Sentenza Eternit e Casale Monferrato

da \”Il Monferrato\” Sentenza Eternit

SENTENZA ETERNIT: 16 anni a Schmidheiny e a De Cartier, 25 milioni di euro a favore del Comune di Casale, 20 alla Regione, 5 all’ASL

asale Monferrato | 14/02/2012 — Il Tribunale di Torino lunedì 13 febbraio alle ore 13,15 ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier alla fine del processo Eternit

Ore 16,55 «La sentenza che è stata emessa oggi dal Tribunale di Torino confidiamo servirà da monito affinché episodi come quello dell’Eternit non si verifichino più. Certamente in questo caso ci aspettavamo che venissero accordati i vent’anni di carcere così come chiesto dalla Procura, accogliamo però positivamente una condanna arrivata in tempi brevi se si considera la durata del processo e comunque che pone la parola fine ad un triste e drammatico capitolo per la storia del lavoro in Piemonte». Questo il commento dell’assessore al Lavoro e alla Formazione Professionale, Claudia Porchietto, e del vicepresidente della Regione, Ugo Cavallera, dopo la pronuncia della sentenza su Eternit.
«Il riconoscimento di una provvisionale di 20 milioni alla Regione e di 5 milioni all’Asl locale – ha quindi osservato Cavallera – significa che il Tribunale ha tenuto in grande considerazione le motivazioni della nostra difesa, supportate da un’adeguata documentazione e dalle testimonianze rese in fase dibattimentale dagli amministratori e dai funzionari regionali».

Ore 16,36 Soddisfatti della sentenza anche Guariniello (nella foto) e Caselli: «La sentenza di oggi è un sogno – ha affermato il primo – è avrà una eco mondiale. Una sentenza che farà storia e che riscriverà una parte di giurisprudenza». Anche Caselli ha espresso giudizi positivi «per come si è svolto il processo, molto corretto, preciso come vuole il presidente della Repubblica, Napolitano. L’esito del processo avrà rilevanza internazionale e contribuirà a rendere migliore la vita delle future generazioni».

Ore 16,30 L’amministrazione comunale di Casale Monferrato, attraverso un comunicato stampa, si dichiara soddisfatta della sentenza emessa oggi dal Tribunale di Torino: «La sentenza – commenta il sindaco Giorgio Demezzi – rappresenta per Casale Monferrato, per i suoi cittadini, per gli altri Comuni del territorio coinvolti e per quelli nelle altri parti d’Italia dove esistevano stabilimenti dell’Eternit, un momento decisivo per uscire da questo dramma che ci ha colpito tutti. Abbiamo sempre sostenuto – aggiunge Demezzi – che gli imputati dovessero essere condannati per le loro oggettive responsabilità. Ci teniamo a ribadire che le polemiche nate in questi ultimi mesi, riguardo l’eventuale accettazione dell’offerta economica di uno dei due imputati, non ha mai messo in dubbio la nostra certezza sulla colpevolezza degli imputati».

Ore 16,20 Dopo due ore e 58 minuti l’udienza volge alle battute finali con condanna degli imputati alla refusione delle spese processuali. Novanta giorni conclude Casalbore per depositare le motivazioni.

Ore 16,06 «Una sentenza giustamente severa», commenta il sindaco di Mirabello Luca Gioanola in prima fila nella vicenda della transazione per ricucire il rapporto tra i piccoli Comuni che si sono costituiti nel processo con il Comune capofila, anche nei momenti più critici.
Per i piccoli Comuni il riconoscimento di avere subito un danno che andrà concretamente rivendicato in una successiva causa civile, commenta ancora Gioanola, che poi testimonia la propria commossa partecipazione e fronte del doloroso, interminabile elenco di persone, di vite di cittadini spezzate dalla speculazione dell’Eternit. Elenco che il presidente Casalbore sta continuando tuttora a leggere e che dalla mole dei fogli sembra essere giunta più o meno a metà, dopo due ore e 47 minuti di lettura.

Ore 15,42 Condannato il belga De Cartier inoltre al risarcimento dei Comuni del Vercellese che hanno accettato l’offerta dello svizzero: Motta de’Conti, Candia Lomellina e Stroppiana.

Ore 15,40 Secondo quanto è stato dato intendere negli elenchi delle parti civili a cui è stato riconosciuto titolo al risarcimento vi sono anche i cittadini che si sono costituiti per ottenere l’indennizzo del cosiddetto “danno psicologico”, la “sindrome di Chernobyl” , il danno cioè che deriva dal fatto di essere esposti a un rischio per la propria vita. cosa che compromette in modo significativo la qualità della vita. Tra i commenti quello di Alberto Deambrogio del circolo PRC-FDS di Casale Monferrato: «Oggi è il giorno della pacata soddisfazione – dice a seguito della sentenza Eternit – è il giorno della giustizia ottenuta però a prezzo di indicibili sofferenze». Per Sinistra Ecologia e libertà un comunicato stampa diffuso subito dopo la sentenza a firma di Nichi Vendola Coordinatore nazionale, Monica Cerutti Consigliera regionale Sel e Fabio Lavagno Coordinatore regionale Sel Piemonte «la sentenza del Processo Eternit pronunciata oggi dal tribunale di Torino ha qualcosa di storico e decisivo, non solo perché si è trattato del più grande processo penale in Italia e nel mondo per le morti d’amianto, ma perché è finalmente un punto fermo di una battaglia che, iniziata sindacalmente, è divenuta coscienza civile.
“Una battaglia trentennale iniziata a Casale Monferrato e che da ora deve diventare fondamentale nelle scelte dei modelli di sviluppo produttivi che devono tenere conto della salute non solo dei lavoratori e dei loro famigliari, ma dell’intera comunità e dell’ambiente in cui questa è inserita o a cui si rivolge».

Ore 15,35 Positivi i commenti di Bruno Pesce, coordinatore del Comitato vertenza amianto che mette in evidenza l’importanza a livello internazionale della sentenza che “riconosce anche il dolo”. Quanto alla provvisionale di 25 milioni riconosciuta al Comune di Casale si limita ad annotare che “è più di 18 milioni”, la cifra ipotesi di transazione tra il Comune di Casale e l’imputato svizzero Stephan Schmidheiny, transazione poi respinta dal Comune. Giudizio positivo anche da parte di Sergio Bonetto, difensore di tanti cittadini costituiti nel processo che si dice soddisfatto anche come legale del Comune di Cavagnolo che a giugno aveva invece sottoscritto la transazione con lo svizzero: “Avevo detto che trattandosi di una transazione la cifra oggetto dell’indennizzo avrebbe dovuto verosimilmente essere almeno doppia, e il Tribunale ha accolto la mia richiesta”.

Ore 15,30 Arrivano altre dichiarazioni mentre si sta ancora leggendo la sentenza. Paolo Filippi, presidente della Provincia di Alessandria: «Vedo il bicchiere per tre quarti pieno. Mi pare difficile che i paesi possano avere da subito le provvisionali. Sono soddisfatto per il 25 milioni di euro al Comune di Casale, per i 5 alla Provincia e per i 20 alla Regione». Fernanda Giannasi , pasionaria del movimento che si oppone alla lavorazione dell’amianto in Brasile e in tutta l’America Latina: «Casale e gli italiani devono essere soddisfatti per la sentenza di oggi. Casale ha rispolverato la sua immagine che era decaduta negli ultimi mesi. Una sentenza che aiuta il Brasile dove si lavora ancora l’amianto soprattutto dal punto di vista della sicurezza. Questa sentenza potrebbe salvare tante vite nel mio paese».

Ore 15,10 Imputati condannati a indennizzi – da liquidarsi in separata sede civile – anche dei Comuni che si sono costituiti parte civile: Balzola, Villanova, Pontestura, Morano, Ozzano, Coniolo, Mirabello, Provincia di Torino, Provincia di Alessandria, Comune di Rubiera.

Ore 14,53 Arrivano i primi commenti dopo la sentenza. Pondrano e Pesce dell’Afeva: «Condanna giusta. Per quanto riguarda Reggio e Bagnoli dobbiamo fare una riflessione più ampia, studiando la sentenza. Per quanto riguarda Casale vogliamo dire che 25 milioni sono più dei 18, mentre per Cavagnolo 4 sono più di 2. Siamo molto soddisfatti : è una sentenza di rilievo mondiale: la multinazionale delle vittime ha battuto la multinazionale dell’amianto».

Ore 14,19 Prosegue la lettura delle parti civili a cui il Tribunale ha riconosciuto un risarcimento a titolo di provvisionale, salvo poi liquidazione del danno complessivo reclamato dalle parti offese tramite una separata causa civile. Un elenco interminabile, straziante di nomi di parenti di persone uccise dall’amianto.
Casalbore legge un nome alla volta traendo dal tavolo i fogli dove è stato steso l’elenco: complessivamente una piccola risma alta tre-quattro centimetri.

Ore 13,50 Il Tribunale condanna inoltre gli imputati al pagamento delle provvisionali a favore del Comune di Casale (25 milioni di euro), Regione Piemonte (20 milioni), Asl (5 milioni), Afeva (100mila euro), 60mila euro a favore della presidente dell’Afeva Romana Blasotti Pavesi e dei suoi familiari. Ai figli e alla moglie di Alberto Badino, ex lavoratore della Cerutti, sportivo, appassionato di montagna, mai lavorato all’Eternit ma nato e cresciuto a Casale una provvisionale di 30mila euro euro. La moglie rimasta sola con due figli aveva accettato la proposta di transazione dello svizzero Schmidheiny con le lacrime agli occhi, a causa delle difficoltà economiche. Trentamila euro dovranno essere versati dall’imputato belga De Cartier ai congiunti di Giorgio Barbesino, ex segretario del PSI negli anni Ottanta.

Ore 13,15 Il presidente Casalbore legge immediatamente il verdetto. Sedici anni a entrambi gli imputati per i fatti relativi a Cavagnolo e Casale, non per Rubiera e Bagnoli perché i reati sono prescritti. Condanna inoltre gli imputati al pagamento delle spese processuali e in solido con le società chiamate in causa come civilmente responsabili al pagamento di risarcimenti. De Cartier dovrà versare 4 milioni di euro a favore del Comune di Cavagnolo (Schmidheiny aveva firmato una transazione a giugno per due milioni di euro) ed entrambi tra gli altri alla provvisionale a favore dell’Inail di 15 milioni che aveva chiesto complessivamente 272 milioni di euro per le spese sostenute a causa delle malattie causate dall’amianto ai lavoratori. Poi procede con la drammatica, lunghissima lista delle parti civili, i singoli cittadini che si sono costituiti nel processo per la morte dei propri familiari.

Ore 12,30 – Si ritorna in aula per la sentenza. Fuori dal Palazzo le manifestazioni delle associazioni
Si ritorna in aula in attesa del rientro della Corte. La sentenza è prevista per le 13,15. Durante la mattinata, fuori dal Palazzo di Giustizia, si è svolta una manifestazione con le associazioni dei famigliari delle vittime dell’amianto di Casale e della Francia, Voci della Memoria, No Tav. A mezzogiorno c’è stato anche tempo per il pranzo “al sacco” offerto dall’Afeva.

Ore 11,45 – Guariniello: un processo che è anche una parola di speranza per le popolazione vittime dell’amianto
«È un processo in cui si può dire una parola di speranza per tutte le popolazioni che sono state esposte all’amianto, ed è una parola di speranza che vale anche per tutte le altre grandi tragedie del lavoro e dell’ambiente che si consumano nel mondo. Dimostra che ci può essere una risposta delle pubbliche istituzioni, e l’esito è importante per dimostrare a tutti che questi processi si possono e si devono fare».
Con queste parole il pm Raffaele Guariniello questa mattina in attesa del verdetto ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano quale fosse il significato del Processo Eternit, giunto oggi all’ultima udienza.
«Ho cominciato a occuparmi di sicurezza del lavoro dagli anni Settanta, da allora è cambiato molto – ha aggiunto Guariniello – basta guardare quest’aula per capire quanta speranza oggi c’è e quanto possa essere ritenuta fondata». Un’aula strapiena di giornalisti giunti a Torino da tutto il mondo per assistere all’epilogo di quello che è stato definito il processo del secolo da un organo di stampa giapponese.
«Le istituzioni pubbliche hanno un grande compito nel dare una risposta a questa sete di giustizia che arriva dalle popolazioni. Oggi speriamo – ha aggiunto Guariniello – di poter dare risposte adeguate, che facciano capire a tutti i vertici delle grandi impresi che verrà giudicata la politica aziendale della sicurezza».
«L’insegnamento di questo processo è – ha detto inoltre il noto magistrato torinese – che noi dobbiamo entrare nelle stanze dei consigli di amministrazione dove si decide quanto si spende per fare sicurezza».
A una giornalista francese che ha chiesto a Guariniello se la sentenza potrà influire sull’attesa di giustizia delle vittime dell’amianto nel suo paese ha risposto: «Non solo la Francia ma anche tanti altri paesi. Questo processo dimostra che si può e si deve fare…».

Ore 9,34 – La sentenza sarà letta alle ore 13,15
Zaccone, legale di De Cartier, rinuncia alla replica. La Corte si ritira: «Ci vediamo alle 13,15 per la lettura della sentenza» afferma Casalbore (nella foto Guariniello assediato dai giornalisti al Palazzo di Giustizia).

Ore 9,30 – Nessuna revoca della costituzione di parti civili dei Comuni
L’avvocato Marco Gatti dichiara di avere depositato la revoca della costituzione di parti civili di alcuni Comuni. Casalbore non concede l’intervento e precisa che la revoca è intempestiva e che se ne terrà conto nei successivi gradi di giudizio.

Ore 9,20 – Comincia l’udienza
Il Tribunale – presidente Giuseppe Casalbore, giudici a latere Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo – fa ingresso nella maxiaula 1. Tutti in piedi. Il presidente Casalbore getta uno sguardo sull’aula strapiena di avvocati, giornalisti, familiari, sindaci: «Prego accomodatevi». Ammonisce i giornalisti a fare silenzio: «L’aula non è un teatro».
L’udienza che dirà se i due imputati – lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Louis de Cartier – sono innocenti o colpevoli e di quali reati, quindi ha inizio.Subito l’appello dei legali.

Ore 9 – Gli studenti al Palazzo della Provincia di Torino
Sei pullman di studenti  giungono al palazzo della Provincia da dove seguiranno su maxischermo grazie al collegamento garantito via web.

Ore 8,45 – L’arrivo a Torino al Palazzo di Giustizia
Ventiquattro pullman solo di familiari delle vittime e cittadini colpiti dal dramma amianto nelle località in cui c’erano gli stabilimenti dell’Eternit, in Italia e in Europa sono arrivati a Torino. Ma ci sono anche delegazioni da molti altri Paesi in cui l’amianto ha fatto strage oppure viene ancora attualmente lavorato. Davanti al Palazzo di giustizia una fiumana di persone.

Lunedì 13 ore 7 – Novecento casalesi su 16 pullman sono partiti alla volta di Torino per il processo Eternit
Sono partiti alle ore 7 i circa 900 cittadini casalesi alla volta di Torino per assistere all’udienza del Processo Eternit. Sedici pullman da piazza Castello più varie auto e un pullmino, più il pulmann dei sindaci e degli amministratori organizzato dal Comune di Casale per prendere parte all’udienza finale del Processo Eternit, un processo su cui sono puntati gli occhi di tutto il mondo (foto Igor Furlan).

Giunti parecchi giornalisti di testate emittenti e tivù nazionali
A Casale oggi – domenica – sono giunti parecchi giornalisti di testate emittenti e tivù nazionali e stranieri, tra cui le troupe di «LA7» che ha seguito la vicenda della transazione e gli inviati del quotidiano francese «Le Monde», tanto per fare un esempio.
Tantissimi gli accrediti richiesti per questa udienza finale del processo al tribunale di Torino, «un faldone», dice una impiegata del palazzo di giustizia che gestisce le richieste.
Tante da indurre il presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore a un fermo invito ai giornalisti all’autoregolamentazione «perché non derivi un pregiudizio per il regolare e sereno svolgimento dell’udienza che il Tribunale valuterà nel corso stesso dell’udienza. In tal caso al fine di evitare di dovere revocare a tutti l’autorizzazione alle riprese televisive si invitano gli interessati a coordinarsi spontaneamente tra di loro in modo da limitare all’indispensabile l’uso di apparecchiature tecniche. In caso contrario questo tribunale di vedrà costretto a dovere vietare qualsiasi ripresa televisiva».
Domani – insomma – sarà il giorno della verità, si saprà se lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Jean Louis De Cartier de la Marchienne sono o no – secondo la giustizia italiana – gli effettivi responsabili di quella multinazionale dell’amianto che col marchio Eternit ha accumulato in quasi un secolo enormi profitti lavorando una fibra che in modo inequivocabile, da metà anni Sessanta, è diventato evidente che provocasse danni gravissimi alla salute.
Vent’anni la richiesta della pena formulata dai pm Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace.
Lunedì sarà il momento in cui il diritto, le leggi, la norma, si misureranno con le coscienze, la storia, i destini di quella comunità internazionale offesa da una industria criminale in cui il caso ha voluto rientrasse con un tragico ruolo di spicco anche la città di Casale. Insieme a Napoli, Rubiera, Cavagnolo e chissà quante località nel mondo dove Eternit e altri gruppi lavoravano il cemento-amianto.

La rilevanza internazionale
Un processo di enorme rilevanza (2.889 le vittime dell’amianto) non solo a livello nazionale, ma a cui tutto il mondo guarda per le implicazioni che una sentenza che inchiodasse alle proprie responsabilità i vertici della multinazionale Eternit potrebbe avere laddove la giustizia non ha fatto ancora il suo corso.
E anche nei confronti di coloro che continuano a lavorare la fibra killer, confidando, come avveniva in passato, che la lunga latenza delle patologie provocate dall’asbesto consenta di fare profitti dribblando – infine – le proprie responsabilità, grazie al fatto che decenni dopo risulta estremamente complesso ricostruire le vicende e attribuire le colpe.
Lunedì il tribunale di Torino – presidente Giuseppe Casalbore, giudici a latere Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo – pronuncerà il proprio verdetto dopo un processo durato due anni: 65 udienze, tante testimonianze, perizie e controperizie, una montagna di documenti (solo l’indagine della Procura conta circa 230mila pagine), che l’accusa e la difesa hanno prodotto per suffragare le proprie tesi.
E dei quali il Tribunale ha dovuto valutare veridicità e peso effettivo.
Una udienza che si aprirà alle 9 con le conclusioni dell’avvocato Cesare Zaccone, difensore dell’imputato belga, a cui seguirà la Camera di Consiglio durante il quale il tribunale provvederà formalmente alla stesura della sentenza. Poi il tribunale rientrerà per la lettura del verdetto.

Seimila le parti civili costituite nel Processo Eternit
Nel dispositivo della sentenza dovranno essere chiarite – secondo i legali – non solo le effettive responsabilità degli imputati, ma la sussistenza dei reati, il ruolo delle società chiamate in causa come civilmente responsabili (che dovranno mettere mano al portafogli se i responsabili non pagassero…), e l’ammissibilità della parti civili, circa 6000.
Una lettura che si annuncia lunga visto l’elevatissimo numero di soggetti coinvolti e su cui il Tribunale, si presume, dovrà esprimersi per chiarire le moltissime e differenti posizioni all’interno del processo. Quattro o cinque ore per la lettura del dispositivo, valutano i legali delle parti civili che dovrebbe chiarire quali posizioni sono state accolte, quali il tribunale ha deciso di liquidare con la cosiddetta «provvisionale» (l’«acconto» sui risarcimenti richiesti da chi ha subito danni qualora gli imputati siano ritenuti colpevoli), le posizioni non ritenute ammissibili per la più svariate ragioni.

Una partecipazione straordinaria
L’udienza potrà essere seguita anche via internet collegandosi al nostro sito con puntuali aggiornamenti, oppure sul sito della Provincia di Torino che trasmetterà il filmato in streaming (http://www.provincia.torino.gov.it/speciali/2009/processo_eternit) o in diretta audio su Radio Gold (frequenze FM89.1 – FM88.8) oppure sempre in streaming sul sito www.radiogold.it.
Prevista una partecipazione straordinaria all’udienza; la Protezione Civile allestirà all’esterno del palazzo di giustizia alcuni gazebo per distribuzione bevande e servizi igienici.
Sono 23 i pullman coordinati dalla «multinazionale delle vittime»; giungeranno da Casale, Reggio Emilia, Bologna (con tanti giovani); ce ne sarà uno dei lavoratori della Bemberg, industria di Gozzano (NO) che produceva rayon utilizzando forti quantità di rame e ammonio. E poi cittadini da Livorno, Viareggio, Savona, Roma, Bari, Milano, Broni, Napoli.
Tre pullman e varie delegazioni dalla Francia: esponenti dell’Andeva (l’associazione delle vittime francese), minatori della Lorena, delegazioni dall’Ardèche e dall’Alta Savoia, giungeranno in treno le vedove di Dunkerque, località dell’estremo nord della Francia in cui vi era uno stabilimento Eternit.
Attese altre delegazioni da Inghilterra, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, Belgio.
In tutto si valuta che affluiranno a Torino almeno 1200 persone e si sta quindi provvedendo a organizzare questa eccezionale affluenza. A disposizione due aule bunker da 250 posti, più l’aula magna da 700 e la sala congressi della vicina provincia di Torino con altri 250.
Nella maxiaula 2 verranno sistemate le delegazioni degli stranieri e si sta lavorando per organizzare un servizio di traduzione simultanea in inglese e francese.
Si annuncia una copertura giornalistica globale: tivù e giornalisti di carta stampata e radio stanno giungendo a Casale in questi giorni da tutta Europa.

Massimiliano Francia, Alberto Marello

Casale Monferrato rinuncia al risarcimento!

http://www.alessandrianews.it/politica/casale-monferrato-rinuncia-risarcimento-6971.html

17:30 Afeva: “finalmente soddisfatti per la laboriosa decisione”
“IL NO di Casale Monferrato è un’ulteriore sconfitta per Stephan Schmidheiny, dopo il rinvio a giudizio e il no di tantissimi cittadini e dei piccoli Comuni del Casalese. Siamo finalmente soddisfatti per questa laboriosissima decisione, perché è la decisione più giusta che la città di Casale potesse assumere in merito alla proposta di un patto con l’imputato Schmidheiny. Troppo grandi sono stati, e sono ancora, la sofferenza e il torto subiti dalla città per poterli tradurre in semplice opportunità di carattere economico. E’ una scelta giusta perché consente di ricucire le lacerazioni provocate nella città e di marciare uniti, cittadini e Istituzioni, per conseguire quelli che sono i nostri obbiettivi inscindibili da decenni: GIUSTIZIA, RICERCA E BONIFICA AMBIENTALE. Questa unità ci consentirà di affrontare con maggiore efficacia e coerenza il “dopo-sentenza” che potrà essere molto impegnativo anche sul fronte dei risarcimenti che non vanno, ovviamente, trascurati. Vogliamo ringraziare, per il ruolo determinante svolto in questi mesi, il Ministro della Salute Renato Balduzzi, il Vescovo di Casale Alceste Catella, gli organi di informazione locali e nazionali e i cittadini di ogni età che, a migliaia, hanno manifestato una profonda condivisione della battaglia comune per la Giustizia.”

Unitariamente Cgil, Cisl, Uil:
“Apprendiamo con favore della decisione da parte dell’amministrazione comunale del Comune di Casale Monferrato di rinunciare all’offerta risarcitoria di 18 milioni di euro presentata dall’imputato svizzero Stephan Schmidheiny, a titolo di transazione nel processo ai vertici “Eternit”, risoluzione che va incontro alle richieste avanzate in più sedi da CGIL CISL e UIL e dall’Associazione Familiari Vittime Amianto.
Pensiamo che alla vigilia della sentenza del 13 febbraio questa decisione possa rafforzare il fronte costituito di parte civile, e riteniamo sia stato decisivo l’interessamento del Ministro della Salute Balduzzi e del Ministro dell’Ambente Clini al fine di delineare la possibilità di addivenire ad un Accordo di Programma sull’emergenza ambientale e sanitaria di Casale.”



Ecco il testo integrale del comunicato ufficiale appena diramato:

La Giunta di Casale Monferrato riunitasi alle ore 11 di questa mattina ha messo la parola fine ai sofferti dibattiti delle ultime settimane sulla possibilità di accettare l’offerta di oltre 18 milioni di euro presentata dall’imputato svizzero Stephan Schmidheiny, a titolo di transazione nel processo Eternit.

A poco più di una settimana dalla sentenza prevista per il 13 febbraio, l’Amministrazione comunale ha deciso di rifiutare la proposta presentata dalla Becon A.G. per conto di Schmidheiny e di proseguire lungo il percorso delineato a livello istituzionale con il Ministro della Salute Renato Balduzzi e con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel corso dell’incontro tenutosi a Roma lo scorso 26 gennaio. L’obiettivo è quello di arrivare alla stipula di una sorta di Accordo di Programma che impegni lo Stato e le amministrazioni locali a risolvere l’emergenza di Casale Monferrato.

“Questa Amministrazione si è trovata davanti a una decisione difficile e particolarmente complessa – commenta il sindaco Giorgio Demezzi – che abbiamo valutato con senso di responsabilità e razionalità, nonostante la forte emotività che evoca il nostro dramma. Abbiamo perseguito sempre e solo l’interesse presente e futuro della Città. E lo abbiamo fatto con l’intento di offrire una possibilità di riscatto al nostro territorio, pensando prima di tutto ad eliminare le criticità ambientali e a favorire la ricerca sanitaria”.

“Due sono state le motivazioni che ci hanno spinto a prendere in considerazione l’offerta economica di Schmidheiny – ricorda il Sindaco – l’assoluta incertezza sui tempi e sulle somme che eventualmente avremmo potuto ottenere rimanendo parte civile nel processo e la certezza che comunque giustizia sarebbe stata fatta. Non abbiamo però mai smesso di cercare soluzioni alternative per dare una risposta vera e concreta ai problemi di chi soffre e di chi vive nel rischio, senza farci travolgere dalle polemiche o dalla strumentalizzazione dei sentimenti di una popolazione così colpita. Al contrario il sostegno e il costante stimolo da parte della Giunta e dei Consiglieri di maggioranza nel valutare ogni possibilità non sono mai venuti meno e hanno permesso di tracciare insieme un percorso condiviso in ogni sua fase”.

“Ci siamo impegnati affinché – continua Demezzi – l’emergenza che ormai da troppo tempo vive la nostra città tornasse prepotentemente oggetto dell’interesse pubblico. È con questo spirito che abbiamo colto nell’intervento del Ministro Balduzzi la possibilità di ottenere da parte dello Stato impegni e programmi per fare fronte definitivamente e in maniera strutturata all’emergenza ambientale e sanitaria di Casale Monferrato. Fattori che ci hanno permesso di riconsiderare la nostra posizione nei confronti dell’offerta di Schmidheiny”.

“Il rinnovato impegno da parte dello Stato apre una nuova fase per Casale – continua Demezzi – che va oltre il proseguimento delle azioni di bonifica e il reperimento dei fondi necessari per la realizzazione di una nuova discarica per l’amianto. Nel campo della ricerca, della prevenzione e della cura del mesotelioma, è previsto l’avvio attraverso il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) di un progetto prototipale per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori e della popolazione esposti alle fibre di amianto, e per il potenziamento della presa in carico di queste patologie. Inoltre, anche grazie al ruolo di primo piano del Centro Regionale per la Ricerca, la Sorveglianza e la Prevenzione dei Rischi da Amianto (CRA) dell’ASL di Alessandria, verrà potenziata la rete di strutture collegate a livello nazionale e internazionale capaci di sviluppare una ricerca innovativa sulla malattia”.

“Siamo coerenti con noi stessi e con i cittadini che rappresentiamo – conclude il Sindaco –, è questo il sentimento che emerge anche dalla Giunta. E’ cambiato lo scenario, non cambiano gli obiettivi. Che rimangono quelli di mantenere viva l’attenzione su Casale Monferrato: non accetteremo che una volta respinta l’offerta e passata la sentenza di primo grado l’emergenza torni nel dimenticatoio. Ogni sforzo di questa Amministrazione sarà rivolto a presidiare il tema della ricerca e della bonifica, a sollecitare costantemente le istituzioni centrali a dare seguito ai programmi delineati per intercettare, promuovere e favorire lo sviluppo di nuove possibilità nel campo della prevenzione, diagnosi precoce e cura del mesotelioma, per risanare definitivamente e per sempre il territorio. Non dimenticheremo mai il nostro passato, ma è arrivato il momento di guardare al futuro. Questa Amministrazione può farlo con l’orgoglio di chi si è battuto e continuerà a battersi per la vita”.

3/02/2012
http://www.alessandrianews.it/politica/casale-monferrato-rinuncia-risarcimento-6971.html

17:30 Afeva: “finally met for the laborious decision”
“THE NW of Casale Monferrato is a further setback for Stephan Schmidheiny, after the indictment and the no of many citizens and small towns of Casale. We’re finally satisfied with this decision laborious, because it is the right decision that the city Casale could take on the proposal of a pact with the accused Schmidheiny. were too large, and are still suffering and wrong suffered by the city to translate them into simple economic opportunities. It ‘a good choice because allows you to mend the wounds caused in the city and march together, citizens and institutions, to achieve those goals are our inseparable for decades: JUSTICE, ENVIRONMENTAL RESEARCH AND RECLAMATION. This unit will enable us to deal more effectively and consistently for the “after -judgment “that can be very challenging even on the front of compensation should not be, of course, neglected. We are grateful for the crucial role played in recent months, Health Minister Renato Balduzzi, the Bishop of Casale Alceste Catella, bodies local and national media and citizens of all ages who, by the thousands, have manifested a deep sharing of common struggle for justice. ”

Unitarily CGIL, CISL, UIL:
“We learn with pleasure the decision by the administration of the municipality of Casale Monferrato want the offer of compensation of 18 million euros made by the accused Swiss Stephan Schmidheiny, as a transaction in process at the top” Eternit “, resolution meets the requests across multiple sites by CGIL, CISL and UIL and the Association of Asbestos Victims Family.
We think that on the eve of the judgment of 13 February this decision will strengthen the front consists of civil, and we believe it was the decisive involvement of the Minister and the Minister of Health Balduzzi dell’Ambente Clini in order to outline the possibility of reaching a Program Agreement on emergency and environmental health of Casale. ”

Here is the full text of the official press release just issued:

The Board of Casale Monferrato met at 11 o’clock this morning has put an end to debates suffered in recent weeks about the possibility of accepting the offer of more than 18 million made by the accused Swiss Stephan Schmidheiny, as a transaction in process Eternit.

A little over a week of judgment scheduled for February 13, the City Council decided to decline the proposal submitted by Becon AG behalf of Schmidheiny and continue along the path outlined at the institutional level with the Minister of Health Renato Balduzzi and the Minister of Environment Corrado Clini during the meeting held in Rome last January 26. The goal is to reach the conclusion of a sort of program agreement that commits the state and local governments respond to the emergency of Casale Monferrato.

“This administration has found itself facing a difficult decision and very complex – said Mayor George Demezzi – which we evaluated with a sense of responsibility and rationality, despite the strong emotions it evokes our drama. We have always pursued, and only the present interest and future of the city. And we did it with the intention of offering a chance for redemption in our area, thinking first of all to eliminate the critical environmental issues and promoting health research. ”

“There were two reasons that led us to consider the bid of Schmidheiny – remember the Mayor – the absolute uncertainty on the timing and amount that possibly we could have remained civil trial and the certainty that, however, Justice would be done. We have not ever stopped looking for alternative solutions to respond to real and concrete problems of those who suffer and those who live in danger, without being overwhelmed by controversy or the exploitation of the sentiments of a population so affected. In contrast support and the constant stimulation by the Board of Directors and a majority in evaluating all possibilities have never failed and allowed to draw together a shared path at every stage. ”

“We are committed to – continues Demezzi – the emergency for too long living in our city came back strongly object the public interest. It is in this spirit that we took the intervention of the Minister Balduzzi getting from the state commitments and programs to deal finally and in a structured environment and health emergency of Casale Monferrato. factors that have enabled us to reconsider our position regarding the supply of Schmidheiny “.

“The renewed commitment by the state opens a new phase for Casale – Demezzi continues – beyond the continuation of the remediation and obtaining the necessary funds for the construction of a new landfill for asbestos. In research, prevention and treatment of mesothelioma is expected to be launched through the National Centre for Disease Prevention and Control (CCM) of a prototype project for the health surveillance of workers and the population exposed to asbestos fibers, and the enhancement of transfer of these diseases. In addition, thanks to the prominent role of the Regional Centre for Research, Surveillance and Prevention of Risks from Asbestos (CRA) of the ASL of Alexandria, will be strengthened network of connected nationally and internationally are able to develop innovative research on the disease. ”

“We are true to ourselves and the people we represent – said the mayor – is this sentiment that is shared by the Government. E ‘changed the scenario, do not change the objectives. What are the ones to keep alive the attention of Casale Monferrato not accept that once rejected the offer and passed the first judgment the emergency back into oblivion. Every effort of this administration will be directed to patrol the theme of the research and remediation, constantly urging the central institutions to give Following the schemes set out to intercept, promote and foster the development of new possibilities in the field of prevention, early diagnosis and treatment of mesothelioma, finally, and forever to heal the land. never forget our past, but now is the time to look the future. This administration can do with the pride of those who fought and continue to fight for life. ”
03/02/2012
Editorial – redazione@alessandrianews.it

news per la Sclerosi Multipla

La cannabis rallenta i processi neurodegenerativi

LA CANNABIS RALLENTA I PROCESSI NEURODEGENERATIVI

IN DIVERSE PATOLOGIE NEUROLOGICHE
ORA SAPPIAMO PERCHÉ

Evidenziati grazie ad uno studio della Fondazione Santa Lucia in collaborazione con l’Università di Teramo i meccanismi cellulari alla base dell’azione neuro protettiva della canapa indiana

Ormai da diversi anni ricercatori e medici discutono sul possibile uso della canapa indiana (Cannabis sativa) e dei suoi derivati, come l’hashish e la marijuana, per scopi terapeutici in diverse patologie neurologiche come, ad esempio, la sclerosi multipla ed i traumi cranici e del midollo spinale.

Tuttavia, la mancanza di dati sui meccanismi di tale azione ha sino ad ora rallentato le possibili applicazioni cliniche. Infatti, nonostante le molte evidenze cliniche dell’azione della Cannabis e dei suoi derivati, i meccanismi con cui i principi attivi contenuti nella Cannabis svolgono un’azione neuroprotettiva non sono ancora del tutto noti. Nuova luce sulle effettive capacità terapeutiche di questa sostanza e dei meccanismi d’azione della stessa arrivano ora da un ulteriore studio svolto in questo campo dall’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma in collaborazione con l’Università di Teramo. Il lavoro scientifico è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Journal of Molecular Medicine”.

Lo studio ha permesso, per la prima volta, di caratterizzare i rapporti tra la stimolazione da Cannabis e l’azione di un composto gassoso ben noto per le sue azioni sulle cellule del Sistema Nervoso Centrale (SNC): l’ossido di azoto. Questa molecola, da decenni al centro dell’interesse dei ricercatori, è coinvolta nella regolazione di importanti funzioni del SNC e svolge azioni sia in senso neuroprotettivo che neurotossico. La ricerca della Fondazione Santa Lucia e dell’Università di Teramo ha dimostrato come, proprio attraverso i recettori cannabici, ed in particolar modo il recettore cannabico di tipo 2, sia possibile indirizzare gli effetti dell’ossido di azoto in senso neuroprotettivo o neurotossico.

E’ stato così compiuto un passo avanti per lo sviluppo di farmaci in grado di agire in modo selettivo sull’ossido di azoto inducendo solo effetti neuroprotettivi e questo grazie all’azione della Cannabis. In conclusione, lo studio permette sia di fare un ulteriore passo avanti nella comprensione del meccanismo d’azione attraverso cui il principio attivo della Cannabis esercita la sua funzione neuroprotettiva a seguito di danno cerebrale, sia di guardare con maggiore interesse all’uso di queste sostanze in ambito clinico tanto per le malattie acute che croniche del SNC.

Grazie a questi risultati, si aprono ora interessanti prospettive in ambito terapeutico per lo sviluppo di nuovi approcci farmacologici, utili per patologie di grande diffusione, come l’ictus e la sclerosi multipla, in grado di “sfruttare” la proprietà neuroprotettiva dell’ossido d’azoto mediata dall’azione della Cannabis. Queste importanti evidenze scientifiche sono state ottenute utilizzando avanzate tecniche di biochimica, neuromorfologia funzionale in microscopia confocale, test farmacologici e valutazione comportamentale del recupero nel modello animale dopo un danno al Sistema Nervoso Centrale.

Il lavoro scientifico si è svolto presso la Fondazione Santa Lucia nell’ambito delle linee di ricerca in Neuroscienze Sperimentali dirette dal prof. Giorgio Bernardi. Tutto lo studio è stato coordinato dal prof. Marco Molinari* e dal prof. Mauro Maccarrone; vi hanno preso parte Sergio Oddi, Laura Latini, Maria Teresa Viscomi e Elisa Bisicchia. Con la Fondazione Santa Lucia di Roma ha collaborato il Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Università di Teramo diretto dal prof. Maccarrone e di cui fa parte anche il Dott. Oddi. I risultati di questo nuovo lavoro si aggiungono a quelli dei precedenti studi svolti nel 2009 e nel 2010 dai ricercatori della Fondazione sul ruolo degli endocannabinoidi nelle patologie neurologiche.

Roma, 20 gennaio 2012

* Marco Molinari – È Responsabile del Laboratorio di Neuroriabilitazione Sperimentale e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Riabilitazione Neuromotoria e Sezione Mielolesi dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia. È autore di oltre 200 contributi scientifici di cui oltre 100 su riviste internazionali indicizzate in campo neurologico riguardanti in particolare lo studio dei meccanismi di recupero funzionale dopo lesioni del Sistema Nervoso Centrale.

Cannabis slows neurodegeneration
CANNABIS SLOWS neurodegenerative processes

IN OTHER NEUROLOGICAL DISEASES
NOW WE KNOW WHY

Highlighted by a further study of the Saint Lucia Foundation in collaboration with the University of Teramo cellular mechanisms underlying the neuroprotective action of cannabis

For several years researchers and physicians discuss the possible use of Indian hemp (Cannabis sativa) and its derivatives, such as hashish and marijuana for therapeutic purposes in various neurological diseases such as, for example, multiple sclerosis and head injury and spinal cord.

However, the lack of data on the mechanisms of this action has so far slowed the possible clinical applications. In fact, despite many of the clinical evidence of cannabis and its derivatives, the mechanisms by which the active ingredients in cannabis exert a neuroprotective are not fully known. New light on the actual capacity of this drug and therapeutic mechanisms of action of the same come now to a further study in this field by the Institute Saint Lucia Foundation of Rome in collaboration with the University of Teramo. The scientific work was published in the prestigious international journal “Journal of Molecular Medicine”.

The study has allowed, for the first time, to characterize the relationship between the stimulation of Cannabis and the action of a gaseous compound well known for its actions on cells of the central nervous system (CNS): nitric oxide. This molecule, for decades the focus of researchers is involved in the regulation of important functions in the CNS and plays a neuroprotective actions both in the sense that neurotoxic. The Research Foundation of Saint Lucia and the University of Teramo has shown how, precisely through the cannabinoid receptors, and especially the cannabico receptor type 2, it can direct the effects of nitric oxide in the sense neuroprotective or neurotoxic.

It ‘been a step forward for the development of drugs that act selectively inducing nitric oxide and this only thanks to the neuroprotective effects of cannabis. In conclusion, the study allows both to take another step forward in understanding the mechanism by which the active ingredient of cannabis exerts its neuroprotective after brain injury, is to look with greater interest in the use of these substances in a clinical setting for both acute and chronic diseases of the CNS.

With these results, we now open interesting perspectives in the therapeutic development of new pharmacological approaches are useful for diseases that are common, such as stroke and multiple sclerosis, can “exploit” the neuroprotective properties of the oxide ‘nitrogen mediated by the action of cannabis. This important evidence has been obtained by using advanced techniques of biochemistry, confocal microscopy Neuromorphology functional, pharmacological testing and evaluation of behavioral recovery in animal model after damage to central nervous system.

The scientific work was held at the Foundation in Saint Lucia of the research in Experimental Neuroscience directed by prof. Giorgio Bernardi. All of the study was coordinated by prof. * Marco Molinari and Prof.. Mauro Maccarrone, was attended by Sergio Oddi, Latin Laura, Maria Teresa Viscomi and Elisa Bisicchia. With Saint Lucia Foundation of Rome has worked in the Department of Comparative Biomedical Sciences, University of Teramo directed by prof. Maccarrone and which also includes Dr. Oddi. The results of this new work is added to those of previous studies conducted in 2009 and 2010 by researchers at the Foundation on the role of endocannabinoids in neurological diseases.

Rome, January 20, 2012

* Marco Molinari – is Head of the Laboratory of Experimental Neurorehabilitation and Director of the Unit Complex Rehabilitation Section Neuromotor and SCI Foundation IRCCS Saint Lucia. He has authored over 200 scientific contributions including over 100 international journals indexed in neurology in particular for the study of mechanisms of functional recovery after CNS injury.

Continua a leggere news per la Sclerosi Multipla