C’è un momento alla fine della giornata, alla fine della settimana… @Giulia Gallizzi

Giulia Gallizzi, medico oncologo, ha 35 anni, una sincera passione per lo scrivere:

*Mi chiamo Giulia Gallizzi, sono nata ad Acqui Terme, ho 34 anni. Ho studiato Medicina specializzandomi in Oncologia. Ho amato ed amo il mio lavoro, pur con il carico di emozioni talvolta difficile da contenere e lo conduco attualmente all’ospedale di Casale Monferrato. Ho sempre scritto per me stessa, per sfogo e per passione. Prima la penna poi le dita sono diventate mie  alleate nell’immortalare il ricordo, l’intimità, la rabbia, la commozione. Nell’era dei social network condividere diventava molto semplice. Bastava un click e tutto il mondo avrebbe letto il mio pensiero, senza dovermi muovere o cambiarmi d’abito. Così è iniziata la mia nuova storia. Le mie parole raggiungevano cuori molto lontani geograficamente e spiritualmente. Dopo un iniziale pentimento per lo stress che mi avrebbe arrecato questo mettermi in gioco, ho continuato a scrivere e a gridarlo assiduamente. Un giorno incontro Alda, virtualmente e delicatamente, grazie sempre alle mie parole. Alda mi propone di far parte del suo appassionato angolo di mondo. Ed eccomi qui… *

– C’è un momento alla fine della giornata, alla fine della settimana, alla fine del mese…in cui non riusciamo a trattenere le lacrime. E siate certi che nessuno vedrà questo momento…perché pervaso da un’intimo e sbagliato senso di colpa, che viene da lontano e che non si può spiegare…perché noi siamo lì per alleviarla, la sofferenza, e non possiamo soffrire perché peggioreremmo solo tutto. Da noi ci si aspetta la soluzione, troppo spesso la guarigione…e noi siamo quelli che hanno il compito oneroso di dire “non c’è più niente da fare”, “dobbiamo far sì che non soffra, che non senta dolore, che non percepisca questo momento”. Noi siamo a contatto con la morte. Quotidianamente. Noi ci siamo scelti questo mestiere, guadagniamo “tanti” soldi come molti dicono, noi non possiamo lamentarci di questa vita. Noi però siamo esseri umani, a volte troppo, contenitori di sfoghi e storie e pianti e sorrisi. Noi però abbiamo bisogno di aiuto, per aiutare. Noi, se non ci capissimo con gli sguardi, con i silenzi, con i gesti, noi non sopravviveremmo. Io, se non avessi i colleghi che ho, gli infermieri che ho, sarei già impazzita oltre il punto di non ritorno.
Vi chiedo solo di ricordarvi di noi, del fatto che non siamo onnipotenti, del fatto che la morte fa parte della vita, del fatto che noi ce la mettiamo tutta e anche di più e ci affezioniamo alle battaglie che sono anche le nostre, di cui conosciamo a memoria ogni TAC e ogni esame del sangue. E conosciamo persone che toccano il cuore e scavano una nicchia che li custodirà per sempre.
Ricordatevi che noi il lavoro ce lo portiamo a casa eccome, perché se non lo facessimo, questo lavoro non lo faremmo bene, e il prezzo più grande lo pagano le nostre famiglie.
Ricordatevelo, ogni volta che ci buttate addosso la rabbia della disperazione e della rassegnazione. Non è nostra la colpa del destino.
Noi siamo dalla vostra parte, lasciando indietro il nostro tempo e la nostra vita per proteggere la vostra.
Ricordatevelo…ricordatevelo perché noi siamo più fragili di quanto mostriamo. E abbiamo paura…come voi. Ma non smetteremo mai di lottare per la cura, la dignità e la serenità della vostra (nostra) battaglia. –

Buon Anno a me, fortunatamente io!

docenza iniziata: grazie a te Mamma!

… A 20 anni il 17 giugno del 1974 mi dissero che non sarei mai arrivata ai 21… Sono diventata insegnante di scuola media inferiore, mi sono sposata ed ho vissuto il grande Amore, il miracolo della vita con mio figlio Guido orgogliosamente io sua Madre. Grandi e precoci abbandoni hanno segnato profondamente il mio “io”, in questa città di amianto che ha segnato nel tempo tutti e che ora vive di Resilienza obbligata. Mi sono rapportata mio malgrado con la disabilità in malattia visibile e non, abilmente mascherata da un abile controllo costante legato ad ore e ore di fisioterapia continuativa. Quattro anni della mia vita come Madre, Moglie e Donna con-vissuti con febbre ogni giorno ed il disagio psicofisico delle terapie pesanti legate alla Sclerosi Multipla. La SM, con lei ho accettato un dialogo interiore per farle capire che lotteró fino a che avrò voglia di vivermi in autoironia una guerra senza fine con la bizzarria che regala di continuo al mio corpo. Credo di potercela ancora fare: io speriamo che me la cavo! Lo scontrarmi con chiacchiere assurde relative ad uno status a me non appartenente perché essere gemella di tre femmine quasi identiche non ha agevolato la mia identità personale. Nasce così il diario negativo dei malintesi e gossip da bar di paese senza cultura. Tutto questo mi ha costruita ad avere una feroce dignità ingannevole persino a me stessa, da non riconoscermi se non nei momenti di riacutizzazione della scocciatura, dove ritornare nel disagio più profondo mi toglie il sonno: la paura di dover dipendere ancora più che mai di ora. Dignità orgogliosamente mia. Ho visitato in lungo ed in largo mezza Italia, ho conosciuto Amici Speciali che mi hanno accolta con le mie limitate abilità, la stanchezza dolorosa, le ansie. Amici, Voi che mi state attualmente accompagnando con discrezione. Una vita di Coppia unita affettivamente e profondamente, complici sempre per aiutare i propri figli, le loro famiglie. E si procede maggiormente rinforzati nel tempo, nonostante le difficoltà di Tutti coloro che vivono lo Status di “Società Famigliare”. Le Radici che mancano, gli affetti presenti ancorati profondamente nel cuore. La gemella rimasta, fisicamente lontana, ma emotivamente molto presente, ultimo tassello di quel trio chiacchierino chiuso nei ricordi dell’anima. Famiglie reclutate nel tempo ed “aggiunte”. I nipoti, Tutti indistintamente al mio fianco dimentica io volutamente delle sciocche incomprensioni legate ad un qui ed ora che non voglio resti “dolore segnato”. La vita che corre e scorre… Buon Anno a venire a me stessa: ” io fortunatamente Alda nonostante tutto!”

LILT a Casale Monferrato …una realtà da scoprire!

LILT ALESSANDRIA

LILT in Casale Monferrato


La Delegazione è stata inaugurata nel 2001, con coordinatore il Dr. Massimo Iaretti, nel corso del decennio si sono succediti diversi coordinatori: Dr. Massimo Iaretti (2001-2007); Dr. Roberto Casalone (2007-2008); Sig.ra Valeria Luparia (2008-2011); Dr. Massimo Iaretti da fine 2011.

Dopo un periodo di alcuni anni di inattività la delegazione casalese si è ricostituita nella primavera del 2015, con a capo il nuovo coordinatore Dr. Muzio, attualmente responsabile della SOC di Oncologia dell’Ospedale Santo Spirito di Casale. La nuova ricostituzione della delegazione di LILT a Casale e’ stata fortemente voluta dal Dr BOTTA ex Primario dell’oncologia del nostro ospedale, ora in pensione che ha trascinato i suoi giovani colleghi in questa affascinante avventura con bei propositi in ambito sia di prevenzione che di assistenza al malato. Gli associati che hanno aderito nei primi tre mesi sono circa 150. In questi anni di attività, la Delegazione LILT di Casale si è impegnata a finanziare, grazie ai fondi raccolti, l’acquisto di attrezzature scientifiche per la Pneumologia e l’Oncologia dell’Ospedale S. Spirito di Casale e a sostenere economicamente progetti di ricerca sul mesotelioma pleurico. La LILT di Casale si è anche impegnata, negli ultimi anni, ad avviare un tavolo di confronto tra le associazioni di volontariato che si occupano di oncologia, per coordinare le diverse iniziative a favore della ricerca e dell’oncologia, in quanto il problema del mesotelioma è sempre presente nella realtà casalese e la città ne è più che mai sensibile. Nel 2009, sono state acquistate anche attrezzature ambulatoriali per la chemioterapia. L’obiettivo di questa iniziativa era la realizzazione di un ambiente confortevole per chi si sottopone alle cure chemioterapiche. Il progetto 2009 “Una poltrona per la chemioterapia” è stato completato nel 2010 con l’acquisto di: n. 1 elettrocardiografo ELI 150 + carrello “Clinic Grade” per ELI 150 n. 2 pulsiossimetri; n. 5 letti articolati, completi di materasso/cuscino/sponde acquistati per il DH di Oncologia, in accordo con il personale preposto. Nel 2009, in occasione della Campagna Nazionale LILT Nastro Rosa di Ottobre, è stato organizzato, in collaborazione con il Dr. Botto e le sue assistenti, un ambulatorio per visite senologiche gratuite. L’iniziativa ha avuto un notevole successo ed è stata replicata anche nei mesi di Febbraio 2010, Ottobre 2010 e Febbraio 2011 e per la campagna Nastro Rosa 2015. Nel 2010 con l’equipe del Dr. Gemme, della Gastroenterologia di Casale, si sono poste le basi per un progetto intitolato al socio Giancarlo Gatti, consistente nel finanziamento delle spese sostenute dalla Struttura Operativa Semplice di Gastroenterologia necessarie allo svolgimento di uno studio di ricerca rivolto alla valutazione di efficacia di un marcatore fecale di cancro del grosso intestino. Con deliberazione n° 66 dell’11/03/2010 è stato approvato dal Comune di Casale Monferrato un protocollo d’intesa con la LILT per avviare campagne di informazione e prevenzione oncologica alla popolazione casalese. Nell’aprile dello stesso anno è stato organizzato il convegno “Progettiamo il futuro. Urbanizzazione e salute nelle città: la bonifica dell’amianto a Casale Monferrato”. Nei suoi primi mesi di attività nella primavera 2015 la delegazione ha organizzato un grande evento in giugno per presentarsi alla città: “L’estro armonico della prevenzione” concerto dell’orchestra Junior Classica di Alessandria, che da anni collabora con LILT di Alessandria. Il concerto si è tenuto presso il Teatro Municipale di Casale, grazie all’ospitalità del Comune, ha riscosso grande successo e ha dato inizio ad una raccolta fondi per l’acquisto di un videodermatoscopio da destinare all’ambulatorio LILT di Casale, per fornire ai cittadini la possibilità di controlli dermatologici gratuiti per la prevenzione dei tumori della pelle.

Questo ambulatorio e’ attivo da fine gennaio 2016 In collaborazione con l’assessorato alla Pubblica Istruzione e all’Associazionismo del Comune di Casale, rappresentato dalla Professoressa Caprioglio, dal mese di luglio 2015 e’ stato attivato lo SPORTELLO SALUTE LILT. Si tratta di servizio gratuito di informazione e assistenza dove i cittadini affetti da patologia oncologica possono avere consulenza per la gestione dei rapporti con i medici di famiglia, con le ASL e gli ospedali. Inoltre i volontari dello Sportello Salute LILT possono indirizzare i pazienti ai diversi uffici e alle strutture di competenza per le procedure assistenziali e previdenziali (ASL, INAIL, INPS, PATRONATO) così da evitare al paziente inutili e dannose perdite di tempo nel peregrinare tra ospedali e uffici. Nell’estate 2015 la delegazione ha organizzato incontri con le varie realtà che già operano in merito a temi di prevenzione nella città. Ottima la collaborazione con il distretto ASL di Casale con cui sono in programma diverse attività da svolgere nelle scuole casalesi sia primarie che secondarie: incontri formativi per i docenti, incontri a tema con le classi di scuola superiore. È inoltre in divenire il progetto PIEDIBUS,

attualmente oggetto di studio presso ASL e Comune, da proporre alle scuole primarie per promuovere l’attività fisica e il contenimento dell’inquinamento ambientale organizzando un gruppo di volontari che accompagnano i ragazzi a scuola a piedi.In ottobre 2015 nel corso della campagna ottobre rosa sono state fatte più di 120 visite senologiche gratuite presso l’ospedale santo spirito di Casale .Grazie alla collaborazione del dr. BOTTO, senologo del nostro ospedale.

( tutto il materiale fotografico è stato inserito con il permesso dei leggitimi proprietari, in caso di controversie cercarmi tramite email per la correzzione di eventuali errori)  questa è una pagina in allestimento. grazie)

da "la valigia cartonata" By Alda Neumeno

caro diario oggi il tempo non è dei migliori e uscire non si può…sto lottando per non insultare il mio prossimo…

“Si, ora ne parlo davvero perché sono stanca ma non di me stessa, ma della stupida ignoranza di chi ti vede fare tre scalini e poi armeggiare con la sedia a rotelle, pensando che forse tu ti sia inventata questa strana patologia del ” si vede, ma non si vede..” che dona il diritto a criticare se chiedi la tua area H personalizzata libera per le giornate no, quando devi pensare a quei pochi secondi che dalla strada ti portano all’ascensore per correre in bagno e non farla come i cagnolini nell’angolo della scala! Però potrebbe essere una idea! quasi quasi!!!

Vorrei capire come fare a spiegare quando sei così stanca da volerti sedere per terra!!! Quante volte lo ho fatto! Seduta sugli scalini dei bar dove entravo tremante a chiedere acqua e zucchero ed un caffè veloce e sentirti dire: esca, lei è tossica! Si, mi è accaduto anche questo, in una età che si è troppo giovani per ribattere e si esce mortificati perché troppo educati a non insultare! Così nel tempo imparai a sostare presso le farmacie degli amici di vita, perché con loro non dovevo giustificare nulla e potevo approfittare di una pausa corroborante seduta per riposarmi!
Quante volte, noi donne e giovani uomini siamo stati catalogati isterici, psichiatrici o depressi, perché quando questa malattia è iniziale è così stupidamente passionale da farti pensare davvero di essere fuori dai limiti razionali.
Tu che non sai come raccontare cosa ti accade!!!! e quanti sono stati i medici che ti hanno dato un target mortificante! tanti, troppi…a volte mi chiedo ancora oggi, se la laurea presa sia stata conseguita al CEPU per alcuni!!

Ho smesso un lavoro che amavo tantissimo, ho perso 10 anni della mia vita per avere una diagnosi, perché non dicevo tutto, non dicevo che mi pareva di camminare sulle acque come faceva Gesù Cristo,o che vedevo i fiumi risalire il loro letto! Se fossi stata un salmone per lo meno ero giustificata!
Si…..l’acqua che saliva al contrario!!… che malessere interiore, che rabbia capire che qualche cosa accadeva e non avere il coraggio di dirlo!
Chi mi leggerà e conosce il mio vissuto sa pure quante soluzioni ho cercato per capire se erano problemi mentali o meno, arrivando anche a fare analisi, frequentando pure gruppi di auto aiuto pensando di essere matta!
si, ora sono sono davvero STANCA!!!

NON di cosa VIVO, io sono ancora nonostante tutto fortunatissima, ma sono stanca della GENTE, DEI GIUDICANTI !
Stanca ed annoiata del “buonismo falso” di chi ti incontra al supermercato, e ti dice: “vedo che sei guarita! non sei sulla sedia a rotelle ed hai un bel volto ed un sorriso luminoso!” e tu che la guardi in volto dicendo: ” si per fortuna oggi è una bella giornata!” e decidi che è meglio fare invidia che pietà ed è sempre stata questa la mia filosofia di vita!
La Sclerosi Multipla pare per gli acculturati interinali, che sia solo la carrozzina, il parlare scandito lentamente e vederti solo seduta!
Oggi, se ne parla! ma ancora troppo poco! è più di effetto parlare di un tumore, non delle patologie neurodegenerative! E guai a dire che hai questa patologia! sei bollata sul lavoro come una che se la “tira” a fare la finta stanca!

Sclerosi multipla, il cui acronimo è SM o MS
I mass media ne parlano, si preoccupano le associazioni di darci una vita indipendente, ma non si preoccupano di illuminare a scuola i giovani all’etica della disabilità! NESSUNO ci pensa, o cerca di parlarne il minimo indispensabile perchè forse sono scaramantici e pensano che i giovani siano troppo sensibili a questa sofferenza.
Ma è etico lasciarli davanti alla tv a vedere lotte intestine religiose e macabri racconti di omicidi, suicidi e infanticidi o guerra di ogni genere!????

Lo sanno mio marito, mio figlio, la sua splendida fidanzata, i miei amici che ho a fianco ogni giorno, come sono abile a condividere la vita in comune che guerra combatto ogni giorno contro quello che la gente non vede, non conosce e non sa ironizzando ed alcune volte anche piangendo! Non sono un mostro di eroe e neppure Madre Teresa di Calcutta e non intendo fare colei che porta la croce ! non sono una Santa!

LA Sclerosi Multipla non è solo la sedia a rotelle!!! Noi persona con SM siamo un nome, un cognome ed una stramaledetta voglia di vivere!!! Non siamo le nostre terapie con febbre ed effetti collaterali pesanti per anni ed anni. Non siamo la RMN di controllo, gli esami di routine! SIAMO ALDA, CATE, ALESSANDRA, MARCO, GIUSEPPE, NANDO, FABRIZIO, CELESTINA, ALFREDO, ed altre 1,3 milioni di persone! Siamo mogli, madri, medici,imprenditori, operai, insegnanti, professionisti, ragazzini, gay, lesbiche ecc! siamo VITA, siamo ANIMA ed EMOZIONI! Dovete RISPETTARE la nostra normalità che a voi appare a volte una disastrante diversità! i diversi siete VOI!

Carissimi ignoranti del popolino che pensa che questa malattia ti dia diritto ad un riconoscimento della 104, un area dedicata per il parcheggio ed un eventuale accompagnamento come bonus per rimpinguare la cassa di casa NON AVETE COMPRESO NULLA DELLA VITA!!!

Ora ve la racconto in 4 parole : la SM è parestesie, dolore neuropatico, disautonomia globale, ipovisione, ipoacusia, disequilibrio, incontinenza vescicale ed intestinale, o ritenzione in toto! E’ per alcuni di noi anche solo la PEG (nutrizione enterale mi pare si chiami così) non è poco! credetemi!

SM è avere giornate in cui pensi di essere tutto uno “scherzo di natura” e altre in cui, cammini a braccia e gambe larghe, oppure hai la bocca storta o la risata isterica o decidi in casa di usare il bastone! Non perchè si ha voglia di fare una strage famigliare!

SM è una mattina alzarti e non usare più le gambe o essere quasi “orbi” nel vero senso del termine, se ti colpisce nella forma più pesante in età giovanile (SM primaria progressiva).
SM è avere periodi di benessere alternati come un raffreddore a periodi di malessere con paresi, ipovisione e tant’altro (SM/ RR sclerosi multipla a ricadute e remissioni). SM è avere lievi problemi che passano inosservati, ma che sono e saranno la tua spada di Damocle per la vita sulla testa (SM lenta o benigna R/R) SM è arrivare ad avere riacutizzazioni della malattia, dove le vecchie lesioni del sistema nervoso centrale si riattivano, o per una febbre influenzale, uno stress emotivo prolungato o solo semplice sfiga! (SM/secondariamente progressiva:una altra forma che arriva dopo la forma R/R e ti abbraccia amorevolmente per il resto della tua vita facendosi ricordare, anche quando oramai pensi di averla accettata e quasi di averla sposata convivendoci più o meno serenamente!)
Esci con gli amici ed i tuoi familiari che sanno che la tua “vacanza emotiva” fuori porta è legata a programmare come cercare un bagno accessibile, come ridurre scale e barriere fisiche perché uno dei sintomi più invalidanti è la fatica e/o stanchezza cronica. Una fatica assurdamente pesante che ogni madre, padre o paziente che ha accettato più o meno malamente dopo un lavoro con il proprio “io” dei più estenuanti.E’ questo il contorno che non si vede di questa passionale amorevole presenza! Avere in borsa il catetere o la mutanda pannolino, avere dietro la borsa termica ghiacciata per chi fa le cure mediche adottate per ridurre la progressione o per lo meno cercare di rallentarla!
Dover combattere con le ASL per la burocrazia, doversi pagare i farmaci sintomatici perché prima dove era tutto permesso vigeva lo spreco per i sani che ne approfittavano ed ora NOI “Normali” ma diversi per chi ha occhi diversi non si immagina a quanta insulsa burocrazia si sia assoggettati. Dover lottare con le barriere architettoniche perchè i sindaci non sono disabili e non sanno che un centimetro di dislivello con la sedia a rotelle o il deambulatore diventa una montagna.
Gli AUSILI sono chiamati così per permettere a chi vive questo “amore per la vita” di uscire, di non essere sfibrati dopo 20 metri o di poterti muovere in autonomia al supermercato o in ospedale o sul lavoro, se vuoi andarci da sola, con magari appresso un “badanteavista” che discretamente ti stia lontano perché sa che TU VUOI un poco del tuo tempo fisico e mentale da SOLO!

Vi chiederete che cosa io abbia per questo sfogo logorroico? ebbene fatele direttamente a NOI queste domande, invece di guardarci come falsi invalidi o alienati bipedi che hanno deciso due ore prima di usare le stampelle o il deambulatore e tre ore dopo la carrozzina!!!!

Io ho accettato le bizzarrie di questa malattia, il mio catetere in borsetta al posto del rossetto, (voi non sapete come le ditte li hanno creati così discreti per renderci la vita un attimino meno spaventosamente medicata! ) e poi l’immancabile assorbente di scorta, il farmaco miorilassante! La sedia a rotelle che si cura , meglio della macchina: le ruote devono essere sempre in ordine! Ed il deambulatore oliato e le stampelle con la base antiscivolo!
E’ simpaticamente interessante vivere con le vertigini 24 ore al giorno anche quando sono i semplici rumori a procurartele! Sapete, che alla fine non si cade se ti abitui a viverle? a volte ci si scherza pure sopra, altre sono davvero incazzosa, ma non serve….sai che poi si calmano un pochino “amandoti in maniera tenera” e non con un amore sfuriato ed ossessivo!
Quindi cara IGNORANTE , come vedi, se decido di fare la falsa invalida ai tuoi occhi forse è perché devo tutelarmi quando esco e la giornata è più NO del solito!
E se a volte sembriamo svagati o che non ascoltiamo tipo Alzheimer o siamo distratti o rincoglioniti, è perché forse stiamo un pochino, in difficoltà e non vogliamo mettere sulla lavagnetta della cucina : ” oggi sto di merda e voglio fare fuori il vicino che usa il trapano a muro!” …quindi porta pazienza se tutto quello che mi dici passa e va e non lo ricordo! E’ perchè sono intenta a fare altro per vivermi e forse non è così importante per me quello che in quel momento mi stai dicendo! forse perchè devo stare piuttosto attenta a non crollare o decidere di sedermi per terra a vita o smettere di lottare!! ….tranquilli però perchè per le parole serie ed importanti capiamo ed ascoltiamo molto bene!!
smetto…tanto ho seri dubbi che tu stupido ignorante possa capire cosa sia la disabilità neurologica muscolo-sensoriale! …”

Quello che avrei voluto dirti…

Quello che avrei voluto dirti e non ci sono mai riuscita!
Ciao Deiene,
so che mi stai leggendo da qualche parte, magari sei seduta al mio fianco, mentre digito! si, mi piacerebbe illudermi!! Tu, Terry, Enza, Maurizio, Paola, Claudia, Luciano, Francesco, Anna, Angela, Giuseppe, Massimo, Antonio, Gabriella, Rosy e tanti altri…ecco cosa avrei voluto dirvi …
Non so da che parte incominciare! Avevo paura sai? forse tu la hai conosciuta la paura di aver paura! è una emozione che ti contorce lo stomaco per arrivare fin dentro l’anima.La ho imparata e conosciuta questa sensazione in questi anni dove si è maturati in età ma mai ed ancora serenamente preparati ad eventi di questo genere.
Era organizzato il nostro incontro, tutto in poche ore! Una telefonata al mattino, la comunicazione che dovevi dirmi qualche cosa di molto importante. La tua voce non era la tua. Oramai a pelle conoscendoti nel corso degli anni, le sfumature sonore erano limpidi messaggi di come stavi. Quando parlavi dei tuoi giovanissimi figli: Leonor e Mateo! Ero immersa in quel momento ad affrontare problemi personali miei fisici e presso la Barraquer, attendevo davanti al quirofano il mio destino prossimo di insegnante…avrei coronato il mio sogno oppure sarei caduta in un profondo lato oscuro della vita, dove solo ombra e luce sarebbero stati il mio unico lato vivo di una panoramica che avrei dovuto ricordare con la memoria? Mai più pensavo che avresti approfittato di rivedermi in quel frangente. Eravamo d’accordo che ci saremmo trovate! D’altronde fosti tu il mio “manager” locale, il mio assistente del consolato spagnolo a Barcelona! Deiene…io 23 anni e tu 26! Mi eri stata assegnata, ero il tuo tutor italiano! Ero una pazza incosciente e non mi faceva paura doverti insegnare la nostra lingua! Eravamo fra i monti! Ricordi le suore che ci davano il grappino quando rientravamo infreddolite?! le nostre lezioni gratis ai loro studenti per pagarci una camera dove dormire! io in una mansarda e tu, in un lungo corridoio dove riposavano le “sorelle”?!! ricordi….tanti! Vallemosso!
Da sola, ero giunta al terzo mio anno di controlli, in un paese dove le lingue erano multiple, avevo imparato discretamente a capire sia il catalano che il castigliano. Ma il tuo italiano era perfetto.
Cosa dovevi dirmi? avevo paura! Eccoci allora, davanti ad una tazza di caffè. Tu smagrita, gli occhi più affossati del solito, ed un impaccio respiratorio che mi è rimasto impresso. ” sto morendo”… senza tante parole mi gettasti addosso questa sentenza senza preamboli. La tua dignità mi sconvolse. Rimasi senza parole, un imbarazzo micidiale emotivo. Non avevo voce, ero solo orecchie, cuore che usciva dal talamo spietatamente addolorato. ” stai serena, non ho paura, ma devo dirlo a qualche d’uno che non sia la mia famiglia e che mi aiuti nei momenti no…”
Deiene! Solo ora mi sto rendendo conto di cosa avrei voluto dirti e che non ti ho mai detto. Avrei voluto dirti che eri una buona madre, un ottima terapista a scuola, una donna vitale e perfetta! Eri invece ai miei occhi sfocati, un piccolo scricciolo che avrei voluto abbracciare forte forte, ma temevo di farti del male, tanto male…ma forse anche di farmene io. Sarebbe stato il nostro ultimo abbraccio, confronto fra colleghe, amiche, la vice zia dei tuoi figli. Tu, mi affidasti due foto, una piccola scatola di latta, con dentro i nostri ricordi! le foto fatte a scuola con i nostri ragazzini apparentemente diversi per occhi normali, ma normali per noi, per il nostro essere docet ! Eri preoccupata per loro i tuoi cuccioli. Il tuo compagno Enrique ! Avrei voluto dirti, mentre mi abbracciasti appoggiando il tuo capo sulla mia spalla, che io ci sarei sempre stata, che ti volevo bene, che eri stata sempre per me un esempio, un aiuto di vita. Durante il periodo di tirocinio a scuola, ricordi? 19 mesi lavorammo insieme, studiando e condividendo la nostra passione lavorativa. Poi ci siamo perse di vista, ma non di parole! tu nella tua Espana, dove decidesti di tornare per insegnare in una scuola italiana. Quanta corrispondenza! tu in spagnolo ed io in italiano! Volevi imparassi a leggere la lingua, comprenderla anche se non parlarla!
Avrei voluto dirti che avevo paura di non essere in grado di starti a fianco, che eri tu così dolce ed immensamente coraggiosa ad insegnarmi la vita. Il tuo non dover crucciarti troppo per quel fratello che si era allontanato da te con un distacco che solo il sentore della morte credo procuri in alcuni di noi.Ora con il tempo sto comprendendo sia stato forse per lui positivo per difendersi da tanto dolore. Io non si sono riuscita nel corso degli anni ad imparare a difendermi dalle mie emozioni! Me lo dicevi sempre: le emozioni rovinano l’anima ma vedrai che forse ti renderanno forte! Deiene?? non lo so ancora!
Mi spiaceva sai? Sapere come ci si possa preparare ad affrontare un distacco simile dalla propria famiglia, dal lavoro e dagli amici, ma non sapere o come fare per cercare di modulare il fatto che si dava agli affetti più cari un dolore che si avrebbe voluto evitare. Tu, chiedevi a me cosa dire o fare!!! Mi hai scelta, non mi è piaciuto questo “compito in classe della vita”, Mi ha lasciato un segno indelebile!
Avevo paura di dirti, che ammiravo il tuo grande coraggio, la tua dignità e ringraziarti per avermi resa partecipe di questa grande emozione, che penso si possa solo dividere con coloro che ti amano veramente! Ma avrei anche voluto dirti quante volte avrei preferito vigliaccamente non leggerti e risponderti. Non penso che tutti se non vi sono immersi in primis possano capire. Hai cercato nei mesi a venire di restare in contatto con me, con le tue missive, il tuo sfogo di dolore che non sapevo come consolare, forse avrei dovuto evitarti le mie lacrime silenziose, lo sguardo con gli occhi ludici! forse ti ho fatto male ulteriore…non lo so! Ti voglio chiedere scusa di questo! Vorrei chiedere scusa a tuo fratello Maurice, per averlo insultato, maltrattato, per essere lui fuggito, ed aver assunto una maschera così poco realistica e proporzionata alle emozioni che ci stavano tutti coinvolgendo! Maurice…distaccato, immerso in se stesso, nei suoi problemi, che pareva fossero solo i suoi e lui fosse al centro del mondo!
Deiene, hai continuato a scrivermi nei tre anni a seguire, lettere che leggevo di nascosto da tutti per nn farmi vedere in lacrime! lettere alle quali non sapevo come rispondere e come darti pace! Eppure la nostra corrispondenza è continuata fino a che Enrique non mi inviò un telegramma: Alda, Deiene mi ha detto di salutarti, se ne è andata ieri!
Deiene, grazie per esserci stata come amica, come collega, grazie per avermi insegnato che è bello restare se stessi fino alla fine! Grazie per avermi fatto capire che la vita nonostante tutto vada sfidata, anche se con un ultimo fiato! Non ti ho mai detto che vivevo e vivo tutt’ora in una città che qui appellano “killer” dove la morte sta diventando una stretta parente di ogni famiglia!
La polvere sottile, quasi untuosa che eliminavo dai mobili, la respiravamo, e abbiamo continuato a respirare tutt’ora. Qui viviamo un incubo di una disfatta umana legata a persone senza scrupoli, e tu te ne sei andata per lo stesso motivo, asbestos, mi dicesti! Allora non ti parlai mai di Eternit, del fatto che vivevo vicino alla dannata fabbrica,e di come ora siamo tutti “Fuggitivi costretti”. Di notte, si poteva leggere il giornale, erano accese le dannate luci fino alle 4 del mattino, per poi spegnersi fino al sorgere del giorno. Ricordo ancora il rumore quasi metallico dei tubi smistati ed appoggiati rumorosamente uno sull’altro…Abbiamo giocato, ci siamo pure sedute sui tubi! Ricordi? ignare… Non lo sapevamo! eravamo tutte troppo giovani e pronte a sfidare la VIta!
Deine, non ho mai potuto dirti che qui hanno provato a fare una causa legale affinchè si smettesse questo scempio… Abbiamo perso per una legge ingiusta, che ha legalizzato e reso possibile ad ogni “inquinante” di fare devastazione senza scrupoli, e continuare nel tempo a creare una strage senza fine.
Deiene, tu, te ne sei andata come tutti coloro che vivono questa dannata esperienza gratuita, con un coraggio immenso che supera la disperazione iniziale ma che è unica risorsa per farci sentire ancora VITA, CIELO, SOLE, MARE…
Ciao piccola grande donna, mi mancherai come mi stanno mancando le mie radici, e tutti i miei affetti che hanno subito la disfatta del “Fuggitivo Costretto!”
Tu, e tutti coloro che stanno continuando a lottare contro la morte bianca siete eroi, dei quali però non si deve ledere l’immagine, postandoli sui giornali come una gara per un triste primato: MORIRE di AMIANTO. Quanto vorrei poter aprire il Monferrato e leggere solo di nascite!! quanta voglia ho di serenità mentale! quanti ne avremmo desiderio Tutti!
ciao Discreta Deiene! ecco cosa volevo dirti.., ti immagino qui ora con me, che sorridi, ed ho ancora il tuo testolino sulla mia spalla, il nostro ultimo saluto… ciao, con affetto dalla tua collega italiana ti saluto!. Oggi sarebbe stato il tuo compleanno! non ti ho dimenticata!
(@by Alda Neumeno – diritti riservati- da “La valigia cartonata.” )

la morte non è niente??? di nuovo… il killer silenzioso ha colpito…il Fuggitivo Costretto.

La morte non è niente…

a te, mio piccolo clone che sei volato per altri lidi, nella speranza di ritrovarti…

…per ritrovare il sorriso che tu volevi io continuassi ad avere anche quando continuavi a ripetermi: “va tutto bene…”

a te piccola grande Donna oltre ogni limite! con amore by @your sister

” La morte non è niente, sono solamente passato dall’altra parte:è come fossi nascosto nella stanza accanto.

Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare, parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Prega, sorridi, pensami!

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchè sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.

Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.

Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami : il tuo sorriso è la mia pace.

La morte non è niente… di Sant Agostino.

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Casale Monferrato 28/09/2014, un Fuggitivo Costretto dall’ insensatezza dell’uomo, per l’amianto…e si ripete il film dell’orrore…

Cari giornalisti, è inutile pubblicare foto, articoli di ricordo e quant’altro, nulla serve a riportare in vita chi con grande dignità e coraggio e notevole rassegnazione ha affrontato la “morte bianca” donata da un killer silenzioso chiamato Amianto!