Tecnologia a domicilio per prevenire… Il kardia…

Cuore e controllo a distanza? Una nuova realtà ideata da due giovani impegnati nella biomedicina informatica. Ho avuto modo di conoscere un semplicissimo apparecchietto che ha le misure di una mezza carta di credito. Il kardia ecg della AliveCor. Un regalo ricevuto da un mio affetto per monitorare e poi inviare al medico che mi segue I tracciati relativi ad una disautonomia neuromediata legata pare anche ad una seria malattia demielinizzante. Inizialmente scettica, ho deciso di contattare uno dei cardiologi dedicati all’utilizzo di questo piccolo gioiellino di un futuro non molto lontano di telemedicina a distanza. Il Dottor Leopoldo Bianconi che guida il reparto di Cardiologia della Villa Pia di Roma. Mi ha illustrato tramite le proprie competenze uso, affidabilità e qualità del prodotto. Una bella chiacchierata informale. Lo ringrazio pubblicamente. Questo strumento lo ho presentato al mio cardiologo che mi sta seguendo, aiutando lui e me stessa ad evitarmi corse inutili in pronto soccorso, sempre però allertata a non minimizzare un disturbo più rilevante del solito in sintomi e durata delle crisi. Acquistato il kardia, ho avuto un tutor molto attento, il gentilissimo Eduardo Casalini Demarchi, che mi ha insegnato ad utilizzare la applicazione legata al prodotto da scaricare sullo smartphone per effettuare sia i tracciati, che poterli archiviare ed inviare al medico, sia via messenger, WhatsApp, che email. Ho provato le varie soluzioni di utilizzo e per il medico che mi segue I tracciati sono attendibili e chiari.

quando il "social-interinale" diventa utile…

Amici a cui piace LILT Casale Monferrato

è un  gruppo di  amici comuni  nato su Facebook

che si sta allargando per promuovere una attività locale di prevenzione per la lotta contro i tumori. Casale Monferrato si è attivata per dovere sia morale verso la cittadinanza già duramente colpita per la amianto killer, sia  per insegnare ai giovani come sia utile  la prevenzione delle patologie oncologiche. Grazie ad una donazione del videodermatoscopio viene effettuato per chi volesse monitorare e prevenire le lesioni lo screening delle lesioni pigmentate. Le prenotazioni si registrano al 3481252594 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16, o via mail all’indirizzo:  lilt.alcasale@gmail.com  .

un professionista sanitario risponderà ai vs quesiti indicandovi qual’ora foste interessati come raggiungere l’ambulatorio di videodermatoscopia presso Ospedale Santo Spirito
di Casale Monferrato.
locale sito al Primo piano palazzina della fisiatria
Stanza 12
Tutti i lunedì dalle 9.30 alle 14,40

LILT a Casale Monferrato

NEWS sulla Sclerosi Multipla e CCSVI

SCLEROSI MULTIPLA E CCSVI news da FERRARA

FERRARA. Una rivista scientifica internazionale dedicata alla sclerosi multipla ‘Journal of Multiple Sclerosis’, ha pubblicato uno studio secondo il quale la Ccsvi, individuata otto anni fa da Paolo Zamboni, esiste come entità patologica, ed esiste nella sclerosi multipla. Lo studio si intitola ‘The pathology of the Internal Jugular Vein in Multiple Sclerosis’ e rappresenta “la prima volta” da parte della neurologia, spiega l’associazione Ccsvi nella Sm che sostiene gli studi del ricercatore ferrarese, nei confronti dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale. «Finora infatti – prosegue l’associazione – salvo rarissime eccezioni, i neurologi e le loro riviste hanno avuto un atteggiamento di chiusura quasi totale rispetto a questa scoperta scientifica».

Gli autori – Massimo Pedriali (Istituto di Anatomia Patologica, Azienda Ospedaliera Universitaria Ferrara) e Paolo Zamboni (Centro Malattie Vascolari della stessa Università) – hanno rivisto tutte le prove raccolte sulla esistenza della Ccsvi in pazienti affetti da sclerosi multipla e pubblicati negli ultimi sei anni sulle maggiori riviste scientifiche da gruppi di ricercatori provenienti da Ginevra, Grenoble, Trieste, Melbourne, Roma, Cleveland. «Le pubblicazioni finora disponibili mostrano chiaramente la presenza di anomalie nelle pareti e nelle valvole delle vene di pazienti con sclerosi multipla rispetto ai tessuti dei controlli sani», scrivono Pedriali e Zamboni.

Nelle conclusioni si sottolinea che l’indagine non può chiarire l’origine della patologia delle giugulari nei pazienti con sclerosi multipla: se congenita, infettiva, o se si tratti di eziologia post-trombotica.

LILT a Casale Monferrato …una realtà da scoprire!

LILT ALESSANDRIA

LILT in Casale Monferrato


La Delegazione è stata inaugurata nel 2001, con coordinatore il Dr. Massimo Iaretti, nel corso del decennio si sono succediti diversi coordinatori: Dr. Massimo Iaretti (2001-2007); Dr. Roberto Casalone (2007-2008); Sig.ra Valeria Luparia (2008-2011); Dr. Massimo Iaretti da fine 2011.

Dopo un periodo di alcuni anni di inattività la delegazione casalese si è ricostituita nella primavera del 2015, con a capo il nuovo coordinatore Dr. Muzio, attualmente responsabile della SOC di Oncologia dell’Ospedale Santo Spirito di Casale. La nuova ricostituzione della delegazione di LILT a Casale e’ stata fortemente voluta dal Dr BOTTA ex Primario dell’oncologia del nostro ospedale, ora in pensione che ha trascinato i suoi giovani colleghi in questa affascinante avventura con bei propositi in ambito sia di prevenzione che di assistenza al malato. Gli associati che hanno aderito nei primi tre mesi sono circa 150. In questi anni di attività, la Delegazione LILT di Casale si è impegnata a finanziare, grazie ai fondi raccolti, l’acquisto di attrezzature scientifiche per la Pneumologia e l’Oncologia dell’Ospedale S. Spirito di Casale e a sostenere economicamente progetti di ricerca sul mesotelioma pleurico. La LILT di Casale si è anche impegnata, negli ultimi anni, ad avviare un tavolo di confronto tra le associazioni di volontariato che si occupano di oncologia, per coordinare le diverse iniziative a favore della ricerca e dell’oncologia, in quanto il problema del mesotelioma è sempre presente nella realtà casalese e la città ne è più che mai sensibile. Nel 2009, sono state acquistate anche attrezzature ambulatoriali per la chemioterapia. L’obiettivo di questa iniziativa era la realizzazione di un ambiente confortevole per chi si sottopone alle cure chemioterapiche. Il progetto 2009 “Una poltrona per la chemioterapia” è stato completato nel 2010 con l’acquisto di: n. 1 elettrocardiografo ELI 150 + carrello “Clinic Grade” per ELI 150 n. 2 pulsiossimetri; n. 5 letti articolati, completi di materasso/cuscino/sponde acquistati per il DH di Oncologia, in accordo con il personale preposto. Nel 2009, in occasione della Campagna Nazionale LILT Nastro Rosa di Ottobre, è stato organizzato, in collaborazione con il Dr. Botto e le sue assistenti, un ambulatorio per visite senologiche gratuite. L’iniziativa ha avuto un notevole successo ed è stata replicata anche nei mesi di Febbraio 2010, Ottobre 2010 e Febbraio 2011 e per la campagna Nastro Rosa 2015. Nel 2010 con l’equipe del Dr. Gemme, della Gastroenterologia di Casale, si sono poste le basi per un progetto intitolato al socio Giancarlo Gatti, consistente nel finanziamento delle spese sostenute dalla Struttura Operativa Semplice di Gastroenterologia necessarie allo svolgimento di uno studio di ricerca rivolto alla valutazione di efficacia di un marcatore fecale di cancro del grosso intestino. Con deliberazione n° 66 dell’11/03/2010 è stato approvato dal Comune di Casale Monferrato un protocollo d’intesa con la LILT per avviare campagne di informazione e prevenzione oncologica alla popolazione casalese. Nell’aprile dello stesso anno è stato organizzato il convegno “Progettiamo il futuro. Urbanizzazione e salute nelle città: la bonifica dell’amianto a Casale Monferrato”. Nei suoi primi mesi di attività nella primavera 2015 la delegazione ha organizzato un grande evento in giugno per presentarsi alla città: “L’estro armonico della prevenzione” concerto dell’orchestra Junior Classica di Alessandria, che da anni collabora con LILT di Alessandria. Il concerto si è tenuto presso il Teatro Municipale di Casale, grazie all’ospitalità del Comune, ha riscosso grande successo e ha dato inizio ad una raccolta fondi per l’acquisto di un videodermatoscopio da destinare all’ambulatorio LILT di Casale, per fornire ai cittadini la possibilità di controlli dermatologici gratuiti per la prevenzione dei tumori della pelle.

Questo ambulatorio e’ attivo da fine gennaio 2016 In collaborazione con l’assessorato alla Pubblica Istruzione e all’Associazionismo del Comune di Casale, rappresentato dalla Professoressa Caprioglio, dal mese di luglio 2015 e’ stato attivato lo SPORTELLO SALUTE LILT. Si tratta di servizio gratuito di informazione e assistenza dove i cittadini affetti da patologia oncologica possono avere consulenza per la gestione dei rapporti con i medici di famiglia, con le ASL e gli ospedali. Inoltre i volontari dello Sportello Salute LILT possono indirizzare i pazienti ai diversi uffici e alle strutture di competenza per le procedure assistenziali e previdenziali (ASL, INAIL, INPS, PATRONATO) così da evitare al paziente inutili e dannose perdite di tempo nel peregrinare tra ospedali e uffici. Nell’estate 2015 la delegazione ha organizzato incontri con le varie realtà che già operano in merito a temi di prevenzione nella città. Ottima la collaborazione con il distretto ASL di Casale con cui sono in programma diverse attività da svolgere nelle scuole casalesi sia primarie che secondarie: incontri formativi per i docenti, incontri a tema con le classi di scuola superiore. È inoltre in divenire il progetto PIEDIBUS,

attualmente oggetto di studio presso ASL e Comune, da proporre alle scuole primarie per promuovere l’attività fisica e il contenimento dell’inquinamento ambientale organizzando un gruppo di volontari che accompagnano i ragazzi a scuola a piedi.In ottobre 2015 nel corso della campagna ottobre rosa sono state fatte più di 120 visite senologiche gratuite presso l’ospedale santo spirito di Casale .Grazie alla collaborazione del dr. BOTTO, senologo del nostro ospedale.

( tutto il materiale fotografico è stato inserito con il permesso dei leggitimi proprietari, in caso di controversie cercarmi tramite email per la correzzione di eventuali errori)  questa è una pagina in allestimento. grazie)

news e Sclerosi Multipla

Veneto/Sanità : news

04 Aprile 2014 – 12:53

(ASCA) – Verona, 4 apr 2014 – ”Non sono uno scienziato, ma ho preso informazioni: la scoperta di uno dei principali meccanismi alla base di molte patologie autoimmuni, come la sclerosi multipla, realizzata dal team di giovanissimi ricercatori dell’Universita’ di Verona, e’ di quelle per le quali tutto il mondo e milioni di malati dovranno ringraziare la qualita’ della ricerca che si fa in Veneto”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, saluta lo straordinario esito del lavoro, durato 7 anni, da parte di un gruppo di ricerca guidato da Gabriela Constantin, docente di Patologia Generale del Dipartimento di Patologia e Diagnostica dell’Universita’ di Verona diretto dal professor Paolo Scarpa, che ha portato alla scoperta che una proteina (la Tim-1) utile per alcuni aspetti, puo’ essere causa anche di molte malattie infiammatorie autoimmuni, tra le quali la sclerosi multipla, il lupus, l’artrite reumatoide, la psoriasi, il diabete mellito. Lo studio e’ gia’ stato pubblicato negli Stati Uniti. ”Forse altri nel mondo sono piu’ bravi a fare marketing e a vendersi nel mondo dell’informazione – aggiunge il Governatore – ma questa squadra di straordinari ricercatori, tanto giovani che il primo firmatario dello studio ha 30 anni, ha dimostrato una volta di piu’ il livello scientifico e umano raggiunto dalla sinergia tra sanita’ e ricerca, che ha portato il sistema veneto ai vertici internazionali, al pari di tanti concorrenti piu’ illustri solo perche’ piu’ abili nel pubblicizzare i loro lavori”. ”Da questa scoperta della quale andiamo orgogliosi – conclude il Presidente della Regione – ritengo possa partire una battaglia planetaria contro patologie gravi e gravemente invalidanti che, una volta vinta, potra’ consentire di individuare nuovi farmaci e terapie avanzate capaci di portare giovamento alle sofferenze di tanta gente, nel Veneto, in Italia, nel Mondo, afflitta da queste patologie”. fdm/res

Il "vino in salute" del Monferrato: Gabriella Caprino lo racconta… il 22/09/2013

Eccovi una “chicca-curiosità”  alimentare  e dietetica inserita in ambito culturale  in occasione della Festa del Vino del Monferrato.
Casale Monferrato,  piccola cittadina a ridosso del PO, ogni anno organizza la Festa del Vino. Oggi siamo al traguardo della  52 edizione!
Presso il salone Tartara, ci sarà un incontro cultural-dietetico- sanitario relativo alla conoscenza organolettica del vino e la sua utilità in alimentazione.


responsabile del centro Dietologia Clinica dell’Ospedale Santo Spirito, illustrerà le proprietà benefiche del vino.  Consumato con moderazione, come antiossidante nella dieta, possiede molte qualità.
Consumiamo spesso il vino, e anche se ne abusa, ed i danni del troppo abuso li conosciamo tutti, ma forse nessuno di noi si è mai soffermato sul reale beneficio che questa bevanda, come dicevo prima, se è  assunta con moderazione, apporta al nostro organismo.
La dottoressa, ci  racconta che questa bevanda ha un forte potere antiossidante, in quanto nella buccia degli acini ci sono sostanze come il resveratrolo, che risulta  dalle ultime ricerche scientifiche  essere un ottimo rimedio per prevenire le mutazioni genetiche sul DNA preservandoci dai tumori, ictus e malattie vascolari. Questa sostanza la si trova soprattutto nel vino rosso.
Il vino bianco ne contiene in misura minore, ma non per questo è inadatto per la dieta! Unica accortezza che sia Vino DOC! Il vino deve essere curato con amore, preparato senza utilizzare addittivi: quali i  sali conservanti come i bisolfiti che hanno potenziali doti allergizzanti e sono tossici oltre una certa dose.
In dietologia, anche il vino viene considerata una  bevanda calorica piuttosto distruttiva, una dose di troppo oltre le consigliate apporta più calorie di un piatto di pasta al ragù!  Quindi non illudiamoci che sia così poco invedente!
Viene metabolizzato velocemente e non si accumula, ma per questo motivo crea subito aumento di peso. La combustione dell’alcol fa risparmiare le altre sostanze introdotte (proteine, zuccheri e grassi) che vengono utilizzate dal nostro organismo come materiale di riserva e si accumula nei tessuti (sotto forma di grasso!!) e quindi produce aumento di peso.
Una piccola quantità risulta vantaggiosa per il nostro organismo, due bicchieri al massimo al giorno sono la dose ideale per le donne e tre per gli uomini.  Il “di più” produce solo danni!
Il vino nella storia anche religiosa ha sempre assunto un “potere” santificante in quanto rappresenta il sangue di Cristo ci ha descritto la  Dottoressa e quindi ha un significato simbolico molto diffuso, come anche durante le feste tribali è volentieri illustrato come una catalizzatore di facile felicità ed aggregazione:  “Bacco. tabacco e Venere!”
Ma non per questo esiste il pretesto per abusarne! L’abuso crea danni epatici, neurologici e cardiotossici, con esiti anche fatali soprattutto nei giovani che ultimamente tendono a berne a dismisura. La vita si affronta con la testa e non con l’alcool!

..che dirvi? il 22 settembre alle 17.30 presso il Salone Tartara,  vi attendiamo nella nostra piccola Casale Monferrato per conoscere le nostre usanze locali e la buona cucina in salute monferrina!

FESTA DEL VINO e CASALE MONFERRATO

Festa del vino Monferrato
a Casale Monferrato (AL)
dal 13/09/2013 al 15/09/2013

Tradizionale rassegna a base di vini e prodotti tipici.Appuntamenti con mostre e concerti al Castello del Monferrato. La Festa del Vino vedrà protagoniste le Pro Loco che proporranno i menù piemontesi. Saranno presenti anche stand eno-gastronomici.


Giornale con i dettagli della manifestazione

menù offerto dalle proloco

La manifestazione continua il 21 e 22 Settembre

organizzatore: Comune di Casale Monferrato
email: manifestazioni@comune.casale-monferrato.al.it
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Pentesilea ed Arte Albanese con la storica d'arte Anisa Beba 24/03/2013

Per gentile concessione della Associazione Culturale Pentesilea di Torino.

Voci narranti e Pentesilea

La Associazione nasce nel 2011, ad opera di Elena Di Majo, Michela Goi e Federica Tammarazio. L’intento è quello di promuovere l’arte nella sua storia, ricerca e cultura. Pentesilea è una oasi di meraviglie che affascinano, ti immergi in ombre e ricordi del passato, in contrasto con il futuro prossimo appena ti ci risvegli.
Esci da questo sogno magico stupefatto nel ricordo che avvolge per alcune ore la mente immersa nella storia dei tempi da non “dimenticare” per tramandarli alle prossime generazioni “nutrendo” l’anima di pura ed arte essenziale.

24/03/2013 presso Palazzo Madama  in Torino:

Il prossimo appuntamento

Figura di donna VI sec a.C. Museo di Apollonia

24 marzo ARTE ALBANESE A PALAZZO MADAMA

La storica dell’arte Anisa Beba accompagna i visitatori alla scoperta delle collezioni d’arte antica e moderna provenienti dai musei statali albanesi in mostra a Palazzo Madama.

RITROVO ore 15,45 ingresso Galleria Sabauda, piazzetta Reale, Torino; la visita dura un’ora.

per informazioni : ORARIO della visita

LA VOCE NARRANTE

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Anisa Beba ha conseguito la Laurea triennale in Discipline dell’Arte della Musica e dello Spettacolo, presso l’Università di Torino con una tesi sui musei albanesi del dopoguerra. Nel 2007 ha presentato le sue opere alla mostra “Arte e Storia” presso il Museo Storico Nazionale di Tirana.

Nel 2012 ha iniziato il percorso di studi per il conseguimento della Laurea Magistrale in Storia dell’Arte. Ha svolto un tirocinio formativo presso l’Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei ed attualmente svolge uno stage presso il Museo Civico d’Arte Antica Palazzo Madama dove partecipa all’allestimento della mostra Tesori del patrimonio culturale albanese.

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Courtesy of Pentesilea Cultural Association of Turin.
Voice-overs and Pentesilea

The association was founded in 2011, by Elena Di Majo, Michela Goi e Federica Tammarazio.The intent is to promote art in its history, research and culture. Penthesilea is a haven of wonders that fascinate you dive into shadows and memories of the past, in contrast to the near future as soon as you wake up there.
Exit this magical dream amazed to remember that envelops the mind for a few hours immersed in the history of the times do not “forget” to pass them on to future generations “feeding” the soul of pure and essential art.

24/03/2013 at Palazzo Madama in Turin:

The next meeting
March 24 ALBANIAN ART AT THE PALACE MADAMA

The art historian Anisa Beba takes visitors to explore the collections of ancient and modern art from museums Albanian state on display in the Senate.

MEETING 15,45 input Savoy Gallery, Piazzetta Reale, Turin, the visit lasts one hour.
Information: TIME’s visit

THE NARRATOR

Anisa Beba holds a Bachelor’s degree in Disciplines of Art, Music and Entertainment, at the University of Turin with a thesis on museums Albanians after the war. In 2007 he presented his works in the exhibition “Art and History” at the National History Museum in Tirana.

In 2012 he began the path leading to the award of Master’s Degree in Art History. He played an internship at the Photographic Archive of the Fondazione Torino Musei and currently plays an internship at the Museum of Ancient Art Palazzo Madama where she participated mounting of the exhibition Treasures of the Albanian cultural heritage.

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Avec l’aimable autorisation de Pentesilea Association culturelle de Turin.
Voix off et Pentesilea

L’association a été fondée en 2011, par Elena Di Majo, Michela Goi e Federica Tammarazio. Le but est de promouvoir l’art dans son histoire, la recherche et la culture. Penthésilée est un havre de merveilles qui fascinent vous plonger dans les ombres et les souvenirs du passé, à la différence de l’avenir proche, dès que vous vous réveillez là.
Quitter ce rêve magique étonné de se rappeler qui enveloppe l’esprit pendant quelques heures immergés dans l’histoire de l’époque ne pas «oublier» de les transmettre aux générations futures “alimentation” l’âme de l’art pur et essentiel.

24/03/2013 à Palazzo Madama de Turin:

La prochaine réunion

Femme figure VI siècle avant JC Musée d’Apollonia

24 mars art albanais AU PALAIS MADAMA

L’historien de l’art Anisa Beba emmène les visiteurs à la découverte des collections d’art ancien et moderne de l’Etat albanais musées sur l’affichage au Sénat.

REUNION 15,45 Savoie Galerie d’entrée, Piazzetta Reale, Turin, la visite dure une heure.
Information: visite TIME

LE NARRATEUR

Anisa Beba est titulaire d’un baccalauréat dans les disciplines de l’Art, Musique et Spectacles, à l’Université de Turin avec une thèse sur les musées Albanais après la guerre. En 2007, il a présenté ses œuvres dans l’exposition «Art et d’Histoire” au Musée d’Histoire Naturelle à Tirana.

En 2012, il a commencé le chemin conduisant à l’obtention du diplôme de maîtrise en histoire de l’art. Il a joué un stage dans l’Archive photographique de la Fondazione Torino Musei et joue actuellement un stage au Musée d’Art Ancien Madama palais où elle a participé montage de l’exposition Trésors du patrimoine culturel albanais.

Stefano Pluchino :-) !!!

Stem cell therapy as a treatment for MS

This project looks at stem cells’ potential as a treatment for MS. Rather than approach stem cells as a replacement for lost or damaged cells, the research team focuses on the ability of neural stem cells/ precursor cells (NPCs) to repair a damaged nervous system. Scientists know very little about how NPCs work. Dr Pluchino examines the ramifications of a novel inter-cellular communication mechanism, in which cell membranes (membrane vesicles, or MVs) are passed from donor to recipient cells. Understanding how this communication occurs will allow the team to identify both its molecular makeup and its therapeutic benefits. Using computational analysis, bioinformatics techniques and rodent models, this project hopes to determine how stem cell behaviour can be translated into treatments for neurological disorders.

Grantee: Dr Stefano Pluchino
Host Institution: University of Cambridge (UK)
ERC Project: Secreted membrane vesicles: role in the therapeutic plasticity of neural Stem cells (SEM_SEM)
ERC Call: Starting Grant 2010
ERC Funding: € 1.5 million for five years

Links
Researcher’s institutional page

Thérapie par cellules souches pour le traitement de la SP

Ce projet se penche sur le potentiel des cellules souches pour le traitement de la SEP. Plutôt que de cellules souches approche en remplacement des cellules perdues ou endommagées, l’équipe de recherche met l’accent sur la capacité des cellules souches neurales / cellules précurseurs (PNJ) pour réparer un système nerveux endommagé. Les scientifiques savent très peu de choses sur la façon dont les PNJ travailler. Dr Pluchino examine les ramifications d’un mécanisme de communication inter-cellulaire roman, dans les membranes cellulaires cui (vésicules membranaires, ou MVS) sont transmis du donneur des cellules receveuses. Comprendre comment cette communication se produit permettra à l’équipe d’identifier deux moléculaire sa composition et ses bienfaits thérapeutiques. En utilisant l’analyse informatique, les techniques de bio-informatique et des modèles de rongeurs, ce projet vise à déterminer comment le comportement des cellules souches peut être traduit en traitements pour les troubles neurologiques.

Bénéficiaire: Dr Stefano Pluchino
Institution d’accueil: Université de Cambridge (Royaume-Uni)
ERC projet: vésicules membranaires sécrétées: rôle dans la plasticité thérapeutique des cellules souches neurales (SEM_SEM)
Appel ERC: Starting Grant 2010

Terapia con cellule staminali come trattamento per MS

Questo progetto guarda al potenziale di cellule staminali “come trattamento per la SM. Piuttosto che le cellule staminali di avvicinamento, in sostituzione delle cellule perse o danneggiate, il team di ricerca si concentra sulla capacità delle cellule staminali neurali / cellule precursori (NPC) per riparare un sistema nervoso danneggiato. Gli scienziati sanno molto poco su come funzionano i PNG. Dott. Pluchino ha esaminato le conseguenze di un nuovo inter-cellulare meccanismo di comunicazione, in cui le membrane delle cellule (vescicole di membrana, o MVS) sono, dal donatore al ricevente cellule Passed. Capire come questa comunicazione permetterà al team di verifica per individuare sia composizione molecolare delle TIC e dei suoi benefici terapeutici. Usando l’analisi computazionale, tecniche di bioinformatica e modelli di roditori, il progetto spera di determinare in che modo il comportamento delle cellule staminali può essere tradotto in trattamenti per le malattie neurologiche.

Concessionario: Dr Stefano Pluchino
Istituto ospitante: Università di Cambridge (UK)
ERC Progetto: vescicole di membrana secrete: ruolo nella plasticità terapeutica delle cellule staminali neurali (SEM_SEM)
ERC Call: A partire Grant 2010
ERC finanziamento: € 1.500.000 per cinque anni

Links
Pagina istituzionale dei ricercatori

Ipovisione e retina artificiale

nel web ho trovato questo:

http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/11/01/retina-artificiale-intervista-prof-lanzani.html

Altri articoli
Il professor Lanzani: “Abbiamo creato una retina artificiale funzionante, un giorno servirà a curare la cecità”
di Roberto Zonca
E’ firmata dal Dipartimento di Neuroscienze e Neurotecnologie (Nbt), dal Centro di Nanoscienze e Tecnologie dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Cnst – Iit Polimi) e dal Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano la messa a punto del prototipo della prima retina artificiale al mondo perfettamente funzionante. Il team di ricercatori, alcuni dei quali freschi di dottorato (Diego Ghezzi, Maria Rosa Antognazza e Erica Lanzarini), è stato coordinato dal professor Guglielmo Lanzani, fisico e professore associato presso il Politecnico di Milano e dal collega Fabio Benfenati. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Communications, è partito dalla necessità di voler trovare una rimedio ai problemi legati al malfunzionamento della retina umana. La soluzione è giunta unendo una miriade di altissime competenze che ha permesso di sviluppare una retina artificiale che consiste in un’interfaccia tra le cellule nervose e un materiale organico semiconduttore chiamato rr-P3HT:PCBM. Questo, sebbene al momento sia stata fatta esclusivamente una dimostrazione in vitro, mima il processo a cui sono deputati i fotorecettori presenti nella retina: capta gli impulsi luminosi, li converte in segnali elettrici e li invia al cervello attraverso il nervo ottico. Su questa importante notizia abbiamo intervistato il professor Lanzani, coordinatore dello studio.
Come si è giunti alla creazione di questa retina artificiale?
“Non è stato un caso. Siamo arrivati a creare questa ‘protesi’ attraverso una programmazione precisa. Abbiamo usato dei semiconduttori organici, materiali artificiali creati in laboratorio – a base di carbonio -, che risultano essere molto simili alle sostanze che si trovano in natura. L’uso di questo materiale garantisce una biocompatibilità maggiore, in quanto soffice e leggero e flessibile: in caso di un’integrazione in una protesi potrebbe presentare notevoli vantaggi. Questi materiali vengono solitamente usati nelle celle fotovoltaiche, e hanno pertanto la naturale capacità di assorbire la luce per poi creare delle cariche elettriche: fenomeno alla base della stimolazione dei neuroni. La prima cosa che abbiamo fatto è stata studiare la compatibilità dei neuroni, depositandoli e facendoli crescere sul nostro semiconduttore organico. Così facendo abbiamo visto che i nostri neuroni crescono bene, cosa non del tutto scontata. In un secondo momento abbiamo stimolato otticamente il semiconduttore organico e notato che il segnale luminoso veniva trasformato in un segnale elettrico: siamo riusciti a far vedere la luce ai nostri neuroni”.
Quale sarà il prossimo passo?
“Ora abbiamo fatto una ‘prova di concetto’, dimostrando che utilizzando questi materiali e il trasporto ionico del liquido in cui i neuroni vivono, si riesce a realizzare questa interfaccia quindi a foto stimolare i neuroni. Una protesi vera e propria la realizzeremo in seguito: dovrà essere più grande e di materiale maggiormente flessibile: alla fine studieremo la biocompatibilità inserendola in un topo”.
Quando potrebbe esser disponibile sul mercato?
“Parlare di un inserimento sul mercato è prematuro. Se tutto andrà bene serviranno alcuni anni. Prima dobbiamo studiare la biocompatibilità nel suo complesso, inserendo la retina in un topo, e poi dovremo trovare un modo per ingegnerizzare il dispositivo, rendendolo bio-mimetico. A quel punto sarà indispensabile trovare un contatto con dei colleghi specializzati in chirurgia oculare. La nostra come si evince è una ricerca estremamente multidisciplinare”.
Chi usufruirà di una di queste retine artificiali potrà riacquistare una vista “normale”?
“Questo è molto difficile da stabilire. Oggi non siamo in grado di sviluppare una retina artificiale capace di svolgere le complesse funzioni di una retina biologica. Anche con le protesi al silicio più moderne si riesce al massimo a distinguere delle lettere retroilluminate: niente più che sagome. C’è una strada complessa ancora da percorrere e per farlo è necessario un lavoro congiunto di fisici, chimici, ingegneri e psicologi. In sintesi si dovrà cercare di comprendere il meccanismo della visione, ancora poco chiaro. Noi siamo comunque riusciti a dimostrare che i nostri materiali sono in grado di visualizzare, sebbene in teoria, anche delle immagini a colori. Come queste possano esser poi trasmesse al cervello è tutto da chiarire”.
Anche un non vedente che non abbia subito danni al nervo ottico?
“E’ il nostro obiettivo finale. Noi speriamo di arrivare un giorno a questo importante risultato. E’ stato così per l’orecchio: i primi impianti erano molto rudimentali e facevano distinguere vagamente i rumori, adesso siamo arrivati ad una risoluzione del suono quasi uguale a quella naturale. Per la visione è molto più complicato, ma confidiamo nel riuscire negli anni a sviluppare un occhio bionico in grado di eguagliare o persino superare le capacità del suo corrispondente biologico”.
Questa retina artificiale avrà una “vita illimitata” o rischia il deterioramento?
“Rischia un deterioramento, ma si dovrà capire in che modo. Posso dire che le celle fotovoltaiche organiche hanno una vita media di 10 anni. In questi dispositivi c’è però un elettrodo, che noi abbiamo sostituito con il liquido ionico: confidiamo sia un’idea vincente. Sono ottimista, dico che spero che le nostre retine artificiali possano vivere almeno 10 anni”.
Si può migliorare questo dispositivo? Qual è il suo sogno?
“L’ostacolo più grosso è relativo alla comprensione del meccanismo della visione e alla codifica delle informazioni da mandare al cervello. Il dispositivo ideale, che cercheremo di fare, è una retina artificiale completa in cui abbiamo una distribuzione spaziale dei fotorecettori simili a quelli della retina naturale. Questa segue una geometria particolare che si chiama log-polare: cercheremo di riprodurre il tutto in una retina artificiale e per comprenderne meglio il funzionamento la installeremo in un robot”.
I risultati da voi ottenuti potranno esser utili anche in altri campi?
“Sì, quello della retina è l’impiego più immediato, ma ne esistono molti altri. L’ocpogenetica, area emergente delle neuroscienze che mira a servirsi della luce per stimolare le aree neuronali, potrebbe un giorno servirsi dei risultati da noi ottenuti per curare le malattie del sistema nervoso”.
I tagli alla ricerca interessano anche le vostre strutture? Con quali conseguenze?
“Sono un docente del politecnico di Milano e direttore del Centro di Nanoscienze e Tecnologie dell’Istituto Italiano di Tecnologia, nel politecnico di Milano. Come Iit siamo un’isola felice: Iit è un esperimento italiano che effettua ricerca in maniera differente, e in cambio di questo abbiamo un livello di finanziamento adeguato. Come politecnico di Milano le cose cambiano e i tagli sono pesantissimi: di fatto non abbiamo più agenzie a cui rivolgerci per i finanziamento nazionale. Esiste qualcosa per i finanziamenti regionali, ma la situazione è realmente difficile. Speriamo che questo ultimissimo studio possa darci una mano. Il nostro Paese sforna ottimi ricercatori: alcuni scelgono di andare all’estero, perché trovano condizioni di lavoro migliori altri restano e accettano di combattere contro mille difficoltà che distolgono dagli obiettivi principali. Confidiamo nei politici e nella possibilità che presto possano considerarci una risorsa in cui investire”.
Che cosa manca alla ricerca italiana per potersi confrontare con il mercato internazionale?
“Le risorse umane di certo non mancano. Il problema è la carenza dei finanziamenti, ma questo è assodato. Sentiamo inoltre la mancanza di una struttura, di una organizzazione intorno alla ricerca che, se anche è vero in Italia esiste, è spesso mal funzionante: io devo combattere con una burocrazia assurda, che va contro ogni mia esigenza e sembra fatta appositamente per non farmi lavorare. All’estero questi problemi non esistono. Negli Stati Uniti, in Inghilterra e soprattutto in Finlandia, in periodi di crisi, il governo investe nella ricerca, mentre da noi accade esattamente il contrario”.
I privati credono sufficientemente nella ricerca italiana?
“Ci sono alcune grosse industrie che investono sulla ricerca, ma sono veramente pochissime. Il problema è che il tessuto industriale italiano è composto principalmente da piccole e medie imprese che non investono nella ricerca in quanto non hanno prodotti ad alta tecnologia. Quelle poche che avrebbero interesse ad investire hanno spesso paura, scoraggiate anche dalla eccessiva burocrazia”.
27 gennaio 2011
I found this on the web:

http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/11/01/retina-artificiale-intervista-prof-lanzani.html
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It ‘signed by the Department of Neuroscience and neurotechnology (Nbt), the Center for Nanoscience and Technology of the Italian Institute of Technology (Cnst – Polimi IITs) and the Department of Physics at the Politecnico di Milano the development of the prototype of the first artificial retina the world’s working perfectly. The team of researchers, some of them fresh PhD (Diego Ghezzi, Maria Rosa and Erica Antognazza Lanzarini), was coordinated by Professor William Lanzani, physicist and associate professor at the Polytechnic of Milan and his colleague Fabio Benfenati. The study, whose results were published in Nature Communications, started from the need to find a remedy to the problems related to the malfunction of the human retina. The solution is reached by combining a myriad of high skills that allowed the development of an artificial retina that is an interface between nerve cells and an organic material called semiconductor rr-P3HT: PCBM. This, although at the time it was made only a demonstration in vitro, mimics the process to which they are assigned to the photoreceptors in the retina picks up the light pulses and converts them into electrical signals and sends them to the brain via the optic nerve. On this important news we interviewed Professor Lanzani, coordinator of the study.
As we come to the creation of this artificial retina?
“It was not an accident. We got to create this ‘implants’ through precise programming. We used organic semiconductor materials, artificial materials created in a laboratory – based on carbon – which appear to be very similar to substances found in nature. The use of this material ensures a greater biocompatibility, as soft and light and flexible: in case of integration in a prosthesis may offer significant advantages. These materials are generally used in the photovoltaic cells, and therefore have the natural ability to absorb the light and then create the electrical charges: phenomenon at the base of the stimulation of neurons. The first thing we did was to study the compatibility of neurons, depositing and making them grow on our organic semiconductor. In doing so we have seen that our neurons grow well, which is not entirely obvious. In a second step we optically stimulated the organic semiconductor and noticed that the light signal was converted into an electrical signal we were able to see the light of our neurons. ”
What’s the next step?
“Now we made a ‘proof of concept’, demonstrating that using these materials and the ionic transport of the liquid in which neurons live, are unable to achieve this interface and then to photo stimulate neurons. A real prosthesis will realize it later: it will be bigger and more flexible material at the end we will study the biocompatibility inserting it into a mouse. ”
When it might be available?
“Talk about a market introduction is premature. If all goes well will need several years. First we must study the biocompatibility as a whole, by inserting the retina in a mouse, and then we will have to find a way to engineer the device, making bio-mimetic. At that point it will be necessary to find a contact with colleagues who specialize in eye surgery. As shown in our research is highly multidisciplinary. ”
Who will benefit from one of these artificial retinas may repurchase a view of “normal”?
“This is very difficult to establish. Today, we are not able to develop an artificial retina able to carry out complex functions of a biological retina. Even with the most modern silicon implants can currently make out of the letters backlit: nothing more than silhouettes. There is a complex way still to go and to do that you need a joint work of physicists, chemists, engineers and psychologists. In summary, we should try to understand the mechanism of vision, still unclear. We are still able to demonstrate that our materials are able to view, although in theory, the color images. How these can then be transmitted to the brain remains to be clarified. ”
Even a blind person who has not suffered any damage to the optic nerve?
“It ‘s our ultimate goal. We hope to one day get to this important result. It ‘been so for the ear: the first plants were very rudimentary and were vaguely distinguish the sounds, now we have reached a resolution of the sound almost identical to the natural one. For the vision is much more complicated, but we are confident in succeeding years to develop a bionic eye can match or even exceed the capabilities of its corresponding organic “.
This artificial retina will have an “indefinite” or risk deterioration?
“He risks a deterioration, but you will understand how. I can say that organic solar cells have an average life of 10 years. In these devices, however, there is an electrode, which we replaced with the ionic liquid: trust is a winning idea. I am optimistic, I say that I hope that our artificial retinas can live at least 10 years. ”
You can improve this device? What is your dream?
“The biggest obstacle is related to the understanding of the mechanism of vision and the encoding of the information to be sent to the brain. The ideal device, we will try to do is complete an artificial retina where we have a spatial distribution similar to those of the photoreceptors of the retina natural. This follows a particular geometry which is called log-polar we will try to play around in an artificial retina and to better understand the operation of the install in a robot. ”
The results obtained may be useful to you in other areas?

J’ai trouvé cet article sur le web:

http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/11/01/retina-artificiale-intervista-prof-lanzani.html
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Professeur Lanzani: «Nous avons créé une rétine artificielle travailler un jour aider à guérir la cécité”
Roberto Zonca
Il est signé par le Département des neurosciences et de la neurotechnologie (NBT), le Centre pour la nanoscience et de la technologie de l’Institut italien de technologie (CNST – Polimi IIT) et le Département de physique de Politecnico di Milano le développement du prototype de la rétine premier artificielle le monde fonctionne parfaitement. L’équipe de chercheurs, certains d’entre eux, frais, PhD (Diego Ghezzi, Maria Rosa et Erica Antognazza Lanzarini), a été coordonné par le Professeur William Lanzani, physicien et professeur agrégé à l’École polytechnique de Milan et son collègue Fabio Benfenati. L’étude, dont les résultats ont été publiés dans Nature Communications, a commencé à partir de la nécessité de trouver une solution aux problèmes liés au mauvais fonctionnement de la rétine humaine. La solution est atteint en combinant une multitude de compétences élevées qui ont permis le développement d’une rétine artificielle qui est une interface entre les cellules nerveuses et d’une matière organique appelée semi-rr-P3HT: PCBM. Ceci, bien qu’à l’époque il a été fait seulement une démonstration in vitro, imite le processus auquel ils sont affectés à des photorécepteurs de la rétine capte les impulsions lumineuses et les convertit en signaux électriques et les envoie au cerveau via le nerf optique. Sur cette nouvelles importantes, nous avons interviewé le professeur Lanzani, coordinateur de l’étude.
Comme nous arrivons à la création de cette rétine artificielle?
«Ce n’était pas un accident. Nous sommes arrivés à créer ce «implants» à travers une programmation précise. Nous avons utilisé des matériaux semi-conducteurs organiques, de matériaux artificiels créés dans un laboratoire – à base de carbone – qui semblent être très similaires à des substances trouvées dans la nature. L’utilisation de ce matériau assure une plus grande biocompatibilité, aussi doux et léger et souple: en cas d’intégration dans une prothèse peut offrir des avantages significatifs. Ces matériaux sont généralement utilisés dans les cellules photovoltaïques, et ont donc la capacité naturelle à absorber la lumière et créer des charges électriques: phénomène à la base de la stimulation des neurones. La première chose que nous avons faite a été d’étudier la compatibilité des neurones, déposer et faire croître notre semi-conducteur organique. Ce faisant, nous avons vu que nos neurones se développent bien, ce qui n’est pas tout à fait évidente. Dans un deuxième temps, nous stimulée optiquement le semi-conducteur organique et a remarqué que le signal lumineux est converti en un signal électrique, nous avons pu voir la lumière de nos neurones. ”
Quelle est la prochaine étape?
«Maintenant, nous avons fait un« proof of concept », ce qui démontre que l’utilisation de ces matériaux et le transport ionique du liquide dans lequel les neurones vivent, sont incapables d’atteindre cette interface, puis de photo stimuler les neurones. Une prothèse réelle sera rendu compte plus tard: il sera plus grand et matériau plus souple à la fin, nous allons étudier la biocompatibilité de l’insérer dans une souris “.
Quand il pourrait être disponible?
“Tu parles d’un lancement sur le marché est prématurée. Si tout va bien faudra plusieurs années. Nous devons d’abord étudier la biocompatibilité dans son ensemble, en insérant la rétine d’une souris, et ensuite nous devrons trouver une façon de concevoir le dispositif, ce qui en bio-mimétique. À ce moment, il sera nécessaire de trouver un contact avec des collègues qui se spécialisent dans la chirurgie oculaire. Comme le montre notre recherche est très pluridisciplinaire. ”
Qui bénéficiera de l’une de ces rétines artificielles peut racheter une vue de la «normalité»?
«C’est très difficile à établir. Aujourd’hui, nous ne sommes pas en mesure de développer une rétine artificielle capable de réaliser des fonctions complexes d’une rétine biologique. Même avec les implants en silicone les plus modernes peuvent actuellement faire à partir des lettres lumineuses: rien de plus que des silhouettes. Il ya une façon complexe qui reste à parcourir et pour ce faire vous avez besoin d’un travail conjoint des physiciens, des chimistes, des ingénieurs et des psychologues. En résumé, nous devons essayer de comprendre le mécanisme de la vision, toujours incertaine. Nous sommes toujours en mesure de démontrer que nos matériaux sont capables de voir, même si en théorie, les images en couleur. Comment ceux-ci peuvent ensuite être transmises au cerveau reste à préciser. ”
Même un aveugle qui n’a pas subi de dommages au nerf optique?
«C’est notre objectif ultime. Nous espérons un jour arriver à ce résultat important. C ‘est ainsi depuis l’oreille: les premières plantes étaient très rudimentaires et étaient vaguement distinguer les sons, nous avons atteint une résolution du son presque identique à celui naturel. Car la vision est beaucoup plus compliqué, mais nous sommes confiants dans les années suivantes pour développer un œil bionique ne peut égaler, voire dépasser les capacités de sa organique correspondant “.
Cette rétine artificielle aura une détérioration «indéfinie» ou un risque?
“Il risque une dégradation, mais vous comprendrez comment. Je peux dire que les cellules solaires organiques ont une durée de vie moyenne de 10 ans. Dans ces dispositifs, cependant, il ya une électrode, nous avons remplacé avec le liquide ionique: la confiance est une idée gagnante. Je suis optimiste, je dis que j’espère que nos rétines artificielles peuvent vivre au moins 10 ans. ”
Vous pouvez améliorer ce dispositif? Quel est votre rêve?
«Le plus grand obstacle est lié à la compréhension du mécanisme de la vision et de l’encodage de l’information à transmettre au cerveau. L’appareil idéal, nous allons essayer de faire est de remplir une rétine artificielle où nous avons une distribution spatiale similaire à celles des photorécepteurs de la rétine naturelles. Cela fait suite à une géométrie particulière qui est appelé log-polaire nous allons essayer de jouer dans une rétine artificielle et de mieux comprendre le fonctionnement de l’installation dans un robot. ”
Les résultats obtenus peuvent vous être utiles dans d’autres domaines?
“Oui, ce que la rétine est utilisé dans le plus simple, mais il ya beaucoup d’autres. Le ocpogenetica, nouveau domaine de la neuroscience qui vise à utiliser la lumière pour stimuler les zones neuronales, pourrait un jour utiliser les résultats que nous avons obtenus pour traiter les maladies du système nerveux. ”
Les coupes à la recherche affectera également vos installations? Quelles sont les conséquences?
«Je suis maître de conférences à l’École polytechnique de Milan et directeur du Centre pour la nanoscience et de la technologie de l’Institut Italien de Technologie, l’école polytechnique de Milan. Comme nous sommes heureux d’IIT île: IIT est une expérience italienne qui effectue la recherche d’une manière différente, et en échange de cela, nous avons un niveau de financement adéquat. Comme l’école polytechnique de Milan, les choses changent et les coupes sont très lourdes: en fait, nous n’avons plus besoin de se tourner vers les agences de financement nationales. Il ya quelque chose de financement régional, mais la situation est vraiment difficile. Nous espérons que cette nouvelle étude va nous donner un coup de main. Notre pays produit d’excellents chercheurs: certains choisissent d’aller à l’étranger, car ils trouvent de meilleures conditions de travail et d’autres sont autorisés à se battre contre les nombreuses difficultés qui distraient de ses principaux objectifs. Nous avons confiance dans les politiciens et la possibilité que, bientôt, peut nous considèrent comme une ressource dans laquelle investir. ”
Ce qui manque dans la recherche italienne afin de comparer avec le marché international?
“Les ressources humaines ne manquent pas. Le problème est le manque de financement, mais c’est un fait. Également ressentir le manque d’une structure, une organisation autour de cela, même si cela est vrai en Italie, il est souvent dysfonctionnel: je dois me battre une bureaucratie absurde, ce qui va à l’encontre chacun de mes besoins et est fait pour moi de ne pas travailler. A l’étranger, ces problèmes n’existent pas. Aux États-Unis, en Angleterre et surtout en Finlande, en temps de crise, le gouvernement investit dans la recherche, alors qu’ici, c’est exactement le contraire. ”
Personnes croient suffisamment dans la recherche italienne?
“Il ya quelques grandes industries qui investissent sur la recherche, mais ils sont vraiment très rares. Le problème est que la structure industrielle italienne est principalement composé de petites et moyennes entreprises qui n’investissent pas dans la recherche parce qu’ils n’ont pas produits de haute technologie. Les rares personnes qui auraient un intérêt à investir ont souvent peur, découragé même par la bureaucratie. ”
27 janvier 2011


Fingolimod- news ricevute e MS (sclerosi multipla)

Ve la “posto” come mi è arrivata, poi chiedete infomaggiori ai vostri medici:

Sclerosi multipla, nuove conferme di efficacia per fingolimod

I pazienti con sclerosi multipla intermittente e un ampio spettro di segni clinici rilevati alla visita e alla risonanza magnetica possono ricevere un beneficio dal trattamento giornaliero con 0,5 mg di fingolimod. Lo afferma l’analisi di un sottogruppo dello studio Freedoms, con il quale un team internazionale di ricercatori – coordinato da Virginia Devonshire della university of British Columbia di Vancouver (Canada) – ha deciso di verificare se l’effetto benefico già riportato si mantenesse in sottogruppi di pazienti con caratteristiche diverse. Sono stati selezionati allo scopo 1.272 pazienti con sclerosi multipla intermittente, assegnati in modo randomizzato a un gruppo che ha ricevuto fingolimod in dose giornaliera da 0,5 mg, e a un secondo trattato con un dosaggio di 1,25 mg, entrambi controllati in doppio cieco verso un gruppo placebo lungo un periodo di 24 mesi. I sottogruppi sono stati costituiti in modo da essere omogenei per età, sesso, caratteristiche della malattia (tra cui indici di disabilità ed entità delle lesioni) e risposta alle terapie precedenti. L’analisi intention to treat ha mostrato che 0,5 mg di fingolimod si sono associati a una percentuale di recidiva annualizzata inferiore rispetto al placebo, tranne che per i pazienti di età superiore ai 40 anni. La progressione confermata della disabilità si è ridotta in modo significativo, con un hazard ratio da 0,85 fino a 0,32 a seconda dei sottogruppi considerati. L’efficacia si è manifestata anche in quei pazienti che avevano lesioni attive nonostante il trattamento con interferone beta nell’anno precedente.

Multiple sclerosis, new confirmations of efficacy for fingolimod
Patients with multiple sclerosis and intermittent broad spectrum of clinical signs detected on magnetic resonance imaging to the visit and may receive a benefit from daily treatment with 0.5 mg of fingolimod. The said analysis of a subset of the study Freedoms, under which an international team of researchers – led by University of Virginia Devonshire of British Columbia in Vancouver (Canada) – has decided to investigate whether the beneficial effect reported earlier were maintained in subgroups of patients with different characteristics. Have been selected to 1,272 patients with multiple sclerosis, intermittent, randomly assigned to a group who received fingolimod at a dose of 0.5 mg daily, and a second treated at a dose of 1.25 mg, both controlled double-blind to a placebo over a period of 24 months. Subgroups were formed to be homogeneous for age, sex, disease characteristics (including indices of disability and extent of the injury) and response to prior therapies. The intention to treat analysis showed that 0.5 mg of fingolimod were associated with a lower annualized relapse rate compared to placebo, except for patients older than 40 years. The confirmed progression of disability was reduced significantly, with a hazard ratio of 0.85 to 0.32 depending on the subgroups considered. The effect occurred even in those patients who had active lesions despite treatment with interferon beta in the previous year.

La sclérose en plaques, nouvelles confirmations de l’efficacité pour fingolimod
Les patients atteints de sclérose en plaques et intermittente large éventail de signes cliniques détectés sur l’imagerie par résonance magnétique pour la visite et peut recevoir une prestation d’un traitement quotidien avec 0,5 mg de fingolimod. Le ladite analyse d’un sous-ensemble des libertés d’étude, en vertu de laquelle une équipe internationale de chercheurs – dirigé par l’Université de Virginia Devonshire de la Colombie-Britannique à Vancouver (Canada) – a décidé d’examiner si l’effet bénéfique rapporté plus tôt ont été maintenues dans sous-groupes de patients ayant des caractéristiques différentes. Ont été sélectionnés pour 1.272 patients atteints de sclérose en plaques, intermittents, assignés au hasard à un groupe qui a reçu le fingolimod à une dose de 0,5 mg par jour, et un second traité à une dose de 1,25 mg, à la fois contrôlée en double aveugle à un placebo sur une période de 24 mois. Les sous-groupes ont été formés pour être homogène pour l’âge, le sexe, caractéristiques de la maladie (y compris les indices de l’incapacité et l’étendue de la blessure) et la réponse aux traitements antérieurs. L’intention de traiter l’analyse a montré que 0,5 mg de fingolimod ont été associés à un faible taux de rechute annualisé comparé au placebo, sauf pour les patients âgés de plus de 40 ans. La progression confirmée du handicap a été réduit de manière significative, avec un hazard ratio de 0,85 à 0,32 selon les sous-groupes considérés. L’effet produit, même chez les patients qui avaient des lésions actives malgré un traitement avec l’interféron bêta dans l’année précédente.