In questi giorni stiamo ricevendo al Numero Verde moltissime segnalazioni di persone preoccupate per le convocazioni a visita straordinaria per la verifica dell’invalidità civile. Che cosa bisogna fare in questi casi?

Da due anni l’INPS persegue con costanza la caccia ai falsi invalidi e AISM e FISH hanno avviato diverse azioni di protesta, di sensibilizzazione e di richiesta di chiarificazione presso l’INPS stessa e il Governo. Proprio in questi giorni sono tantissime le persone chiamate a visita di verifica straordinaria del loro stato invalidante a mezzo raccomandata da parte dell’INPS.

Per chi dovesse ricevere la raccomandata dall’INPS si possono percorrere principalmente due strade:

– la persona non invia alcun documento e attende la convocazione alla visita; in occasione della stessa porta con sé tutti i documenti più recenti in merito alla sua condizione di salute insieme a una relazione del neurologo che descrive nel dettaglio la sua situazione.

– La persona invia al numero di fax indicato nella lettera tutti i documenti sanitari più recenti tra cui la relazione del neurologo che descrive nel dettaglio la sua situazione.

Va comunque valutata la situazione caso per caso, anche in relazione ai tempi ristretti richiesti per inviare i documenti (15 giorni dal ricevimento della lettera).

In entrambi i casi è possibile, solo per i titolari di indennità di accompagnamento, inviare via fax un certificato specifico del neurologo per chiedere l’esenzione da ogni visita di verifica e una lettera in cui si richiede tale esenzione. Inoltre, si può sempre richiedere all’INPS di effettuare la visita a casa, inviando certificato medico che attesta l’impossibilità della persona a muoversi.

Per ulteriori informazioni si può contattare il Numero Verde AISM 800803028 il lunedì, e mercoledì dalle 14.30 alle 18.30 ed il martedì e il giovedì dalle 09.00 alle 13.00 (chiusura estiva dal 08/8 al 23/08).

Aggiungiamo che, nel caso di verifiche straordinarie, non è sospesa l’indennità di accompagnamento: il mancato invio della documentazione non comporta la sospensione o la revoca delle provvidenze economiche, ma solo la convocazione a visita in automatico.

Se alla visita non viene confermato l’accompagnamento, può essere richiesto da parte dell’INPS di restituire alcune mesilità di indennità. In questo caso si può far ricorso nei confronti dell’INPS sia per riavere l’accompagnamento sia per non restituire alcuna mensilità.

Approfondimenti
Per saperne di più
Accertamento della disabilità: cambiano le procedure
Al via i controlli dell’INPS: indicazioni utili per persone con SM
Controlli straordinari e linee guida sull’accompagnamento: ancora colpiti i ‘veri invalidi’
INPS: continuano le verifiche straordinarie delle invalidità civili
Invalidità civile: il punto sulle nuove procedure
Invalidita’ civile
Link
HandyLex.org – Controlli INPS sugli invalidi: che fare?

MRI pattern recognition in MS

MRI pattern recognition in Multiple Sclerosis

PLoS One. 2011;6(6):e21138. Epub 2011 Jun 17.

MRI pattern recognition in multiple sclerosis normal-appearing brain areas.

Source

Bernstein Center for Computational Neuroscience Berlin, Charité – University Medicine, Berlin, Germany.

Abstract

OBJECTIVE:

Here, we use pattern-classification to investigate diagnostic information for multiple sclerosis (MS; relapsing-remitting type) in lesioned areas, areas of normal-appearing grey matter (NAGM), and normal-appearing white matter (NAWM) as measured by standard MR techniques.

METHODS:

A lesion mapping was carried out by an experienced neurologist for Turbo Inversion Recovery Magnitude (TIRM) images of individual subjects. Combining this mapping with templates from a neuroanatomic atlas, the TIRM images were segmented into three areas of homogenous tissue types (Lesions, NAGM, and NAWM) after spatial standardization. For each area, a linear Support Vector Machine algorithm was used in multiple local classification analyses to determine the diagnostic accuracy in separating MS patients from healthy controls based on voxel tissue intensity patterns extracted from small spherical subregions of these larger areas. To control for covariates, we also excluded group-specific biases in deformation fields as a potential source of information.

RESULTS:

Among regions containing lesions a posterior parietal WM area was maximally informative about the clinical status (96% accuracy, p<10(-13)). Cerebellar regions were maximally informative among NAGM areas (84% accuracy, p<10(-7)). A posterior brain region was maximally informative among NAWM areas (91% accuracy, p<10(-10)).

INTERPRETATION:

We identified regions indicating MS in lesioned, but also NAGM, and NAWM areas. This complements the current perception that standard MR techniques mainly capture macroscopic tissue variations due to focal lesion processes. Compared to current diagnostic guidelines for MS that define areas of diagnostic information with moderate spatial specificity, we identified hotspots of MS associated tissue alterations with high specificity defined on a millimeter scale.

PMID:
21695053
[PubMed – in process]
PMCID: PMC3117878

Free PMC Article

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Figure 1
Figure 2
Figure 3
Figure 4

LinkOut – more resources

Pattern recognition risonanza magnetica in diverse aree del cervello sclerosi aspetto normale.
Weygandt M, Hackmack K, Pfüller C, Bellmann Strobl-J, Paolo F, Zipp F, JD Haynes.
Fonte

Bernstein Center for Computational Neuroscience Berlino, Charité – Università di Medicina, Berlino, Germania.
Astratto
OBIETTIVO:

Qui, usiamo schema di classificazione per indagare le informazioni di diagnostica per la sclerosi multipla (SM; recidivante-remittente tipo) in aree di lesione, aree di aspetto normale materia grigia (NAGM), e di aspetto normale della sostanza bianca (NAWM), misurato dalla norma MR tecniche.
METODI:

Una mappatura lesione è stata effettuata da un neurologo esperto per Turbo Inversion Recovery Magnitude (TIRM) le immagini dei singoli soggetti. Combinando questa mappatura con i modelli da un atlante neuroanatomic, le immagini sono state TIRM segmentato in tre aree di tipi di tessuto omogeneo (lesioni, NAGM e NAWM) dopo la standardizzazione spaziale. Per ogni area, un algoritmo lineare Vector Machine Support è stato utilizzato in diverse analisi di classificazione locale per determinare l’accuratezza diagnostica nel separare i pazienti con SM da controlli sani sulla base di modelli tessuto intensità voxel estratto da piccolo subregioni sferica di queste aree più grandi. Per controllare per le covariate, abbiamo anche escluso gruppi specifici pregiudizi nei campi di deformazione come una potenziale fonte di informazioni.
RISULTATI:

Tra le regioni contenenti lesioni uno posteriore zona parietale WM è stato al massimo informativo sullo stato clinico (96% di precisione, p <10 (-13)). Regioni cerebellari sono state al massimo informativo tra aree NAGM (84% di precisione, p <10 (-7)). Una regione del cervello posteriore era al massimo informativo tra aree NAWM (91% di precisione, p <10 (-10)).
INTERPRETAZIONE:

Abbiamo identificato le regioni che indicano MS in lesione, ma anche NAGM, e le aree NAWM. Ciò integra la percezione attuale che le tecniche standard di MR soprattutto catturare le variazioni del tessuto macroscopici dovuti a processi di lesione focale. Rispetto alle attuali linee guida di diagnostica per MS che definiscono le aree di informazioni diagnostiche con moderata specificità spaziale, abbiamo identificato gli hotspot di MS alterazioni dei tessuti associati con alta specificità definite su scala millimetrica.

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Reconnaissance des formes d’IRM dans les zones de sclérose en plaques du cerveau d’apparence normale.
Weygandt M, Hackmack K, C Pfüller, Bellmann-J Strobl, Paul F, F Zipp, Haynes JD.
Source

Bernstein Center for Computational Neuroscience de Berlin, Charité – Médecine universitaire, Berlin, Allemagne.
Résumé
OBJECTIF:

Ici, nous utilisons modèle de classification pour enquêter sur des informations de diagnostic de sclérose en plaques (SEP; rémittente type) dans les zones lésées, des zones d’apparence normale de la matière grise (Nagm), et d’apparence normale de la matière blanche (NAWM) tel que mesuré par la norme techniques de RM.
Méthodes:

Une cartographie lésion a été réalisée par un neurologue expérimenté pour Turbo Inversion Recovery Magnitude (CRIT) des images de sujets individuels. En combinant cette cartographie avec des modèles à partir d’un atlas neuroanatomiques, les images ont été segmentées CRIT en trois zones de types de tissus homogènes (lésions, Nagm et NAWM) après normalisation spatiale. Pour chaque domaine, un algorithme de support linéaire Vector machine a été utilisée dans de multiples analyses de classification local pour déterminer la précision diagnostique à séparer les patients SEP de contrôle en santé basée sur les modèles voxel intensité de tissus extraits de petits sous-sphériques de ces grandes zones. Pour contrôler les covariables, nous avons également exclus du groupe-spécifiques dans les champs de déformation des préjugés comme une source potentielle d’information.
RÉSULTATS:

Parmi les régions contenant des lésions une zone de WM pariétal postérieur est au maximum d’information sur l’état clinique (précision de 96%, p <10 (-13)). Régions du cervelet ont été au maximum d’information entre les zones Nagm (84% de précision, p <10 (-7)). Une région du cerveau postérieur est au maximum d’information entre les zones NAWM (91% de précision, p <10 (-10)).
Interprétation:

Nous avons identifié des régions MS en indiquant lésion, mais aussi Nagm, et les zones NAWM. Cela complète la perception actuelle que les techniques standard MR essentiellement capter les variations macroscopique des tissus due à des processus lésion focale. Comparé aux recommandations actuelles de diagnostic pour MS qui définissent les zones d’informations de diagnostic avec une spécificité spatiale modérée, nous avons identifié les points chauds des altérations tissulaires associées MS avec une grande spécificité définie sur une échelle millimétrique.