da \”Il Monferrato\” Sentenza Eternit
SENTENZA ETERNIT: 16 anni a Schmidheiny e a De Cartier, 25 milioni di euro a favore del Comune di Casale, 20 alla Regione, 5 all’ASL
asale Monferrato | 14/02/2012 — Il  Tribunale di Torino lunedì 13 febbraio alle ore 13,15 ha condannato a 16  anni di carcere ciascuno Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier alla  fine del processo Eternit
Ore 16,55 «La sentenza che è  stata emessa oggi dal Tribunale di Torino confidiamo servirà da monito  affinché episodi come quello dell’Eternit non si verifichino più.  Certamente in questo caso ci aspettavamo che venissero accordati i  vent’anni di carcere così come chiesto dalla Procura, accogliamo però  positivamente una condanna arrivata in tempi brevi se si considera la  durata del processo e comunque che pone la parola fine ad un triste e  drammatico capitolo per la storia del lavoro in Piemonte». Questo il  commento dell’assessore al Lavoro e alla Formazione Professionale,  Claudia Porchietto, e del vicepresidente della Regione, Ugo Cavallera,  dopo la pronuncia della sentenza su Eternit.
«Il riconoscimento di  una provvisionale di 20 milioni alla Regione e di 5 milioni all’Asl  locale – ha quindi osservato Cavallera – significa che il Tribunale ha  tenuto in grande considerazione le motivazioni della nostra difesa,  supportate da un’adeguata documentazione e dalle testimonianze rese in  fase dibattimentale dagli amministratori e dai funzionari regionali».
Ore 16,36 Soddisfatti della sentenza anche Guariniello (nella foto) e Caselli:  «La sentenza di oggi è un sogno – ha affermato il primo – è avrà una eco  mondiale. Una sentenza che farà storia e che riscriverà una parte di  giurisprudenza». Anche Caselli ha espresso giudizi positivi «per come si  è svolto il processo, molto corretto, preciso come vuole il presidente  della Repubblica, Napolitano. L’esito del processo avrà rilevanza  internazionale e contribuirà a rendere migliore la vita delle future  generazioni».
Ore 16,30 L’amministrazione comunale di  Casale Monferrato, attraverso un comunicato stampa, si dichiara  soddisfatta della sentenza emessa oggi dal Tribunale di Torino: «La  sentenza – commenta il sindaco Giorgio Demezzi – rappresenta per Casale  Monferrato, per i suoi cittadini, per gli altri Comuni del territorio  coinvolti e per quelli nelle altri parti d’Italia dove esistevano  stabilimenti dell’Eternit, un momento decisivo per uscire da questo  dramma che ci ha colpito tutti. Abbiamo sempre sostenuto – aggiunge  Demezzi – che gli imputati dovessero essere condannati per le loro  oggettive responsabilità. Ci teniamo a ribadire che le polemiche nate in  questi ultimi mesi, riguardo l’eventuale accettazione dell’offerta  economica di uno dei due imputati, non ha mai messo in dubbio la nostra  certezza sulla colpevolezza degli imputati».
Ore 16,20 Dopo due ore e 58 minuti l’udienza volge alle battute finali con  condanna degli imputati alla refusione delle spese processuali. Novanta  giorni conclude Casalbore per depositare le motivazioni.
Ore 16,06 «Una sentenza giustamente severa», commenta il sindaco di Mirabello  Luca Gioanola in prima fila nella vicenda della transazione per ricucire  il rapporto tra i piccoli Comuni che si sono costituiti nel processo  con il Comune capofila, anche nei momenti più critici.
Per i piccoli  Comuni il riconoscimento di avere subito un danno che andrà  concretamente rivendicato in una successiva causa civile, commenta  ancora Gioanola, che poi testimonia la propria commossa partecipazione e  fronte del doloroso, interminabile elenco di persone, di vite di  cittadini spezzate dalla speculazione dell’Eternit. Elenco che il  presidente Casalbore sta continuando tuttora a leggere e che dalla mole  dei fogli sembra essere giunta più o meno a metà, dopo due ore e 47  minuti di lettura.
Ore 15,42 Condannato il belga  De  Cartier  inoltre al risarcimento dei Comuni del Vercellese che hanno  accettato l’offerta dello svizzero: Motta de’Conti, Candia Lomellina e  Stroppiana.
Ore 15,40 Secondo quanto è stato dato  intendere negli elenchi delle parti civili a cui è stato riconosciuto  titolo al risarcimento vi sono anche i cittadini che si sono costituiti  per ottenere l’indennizzo del cosiddetto “danno psicologico”, la  “sindrome di Chernobyl” , il danno cioè che deriva dal fatto di essere  esposti a un rischio per la propria vita. cosa che compromette in modo  significativo la qualità della vita. Tra i commenti quello di Alberto  Deambrogio del circolo PRC-FDS di Casale Monferrato: «Oggi è il giorno  della pacata soddisfazione – dice a seguito della sentenza Eternit – è  il giorno della giustizia ottenuta però a prezzo di indicibili  sofferenze». Per Sinistra Ecologia e libertà un comunicato stampa  diffuso subito dopo la sentenza a firma di Nichi Vendola Coordinatore  nazionale, Monica Cerutti Consigliera regionale Sel e Fabio Lavagno  Coordinatore regionale Sel Piemonte «la sentenza del Processo Eternit  pronunciata oggi dal tribunale di Torino ha qualcosa di storico e  decisivo, non solo perché si è trattato del più grande processo penale  in Italia e nel mondo per le morti d’amianto, ma perché è finalmente un  punto fermo di una battaglia che, iniziata sindacalmente, è divenuta  coscienza civile.
“Una battaglia trentennale iniziata a Casale  Monferrato e che da ora deve diventare fondamentale nelle scelte dei  modelli di sviluppo produttivi che devono tenere conto della salute non  solo dei lavoratori e dei loro famigliari, ma dell’intera comunità e  dell’ambiente in cui questa è inserita o a cui si rivolge».
Ore 15,35 Positivi i commenti di Bruno Pesce, coordinatore del Comitato vertenza  amianto che mette in evidenza l’importanza a livello internazionale  della sentenza che “riconosce anche il dolo”. Quanto alla provvisionale  di 25 milioni riconosciuta al Comune di Casale si limita ad annotare che  “è più di 18 milioni”, la cifra ipotesi di transazione tra il Comune di  Casale e l’imputato svizzero Stephan Schmidheiny, transazione poi  respinta dal Comune. Giudizio positivo anche da parte di Sergio Bonetto,  difensore di tanti cittadini costituiti nel processo che si dice  soddisfatto anche come legale del Comune di Cavagnolo che a giugno aveva  invece sottoscritto la transazione con lo svizzero: “Avevo detto che  trattandosi di una transazione la cifra oggetto dell’indennizzo avrebbe  dovuto verosimilmente essere almeno doppia, e il Tribunale ha accolto la  mia richiesta”.
Ore 15,30 Arrivano altre dichiarazioni  mentre si sta ancora leggendo la sentenza. Paolo Filippi, presidente  della Provincia di Alessandria: «Vedo il bicchiere per tre quarti pieno.  Mi pare difficile che i paesi possano avere da subito le provvisionali.  Sono soddisfatto per il 25 milioni di euro al Comune di Casale, per i 5  alla Provincia e per i 20 alla Regione». Fernanda Giannasi , pasionaria  del movimento che si oppone alla lavorazione dell’amianto in Brasile e  in tutta l’America Latina: «Casale e gli italiani devono essere  soddisfatti per la sentenza di oggi. Casale ha rispolverato la sua  immagine che era decaduta negli ultimi mesi. Una sentenza che aiuta il  Brasile dove si lavora ancora l’amianto soprattutto dal punto di vista  della sicurezza. Questa sentenza potrebbe salvare tante vite nel mio  paese».
Ore 15,10 Imputati condannati a indennizzi – da  liquidarsi in separata sede civile – anche dei Comuni che si sono  costituiti parte civile: Balzola, Villanova, Pontestura, Morano, Ozzano,  Coniolo, Mirabello, Provincia di Torino, Provincia di  Alessandria,  Comune di Rubiera.
Ore 14,53 Arrivano i primi commenti  dopo la sentenza. Pondrano e Pesce dell’Afeva: «Condanna giusta. Per  quanto riguarda Reggio e Bagnoli dobbiamo fare una riflessione più  ampia, studiando la sentenza. Per quanto riguarda Casale vogliamo dire  che 25 milioni sono più dei 18, mentre per Cavagnolo 4 sono più di 2.  Siamo molto soddisfatti : è una sentenza di rilievo mondiale: la  multinazionale delle vittime ha battuto la multinazionale dell’amianto».
Ore 14,19 Prosegue la lettura delle parti civili a cui il Tribunale ha  riconosciuto un risarcimento a titolo di provvisionale, salvo poi  liquidazione del danno complessivo reclamato dalle parti offese tramite  una separata causa civile. Un elenco interminabile, straziante di nomi  di parenti di persone uccise dall’amianto.
Casalbore legge un nome  alla volta traendo dal tavolo i fogli dove è stato steso l’elenco:  complessivamente una piccola risma alta tre-quattro centimetri.
Ore 13,50 Il Tribunale condanna inoltre gli imputati al pagamento delle  provvisionali a favore del Comune di Casale (25 milioni di euro),  Regione Piemonte (20 milioni), Asl (5 milioni), Afeva (100mila euro),  60mila euro a favore della presidente dell’Afeva Romana Blasotti Pavesi e  dei suoi familiari.  Ai figli e alla moglie di Alberto Badino, ex  lavoratore della Cerutti, sportivo, appassionato di montagna, mai  lavorato all’Eternit ma nato e cresciuto a Casale una provvisionale di  30mila euro euro. La moglie rimasta sola con due figli aveva accettato  la proposta di transazione dello svizzero Schmidheiny con le lacrime  agli occhi, a causa delle difficoltà economiche. Trentamila euro  dovranno essere versati dall’imputato belga De Cartier ai congiunti di  Giorgio Barbesino, ex segretario del PSI negli anni Ottanta.
Ore 13,15 Il presidente Casalbore legge immediatamente il verdetto. Sedici anni a  entrambi gli imputati per i fatti relativi a Cavagnolo e Casale, non  per Rubiera e Bagnoli perché i reati sono prescritti. Condanna inoltre  gli imputati al pagamento delle spese processuali e in solido con le  società chiamate in causa come civilmente responsabili al pagamento di  risarcimenti. De Cartier dovrà versare 4 milioni di euro a favore del  Comune di Cavagnolo (Schmidheiny aveva firmato una transazione a giugno  per due milioni di euro) ed entrambi tra gli altri alla provvisionale a  favore dell’Inail di 15 milioni che aveva chiesto complessivamente 272  milioni di euro per le spese sostenute a causa delle malattie causate  dall’amianto ai lavoratori. Poi procede con la drammatica, lunghissima  lista delle parti civili, i singoli cittadini che si sono costituiti nel  processo per la morte dei propri familiari.
Ore 12,30 – Si ritorna in aula per la sentenza. Fuori dal Palazzo le manifestazioni delle associazioni
Si  ritorna in aula in attesa del rientro della Corte. La sentenza è  prevista per le 13,15. Durante la mattinata, fuori dal Palazzo di  Giustizia, si è svolta una manifestazione con le associazioni dei  famigliari delle vittime dell’amianto di Casale e della Francia, Voci  della Memoria, No Tav. A mezzogiorno c’è stato anche tempo per il pranzo  “al sacco” offerto dall’Afeva.
Ore 11,45 – Guariniello: un processo che è anche una parola di speranza per le popolazione vittime dell’amianto
«È  un processo in cui si può dire una parola di speranza per tutte le  popolazioni che sono state esposte all’amianto, ed è una parola di  speranza che vale anche per tutte le altre grandi tragedie del lavoro e  dell’ambiente che si consumano nel mondo. Dimostra che ci può essere una  risposta delle pubbliche istituzioni, e l’esito è importante per  dimostrare a tutti che questi processi si possono e si devono fare».
Con  queste parole il pm Raffaele Guariniello  questa mattina in attesa del  verdetto ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano quale fosse il  significato del Processo Eternit, giunto oggi all’ultima udienza.
«Ho  cominciato a occuparmi di sicurezza del lavoro dagli anni Settanta, da  allora è cambiato molto – ha aggiunto Guariniello – basta guardare  quest’aula per capire quanta speranza oggi c’è e quanto possa essere  ritenuta fondata». Un’aula strapiena di giornalisti giunti a Torino da  tutto il mondo per assistere all’epilogo di quello che è stato definito  il processo del secolo da un organo di stampa giapponese.
«Le  istituzioni pubbliche hanno un grande compito nel dare una risposta a  questa sete di giustizia che arriva dalle popolazioni. Oggi speriamo –  ha aggiunto Guariniello – di poter dare risposte adeguate, che facciano  capire a tutti i vertici delle grandi impresi che verrà giudicata la  politica aziendale della sicurezza».
«L’insegnamento di questo  processo è – ha detto inoltre il noto magistrato torinese – che noi  dobbiamo entrare nelle stanze dei consigli di amministrazione dove si  decide quanto si spende per fare sicurezza».
A una giornalista  francese che ha chiesto a Guariniello se la sentenza potrà influire  sull’attesa di giustizia delle vittime dell’amianto nel suo paese ha  risposto: «Non solo la Francia ma anche tanti altri paesi. Questo  processo dimostra che si può e si deve fare…».
Ore 9,34 – La sentenza sarà letta alle ore 13,15
Zaccone,  legale di De Cartier, rinuncia alla replica. La Corte si ritira: «Ci  vediamo alle 13,15 per la lettura della sentenza» afferma Casalbore  (nella foto Guariniello assediato dai giornalisti al Palazzo di  Giustizia).
Ore 9,30 – Nessuna revoca della costituzione di parti civili dei Comuni
L’avvocato  Marco Gatti dichiara  di avere depositato la revoca della costituzione  di parti civili di alcuni Comuni. Casalbore non concede l’intervento e  precisa che la revoca è intempestiva e che se ne terrà conto nei  successivi gradi di giudizio.
Ore 9,20 – Comincia l’udienza
Il  Tribunale – presidente Giuseppe Casalbore, giudici a latere Fabrizia  Pironti e Alessandro Santangelo – fa ingresso nella maxiaula 1. Tutti in  piedi. Il presidente Casalbore getta uno sguardo sull’aula strapiena di  avvocati, giornalisti, familiari, sindaci: «Prego accomodatevi».  Ammonisce i giornalisti a fare silenzio: «L’aula non è un teatro».
L’udienza  che dirà se i due imputati – lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga  Louis de Cartier – sono innocenti o colpevoli e di quali reati, quindi  ha inizio.Subito l’appello dei legali.
Ore 9 – Gli studenti al Palazzo della Provincia di Torino
Sei  pullman di studenti  giungono al palazzo della Provincia da dove  seguiranno su maxischermo grazie al collegamento garantito via web.
Ore 8,45 – L’arrivo a Torino al Palazzo di Giustizia 
Ventiquattro  pullman solo di familiari delle vittime e cittadini colpiti dal dramma  amianto nelle località in cui c’erano gli stabilimenti dell’Eternit, in  Italia e in Europa sono arrivati a Torino. Ma ci sono anche delegazioni  da molti altri Paesi in cui l’amianto ha fatto strage oppure viene  ancora attualmente lavorato. Davanti al Palazzo di giustizia una fiumana  di persone.
Lunedì 13 ore 7 – Novecento casalesi su 16 pullman sono partiti alla volta di Torino per il processo Eternit
Sono  partiti alle ore 7 i circa 900 cittadini casalesi alla volta di Torino  per assistere all’udienza del Processo Eternit. Sedici pullman da piazza  Castello più varie auto e un pullmino, più il pulmann dei sindaci e  degli amministratori organizzato dal Comune di Casale per prendere parte  all’udienza finale del Processo Eternit, un processo su cui sono  puntati gli occhi di tutto il mondo (foto Igor Furlan).
Giunti parecchi giornalisti di testate emittenti e tivù nazionali
A  Casale oggi – domenica – sono giunti parecchi giornalisti di testate  emittenti e tivù nazionali e stranieri, tra cui le troupe di «LA7» che  ha seguito la vicenda della transazione e gli inviati del quotidiano  francese «Le Monde», tanto per fare un esempio.
Tantissimi gli  accrediti richiesti per questa udienza finale del processo al tribunale  di Torino, «un faldone», dice una impiegata del palazzo di giustizia che  gestisce le richieste.
Tante da indurre il presidente del Tribunale  Giuseppe Casalbore a un fermo invito ai giornalisti  all’autoregolamentazione «perché non derivi un pregiudizio per il  regolare e sereno svolgimento dell’udienza che il Tribunale valuterà nel  corso stesso dell’udienza. In tal caso al fine  di evitare di dovere  revocare a tutti l’autorizzazione alle riprese televisive si invitano  gli interessati a coordinarsi spontaneamente tra di loro in modo da  limitare all’indispensabile l’uso di apparecchiature tecniche. In caso  contrario questo tribunale di vedrà costretto a dovere vietare qualsiasi  ripresa televisiva».
Domani – insomma – sarà il giorno della verità,  si saprà se lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Jean Louis De  Cartier de la Marchienne sono o no – secondo la giustizia italiana – gli  effettivi responsabili di quella multinazionale dell’amianto che col  marchio Eternit ha accumulato in quasi un secolo enormi profitti  lavorando una fibra che in modo inequivocabile, da metà anni Sessanta, è  diventato evidente che provocasse danni gravissimi alla salute.
Vent’anni la richiesta della pena formulata dai pm Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace.
Lunedì  sarà il momento in cui il diritto, le leggi, la norma, si misureranno  con le coscienze, la storia, i destini di  quella comunità  internazionale offesa da una industria criminale in cui il caso ha  voluto rientrasse con un tragico ruolo di spicco anche la  città di  Casale. Insieme a Napoli, Rubiera, Cavagnolo e chissà quante località  nel mondo dove Eternit e altri gruppi lavoravano il cemento-amianto.
La rilevanza internazionale 
Un  processo di enorme rilevanza (2.889 le vittime dell’amianto) non solo a  livello nazionale, ma a cui tutto il mondo guarda per le implicazioni  che una sentenza che inchiodasse alle proprie responsabilità i vertici  della multinazionale Eternit potrebbe avere laddove la giustizia non ha  fatto ancora il suo corso.
E anche nei confronti di coloro che  continuano a lavorare la fibra killer, confidando, come avveniva in  passato, che la lunga latenza delle patologie provocate dall’asbesto  consenta di fare profitti dribblando – infine – le proprie  responsabilità, grazie al fatto che decenni dopo risulta estremamente  complesso ricostruire le vicende e attribuire le colpe.
Lunedì il  tribunale di Torino – presidente Giuseppe Casalbore, giudici a latere  Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo – pronuncerà il proprio  verdetto dopo un processo durato due anni: 65 udienze, tante  testimonianze, perizie e controperizie, una montagna di documenti (solo  l’indagine della Procura conta circa 230mila pagine), che l’accusa e la  difesa hanno prodotto per suffragare le proprie tesi.
E dei quali il Tribunale ha dovuto valutare veridicità e peso effettivo.
Una  udienza che si aprirà alle 9 con le conclusioni dell’avvocato Cesare  Zaccone, difensore dell’imputato belga, a cui seguirà la Camera di  Consiglio durante il quale il tribunale provvederà formalmente alla  stesura della sentenza. Poi il tribunale rientrerà per la lettura del  verdetto.
Seimila le parti civili costituite nel Processo Eternit
Nel  dispositivo della sentenza dovranno essere chiarite – secondo i legali –  non solo le effettive responsabilità degli imputati, ma la sussistenza  dei reati, il ruolo delle società chiamate in causa come civilmente  responsabili (che dovranno mettere mano al portafogli se i responsabili  non pagassero…), e l’ammissibilità della parti civili, circa 6000.
Una  lettura che si annuncia lunga visto l’elevatissimo numero di soggetti  coinvolti e su cui il Tribunale, si presume, dovrà esprimersi per  chiarire le moltissime e differenti posizioni all’interno del processo.  Quattro o cinque ore per la lettura del dispositivo, valutano i legali  delle parti civili che dovrebbe chiarire quali posizioni sono state  accolte, quali il tribunale ha deciso di liquidare con la cosiddetta  «provvisionale» (l’«acconto» sui risarcimenti richiesti da chi ha subito  danni qualora gli imputati siano ritenuti colpevoli), le posizioni non  ritenute ammissibili per la più svariate ragioni.
Una partecipazione straordinaria
L’udienza  potrà essere seguita anche via internet collegandosi al nostro sito con  puntuali aggiornamenti, oppure sul sito della Provincia di Torino che  trasmetterà il filmato in streaming  (http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/2009/processo_eternit) o in  diretta audio su Radio Gold (frequenze FM89.1 – FM88.8) oppure sempre  in streaming sul sito www.radiogold.it.
Prevista una partecipazione  straordinaria all’udienza; la Protezione Civile allestirà all’esterno  del palazzo di giustizia alcuni gazebo per distribuzione bevande e  servizi igienici.
Sono 23 i pullman coordinati dalla «multinazionale  delle vittime»; giungeranno da  Casale, Reggio Emilia, Bologna (con  tanti giovani); ce ne sarà uno dei lavoratori della Bemberg, industria  di Gozzano (NO) che produceva rayon utilizzando forti quantità di rame e  ammonio. E poi cittadini da Livorno, Viareggio, Savona, Roma, Bari,  Milano, Broni, Napoli.
Tre pullman e varie delegazioni dalla Francia:  esponenti dell’Andeva (l’associazione delle vittime francese), minatori  della Lorena, delegazioni dall’Ardèche e dall’Alta Savoia, giungeranno  in treno le vedove di Dunkerque, località dell’estremo nord della  Francia in cui vi era uno stabilimento Eternit.
Attese altre delegazioni da Inghilterra, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, Belgio.
In  tutto si valuta che affluiranno a Torino almeno 1200 persone e si sta  quindi provvedendo a organizzare questa eccezionale affluenza. A  disposizione due aule bunker da 250 posti, più l’aula magna da 700 e la  sala congressi della vicina provincia di Torino con altri 250.
Nella  maxiaula 2 verranno sistemate le delegazioni degli stranieri e si sta  lavorando per organizzare un servizio di traduzione simultanea in  inglese e francese.
Si annuncia una copertura giornalistica globale:  tivù e giornalisti di carta stampata e radio stanno giungendo a Casale  in questi giorni da tutta Europa.
Massimiliano Francia, Alberto Marello