dal sito "finanza in chiaro"…. ancora controversie per la CCSVI

dal sito: http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=11002

vi riporto cosa ho trovato, sono vari pezzi “copiati dal sito di cui sopra il link”

ancora controversie per la sperimentazione sulla CCSVI come concausa o causa della sclerosi multipla…

Secondo il chirurgo italiano uno dei fattori scatenanti la sclerosi multipla sarebbe un’anomalia a livello venoso (CCSVI), risolvibile tramite un intervento di angioplastica. Nel commento di Roger Chafe del Memorial University of Newfoundland si parla del Canada, uno dei paesi, insieme all’Italia, dove il dibattito è più acceso.E dove i pazienti premono di più sulla comunità scientifica perché accolga l’ipotesi Zamboni.

In Canada, infatti, la teoria del medico ferrarese ha avuto un’ampia diffusione mediatica, ma è rimasta fuori dai consessi scientifici. Né la Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), né gli enti di ricerca indipendenti sparsi sul territorio, infatti, hanno dato inizio a trial clinici per verificare l’efficacia del trattamento chirurgico. E, ovviamente, non hanno dato il loro benestare a eseguire le angioplastiche sui malati. La posizione dei medici e delle società scientifiche canadesi è chiara: in assenza di evidenze certe, lo sviluppo di trial interventistici potrebbe essere troppo rischioso per i pazienti. Per ora, la MSSC si limita a finanziare studi osservazionali per verificare l’associazione tra le due patologie, proprio come sta facendo in Italia l’Aism-Fism.

……….

La terapia per la sclerosi multipla proposta dal professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara è ora arrivata sulle pagine di Nature.
Di Admin (del 07/07/2011 @ 14:00:55, in it – Scienze e Societa, id 601 warp)

Secondo il chirurgo italiano uno dei fattori scatenanti la sclerosi multipla sarebbe un’anomalia a livello venoso (CCSVI), risolvibile tramite un intervento di angioplastica. Nel commento di Roger Chafe del Memorial University of Newfoundland si parla del Canada, uno dei paesi, insieme all’Italia, dove il dibattito è più acceso.E dove i pazienti premono di più sulla comunità scientifica perché accolga l’ipotesi Zamboni.

……

In Canada, infatti, la teoria del medico ferrarese ha avuto un’ampia diffusione mediatica, ma è rimasta fuori dai consessi scientifici. Né la Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), né gli enti di ricerca indipendenti sparsi sul territorio, infatti, hanno dato inizio a trial clinici per verificare l’efficacia del trattamento chirurgico. E, ovviamente, non hanno dato il loro benestare a eseguire le angioplastiche sui malati. La posizione dei medici e delle società scientifiche canadesi è chiara: in assenza di evidenze certe, lo sviluppo di trial interventistici potrebbe essere troppo rischioso per i pazienti. Per ora, la MSSC si limita a finanziare studi osservazionali per verificare l’associazione tra le due patologie, proprio come sta facendo in Italia l’Aism-Fism.

C’è un risvolto della medaglia: alcuni pazienti hanno fatto le valigie e sono partiti diretti verso cliniche private estere per sottoporsi a interventi di angioplastica. Non senza rischi. Nel frattempo i sostenitori del metodo Zamboni hanno continuato a crescere, grazie soprattutto a Facebook e Youtube, usati per diffondere le testimonianze positive di chi si è già sottoposto alla cosiddetta “terapia della liberazione”. E dai social media continuano le richieste di accesso pubblico agli interventi di angioplastica o di trial clinici, “senza –  come sottolinea Nature  – che se ne conoscano necessariamente le potenziali limitazioni”. Secondo la rivista, il fenomeno dei social media pone due diversi quesiti. Il primo di comunicazione medico-paziente: ovvero, se il pubblico usa i social network per organizzarsi e diffondere informazioni, forse gli scienziati dovrebbero fare lo stesso, cercando di spiegare tutti gli aspetti di una problematica.

Il secondo è questo: può la mobilitazione sociale influenzare il funzionamento della ricerca? Normalmente infatti, i trial interventistici hanno luogo solo dopo studi osservazionali incoraggianti. C’è però la possibilità che la voce dei social network possa esercitare una forte pressione nei confronti delle istituzioni politiche e scientifiche per favorire l’inizio di trial clinici, prima ancora che sia raggiunto un consenso scientifico. Una posizione giustificabile in determinati casi, secondo Nature, quando viene adottata per esempio per evitare che i malati scelgano di farsi operare chissà dove, esponendosi a ulteriori rischi. Una situazione, questa, non lontana da quella che si è verificata in Italia, dove, come dichiarato dal professor Massimo Del Sette, per motivi di “salute pubblica” si è deciso di dare il via a un “studio scientifico rigoroso” di intervento, come BRAVE DREAMS in cui includere i pazienti.

from site: http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=11002

I report what I found, the pieces are “copied from the site above the link”

even disputes as to experiments on CCSVI contributing cause or causes of multiple sclerosis …

According to an Italian surgeon triggers of multiple sclerosis have an abnormality in the venous (CCSVI), resolved by angioplasty. In the commentary by Roger Chafe at Memorial University of Newfoundland is spoken in Canada, one of the countries, with Italy, where the debate is more acceso.E where patients are pressing more on the scientific community to accept the hypothesis Zamboni.

In Canada, in fact, the theory of the physician of Ferrara has had wide media coverage, but remained outside the scientific fora. Neither the Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), or independent research bodies across the area, in fact, have initiated clinical trials to test the effectiveness of surgical treatment. And, of course, have not given their approval to perform angioplasty on patients. The position of the medical and scientific societies Canadians is clear: in the absence of certain evidence, the development of interventional trials may be too risky for patients. For now, the MSSC is limited to finance observational studies to test the association between the two diseases, just as Italy is doing in the IMF-Aism.

……….
The therapy for multiple sclerosis proposed by Professor Paolo Zamboni, University of Ferrara has now reached the pages of Nature.
Admin (07/07/2011 @ 14:00:55’s in it – and Sciences Company, 601 id warp)

According to an Italian surgeon triggers of multiple sclerosis have an abnormality in the venous (CCSVI), resolved by angioplasty. In the commentary by Roger Chafe at Memorial University of Newfoundland is spoken in Canada, one of the countries, with Italy, where the debate is more acceso.E where patients are pressing more on the scientific community to accept the hypothesis Zamboni.

……

In Canada, in fact, the theory of the physician of Ferrara has had wide media coverage, but remained outside the scientific fora. Neither the Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), or independent research bodies across the area, in fact, have initiated clinical trials to test the effectiveness of surgical treatment. And, of course, have not given their approval to perform angioplasty on patients. The position of the medical and scientific societies Canadians is clear: in the absence of certain evidence, the development of interventional trials may be too risky for patients. For now, the MSSC is limited to finance observational studies to test the association between the two diseases, just as Italy is doing in the IMF-Aism.

There is a downside: some patients have packed their bags and set off on their way to foreign private clinics to undergo angioplasties. Not without risks. Meanwhile, supporters of the method Zamboni continued to grow, thanks to Facebook and Youtube, used to spread positive testimonies of those who have already undergone the so-called “therapy of liberation.” And social media are continuing requests for public access to angioplasties or clinical trials, “not – as pointed out by Nature – not necessarily know that if the potential limitations.” According to the magazine, the phenomenon of social media poses two different questions. The first of doctor-patient communication: that is, if the public uses social networks to organize and disseminate information, perhaps scientists should do the same, trying to explain all aspects of an issue.

The second is this: social mobilization can influence the search function? Normally, in fact, the trial take place only after interventional observational studies encouraging. However, there is the possibility that the voice of social networks can exert strong pressure on the political and scientific institutions to promote the start of clinical trials, even before it reached a scientific consensus. A position justified in certain cases, according to Nature, for example, when taken to prevent patients choose to undergo surgery somewhere, exposing themselves to additional risks. That situation is not far from what occurred in Italy, where, as stated by Professor Massimo Del Sette, for reasons of “public health” has decided to kick off a “rigorous scientific study” of intervention, As BRAVE DREAMS in which patients included.

Continua a leggere dal sito "finanza in chiaro"…. ancora controversie per la CCSVI

CCSVI e news: ora da che parte stare?

http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2010/11/01/news/al-s-anna-sperimentazione-doppia-2641602

Al S. Anna sperimentazione doppia

Entro poche settimane un selezionato drappello di pazienti, formato da non più di 150-200 persone, varcherà la soglia dell’ospedale S. Anna motivato dalla stessa, condivisibile speranza: guarire dalla sclerosi multipla e tornare al più presto a condurre una vita normale

di Gioele Caccia

Entro poche settimane un selezionato drappello di pazienti, formato da non più di 150-200 persone, varcherà la soglia dell’ospedale S. Anna motivato dalla stessa, condivisibile speranza: guarire dalla sclerosi multipla e tornare al più presto a condurre una vita normale. Subito dopo avere oltrepassato le portinerie dell’istituto, però, il gruppetto si sgranerà. Ad attendere i malati ci saranno infatti due diversi team di ricerca, apparentemente accomunati dallo stesso obiettivo, i cui referenti nazionali hanno ingaggiato da mesi una contesa scientifica che sta proiettando i suoi riflessi anche all’interno del S. Anna.

I risvolti di questo scontro (che contrappone in particolare chirurghi vascolari e neurologi) sono ignoti a buona parte del pubblico. Dalla fine del 2009 un crescendo di interesse ha accolto la notizia che al S. Anna è stato realizzato, quattro anni fa, lo studio pilota che ha aperto una nuova e incoraggiante prospettiva nel trattamento della malattia.
Sessantacinque pazienti sono stati sottoposti dall’equipe guidata dal prof. Paolo Zamboni, direttore del Centro di malattie vascolari, ad un intervento di radiologia interventistica che si proponeva di normalizzare il flusso della circolazione venosa nel cervello degli ammalati.
L’esito dell’indagine è stato sorprendente, registrando fra l’altro una regressione dei sintomi in un significativo numero di casi clinici. Zamboni sostiene di aver individuato una patologia, la Ccsvi (insufficienza venosa cronica cerebro-spinale), che nell’indagine condotta con la collaborazione di due specialisti, Fabrizio Salvi, neurologo del Bellaria (Bologna), e Roberto Galeotti, radiologo interventista del S. Anna, ostacolerebbe il regolare deflusso del sangue dal cervello dei pazienti determinando nell’organo un anomalo accumulo di ferro, responsabile delle lesioni associate all’insorgenza della sclerosi multipla. Cinque o sei anni fa, quando stava ancora gettando le basi della sua ricerca, Zamboni chiese la collaborazione di altri specialisti dell’ospedale S. Anna. La sclerosi multipla è sempre stata, in passato, materia di preminente competenza del neurologo, motivo per cui si mise in contatto con gli specialisti che lavoravano per l’ospedale e per l’ateneo estense.

La collaborazione, pur avviata fra Zamboni e l’unità operativa di Neurologia del S. Anna diretta dalla prof. Maria Rosaria Tola, non procedette però sul binario giusto e in breve si interruppe. La doppia sperimentazione che da novembre prenderà le mosse al S. Anna (forse l’unico centro in Italia che ospiterà contemporaneamente due indagini cliniche che si annunciano, più che complementari, antitetiche) nasce in un clima di diffidenza scientifica e si innesta su questa annosa rivalità. Zamboni dal 2006 in poi percorrerà altre strade: grazie alla segnalazione della prof. Alessandra Ferlini, dirigente della Genetica Medica dell’università di Ferrara, che sta approfondendo uno specifico ramo di studi, avvierà una fruttuosa alleanza operativa col neurologo del Bellaria Fabrizio Salvi, uno dei pochi in Italia che si è smarcato dalla posizione critica assunta sulla Ccsvi dalla Società italiana di neurologia. Fondamentale risulterà, inoltre, per l’equipe di Zamboni il lavoro di un altro specialista, il radiologo del S. Anna e dell’università di Ferrara Roberto Galeotti. Alla fine del 2009 la pubblicazione dello studio di Zamboni, nel frattempo corroborato da indagini scientifiche condotte anche all’estero, ha suscitato una vasta eco internazionale. La Regione Emilia Romagna ha deciso di promuovere una sperimentazione che avrà una duplice valenza: diagnostica (valuterà cioè se esiste la Ccsvi e se può essere efficacemente rilevata) e terapeutica (misurerà l’efficacia del trattamento di liberazione delle vene occluse nella cura della sclerosi multipla). Il trial coinvolgerà 550 pazienti (un centinaio al S. Anna, da dove sarà coordinata la ricerca) in una decina – o forse più – di siti clinici con una procedura in doppio cieco. Costo presunto: ignoto, secondo voci ufficiose sarebbe vicino a un milione di euro. L’indagine promossa dall’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism) coinvolgerà invece 30 centri e 2000 pazienti (1200 con SM, 400 sani e 400 con altre patologie).

1 novembre 2010
Al S. Anna experimental double

Within weeks of a selected group of patients, consisting of no more than 150-200 people, will cross the threshold of the San Anna motivated by the same, shared hope: the cure of multiple sclerosis and come back soon to lead a normal life

di Gioele Caccia

Al S. Anna experimental double
On the same theme

* Two working groups divided on the whole

Within weeks of a selected group of patients, consisting of no more than 150-200 people, will cross the threshold of the San Anna motivated by the same, shared hope: the cure of multiple sclerosis and come back soon to lead a normal life. Immediately after passing the concierge of the institute, however, the group is sgranerà. Waiting for the sick there are in fact two different research teams, apparently share the same goal, which the national contact points have been locked for months that a scientific dispute is projecting his reflexes, even in the S. Anna.

The implications of this struggle (which contrasts with vascular surgeons and neurologists in particular) are largely unknown to the public. Since the end of 2009 a growing interest has welcomed the news that the S. Anna was created four years ago, the pilot study that has opened a new perspective and encouraging in the treatment of disease.
Sixty-five patients underwent by the team led by prof. Paolo Zamboni, director of the Center for vascular diseases, interventional radiology to an intervention which aimed to normalize the flow of blood circulation in the brain of the sick.
The outcome of the study was surprising, recording inter alia a regression of symptoms in a significant number of clinical cases. Zamboni claims to have identified a disease, the Ccsvi (chronic venous insufficiency cerebro-spinal), which conducted the survey with the assistance of two specialists, Fabrizio Salvi, Bellaria neurologist (Bologna), Roberto Galeotti, the interventional radiologist S. Anna, would hamper the smooth flow of blood from the brain of patients causing an abnormal accumulation of iron in the organ, responsible for injuries associated with the onset of multiple sclerosis. Five or six years ago when he was still laying the foundations of his research, Zamboni said the collaboration of other specialists in the hospital S. Anna. Multiple sclerosis has always been in the past on a primary responsibility of the neurologist, which is why he made contact with the specialists who worked for the hospital and the University of Ferrara.

The collaboration between Zamboni and even started an operation of Neurology of the S. Anna directed by prof. Maria Rosaria Tola, but did not proceed on the right track and soon stopped. The two experiments that will build from November to S. Anna (perhaps the only center in Italy will host two simultaneous clinical investigations that are advertised, rather than complementary opposites) was born in a climate of distrust in science and engages on this long-standing rivalry. Zamboni from 2006 onwards will cover other ways: through the reporting of prof. Alessandra Ferlini, director of Medical Genetics, University of Ferrara, who is investigating a specific field of study, will begin a fruitful business alliance with the neurologist Bellaria Fabrizio Salvi, one of the few in Italy that is unmarked by the critical position assumed by the Ccsvi Italian Society of Neurology. Will be crucial also for the team of the Zamboni work of another specialist, the radiologist S. Anna and the University of Ferrara Roberto Galeotti. At the end of 2009, the publication of the study of Zamboni, meanwhile supported by scientific studies carried out abroad, has attracted international attention. The Emilia Romagna Region has decided to promote a trial that will have a dual role: diagnostic (ie, assess whether there is Ccsvi and if it can be effectively detected) and therapeutic (measuring the effectiveness of treatment for the liberation of occluded veins in the treatment of multiple sclerosis ). The trial will involve 550 patients (about one hundred at St. Anna, which will be coordinated by research) in a dozen – maybe more – of clinical sites with a double-blind procedure. Estimated cost: unknown, according to unofficial voices would be close to one million euro. The survey sponsored by the Italian Multiple Sclerosis (Aism) and the Italian Multiple Sclerosis Foundation (IMF) instead involve 30 centers and 2000 patients (1200 with MS and 400 healthy and 400 with other diseases).
November 1, 2010

——–
Al S. Anna expérimentale double

Quelques semaines plus tard d’un groupe de patients sélectionnés, composé de pas plus de 150-200 personnes, franchira le seuil de la San Anna motivés par les mêmes, l’espérance partagée: la guérison de la sclérose en plaques et de revenir bientôt pour mener une vie normale
di Gioele Caccia

zoom

Al S. Anna expérimentale double
Sur le même thème

* Deux groupes de travail répartis sur l’ensemble

Quelques semaines plus tard d’un groupe de patients sélectionnés, composé de pas plus de 150-200 personnes, franchira le seuil de la San Anna motivés par les mêmes, l’espérance partagée: la guérison de la sclérose en plaques et de revenir bientôt pour mener une vie normale. Immédiatement après avoir passé le concierge de l’institut, cependant, le groupe est sgranerà. Attente pour les malades il ya en fait deux équipes de recherche différentes, semblent partager le même objectif, qui les points de contact nationaux ont été bloqués pendant des mois qu’un différend scientifique est en saillie ses réflexes, même dans le S. Anna.

Les conséquences de cette lutte (ce qui contraste avec les chirurgiens vasculaires et des neurologues en particulier) sont largement inconnus du grand public. Depuis la fin de 2009 un intérêt croissant a souhaité la bienvenue aux nouvelles que le S. Anna a été créée il ya quatre ans, l’étude pilote qui a ouvert une nouvelle perspective et encourageants dans le traitement de la maladie.
Soixante-cinq patients ont subi par l’équipe dirigée par le prof. Paolo Zamboni, directeur du Centre pour les maladies vasculaires, la radiologie interventionnelle à une intervention qui visait à régulariser le flux de la circulation sanguine dans le cerveau des malades.
Les résultats de l’étude est surprenant, d’enregistrement, entre autres, une régression des symptômes chez un nombre significatif de cas cliniques. Zamboni prétend avoir identifié une maladie, le CCSVI (insuffisance veineuse chronique céphalo-rachidien), qui a mené l’enquête avec l’aide de deux spécialistes, Fabrice Salvi, neurologue Bellaria (Bologne), Roberto Galeotti, le radiologue interventionnel S. Anna, nuirait à la fluidité du sang du cerveau de patients provoquant une accumulation anormale de fer dans l’organe, responsable pour les blessures associées à l’apparition de la sclérose en plaques. Cinq ou six ans auparavant alors qu’il était encore en jetant les bases de ses recherches, Zamboni a déclaré la collaboration d’autres spécialistes à l’hôpital S. Anna. La sclérose en plaques a toujours été dans le passé sur la responsabilité première du neurologue, ce qui explique pourquoi il a pris contact avec les spécialistes qui ont travaillé pour l’hôpital et l’université de Ferrare.

La collaboration entre Zamboni et même commencé une opération de neurologie de l’S. Anna dirigé par le prof. Maria Rosaria Tola, mais n’a pas eu lieu sur la bonne voie et bientôt arrêté. Les deux expériences qui va construire à partir de Novembre à S. Anna (peut-être le seul centre en Italie sera l’hôte de deux simultanée des investigations cliniques qui sont annoncés, plutôt que contraires complémentaires) est né dans un climat de méfiance dans les sciences et mène sur cette rivalité de longue date. Zamboni à partir de 2006 portera sur les moyens d’autres: à travers la déclaration du prof. Alessandra Ferlini, directeur de la génétique médicale, Université de Ferrare, qui enquête sur un champ d’étude spécifique, commencera une alliance d’affaires fructueuse avec l’Salvi neurologue Bellaria Fabrizio, l’un des rares en Italie, qui n’est pas marquée par la position critique assumé par le CCSVI Société italienne de neurologie. Sera cruciale pour l’équipe des travaux Zamboni d’un autre spécialiste, radiologue S. Anna et l’Université de Ferrara Roberto Galeotti. À la fin de 2009, la publication de l’étude de la Zamboni, quant à lui soutenu par des études scientifiques réalisées à l’étranger, a attiré l’attention internationale. La Région Emilie Romagne a décidé de promouvoir un procès qui aura un double rôle: diagnostic (par exemple, d’évaluer s’il ya CCSVI et si elle peut effectivement être détecté) et thérapeutiques (mesure de l’efficacité du traitement pour la libération de veines occlus dans le traitement de la sclérose en plaques ). Le procès impliquera 550 patients (environ cent at St. Anna, qui sera coordonnée par la recherche) dans une douzaine – peut-être plus – de sites cliniques à une procédure en double aveugle. Coût estimé: inconnu, selon des voix officieuses seront près d’un million d’euros. L’enquête commanditée par l’Italien sclérose en plaques (AISM) et l’Italien sclérose en plaques Foundation (IMF) au lieu impliquent 30 centres et 2000 patients (1200 avec MS et 400 en bonne santé et 400 avec d’autres maladies).
1 novembre 2010