Sclerosi multipla, tra verità e pregiudizi by Donatella Barus-

Sclerosi multipla, tra verità e pregiudizi.

Della sclerosi multipla si parla pochissimo e spesso i pregiudizi superano la verità. Per esempio, c’è chi fa un’equazione automatica tra sclerosi multipla e sedia a rotelle, chi crede che la diagnosi rappresenti un’immediata condanna a evidenti disabilità e c’è perfino chi teme forme di contagio. Niente di tutto questo: l’andamento della malattia è variabilissimo da una persona all’altra, con effetti a volte molto ridotti. Poi, la sclerosi non si può trasmettere in alcun modo. Quella che il malato combatte è una guerra tutta interna all’organismo, in cui si fronteggiano le cellule del sistema immunitario e le altre del sistema nervoso, una lotta che durerà tutta la vita, con un impatto imprevedibile sull’esistenza di ciascun individuo. Ciò che si sa al momento della diagnosi è che da quell’istante in poi bisognerà scendere a patti con la malattia.

Qualche volta i sintomi sono invisibili
È vero, ci sono pazienti che, nei casi più gravi, non riescono a camminare bene, a muovere un braccio o a compiere i gesti più semplici, a volte fin dagli esordi della malattia e con un rapido aggravarsi della situazione. Ma per altri, per molti altri, la vita può continuare come prima, tranne che in sporadici momenti di difficoltà, tanto che diventa complicato accettare di seguire una terapia anche nei lunghi periodi di benessere. Ci sono sintomi lampanti, le mani che tremano, le cadute troppo facili, l’impossibilità di scendere pochi gradini, e altri quasi invisibili, come la spossatezza, la difficoltà a ricordare un appuntamento o a concentrarsi per risolvere un problema.
«La patologia si manifesta soprattutto in persone giovani, spesso prima dei quarant’anni», dice Giancarlo Comi, docente di neurologia all’ Università Vita Salute San Raffaele di Milano. «Prevederne il decorso non si può. La strategia è piuttosto quella di arrivare prima possibile a una diagnosi precisa, per esser certi di ciò che abbiamo di fronte e, quindi, colpire duro con tutte le risorse terapeutiche a disposizione». La sclerosi multipla, o sclerosi a placche, si scatena quando il sistema immunitario va fuori controllo e i globuli bianchi (i soldati che dovrebbero difendere l’organismo) distruggono progressivamente la guaina mielinica, cioè il rivestimento che ricopre le fibre nervose nel cervello e nel midollo spinale e che, come fossero fili elettrici, garantisce la trasmissione veloce ed efficiente degli impulsi nervosi.

Se la mielina, che costituisce la gran parte del rivestimento, viene danneggiata in modo grave, il nervo resta scoperto o cicatrizzato in alcune zone, e il segnale nervoso che parte dal cervello per raggiungere le varie parti del corpo viene interrotto, con conseguenze diverse a seconda delle aree coinvolte: da problemi del controllo di determinati movimenti, o delle funzioni vescicali, a difficoltà cognitive, e così via. Alcune lesioni possono restare asintomatiche, mentre altre creano difficoltà gravi e disabilitanti. Quello che succederà alla persona malata dipende in gran parte dal caso ed è per questo che le manifestazioni della malattia sono così diverse tra loro.

Scoperto in Italia il virus che inganna l’organismo
Ma perché i globuli bianchi scambiano la mielina per un nemico e la distruggono? La causa non è ancora nota con certezza, ma oggi si pensa che vi siano alcune caratteristiche genetiche che predispongono all’errore del sistema di difesa. Da sole, però, non sono sufficienti a sviluppare la malattia. Ci vuole un fattore esterno capace di innescare la reazione immunitaria abnorme e si tratta, con ogni probabilità, di un agente infettante con cui si entra in contatto molto presto, nei primi 15-20 anni di vita. Da tempo i ricercatori sono a caccia di questo elemento scatenante e hanno esaminato uno a uno vari virus, come quelli che provocano il morbillo o l’herpes, senza conferme conclusive. Studi condotti dal dipartimento di biologia cellulare e neuroscienze dell’Istituto superiore di sanità a Roma, hanno puntato il dito contro il virus di Epstein Barr, della famiglia degli herpes virus, causa tra l’altro della mononucleosi, la cosiddetta malattia del bacio. L’ipotesi è che il virus mostri dei componenti in parte simili a quelli delle cellule nervose e provochi, per questo, l’attivazione dei linfociti in grado di combatterlo. Poi, però, per un fatale errore di identikit, quei linfociti si dirigono verso il sistema nervoso centrale, penetrano la barriera che normalmente protegge il cervello e attivano una reazione infiammatoria che porta alla distruzione della mielina. Il processo di danneggiamento nervoso, determinato dall’accumularsi di lesioni nel tempo, rimane sconosciuto finché non viene colpita in modo massiccio una via nervosa o viene compromessa una parte consistente delle fibre nervose in una certa area del cervello.

Chi è malato può avere figli senza problemi
Parlare di fattori genetici non significa che la sclerosi multipla sia ereditaria, così come parlare di agente infettante non vuol dire che sia un male contagioso. Né un’alterazione del Dna né un virus bastano a provocare una malattia che colpisce circa una persona ogni 1.100 abitanti. Avere la sclerosi multipla o avere un familiare che ne è affetto non è un motivo per decidere di non mettere al mondo un figlio. E il 90% dei malati non ha alcun parente con questa patologia. Nella maggior parte dei casi, la malattia si manifesta con attacchi sporadici che si susseguono, magari una volta l’anno per dieci o vent’anni, e solo in un secondo tempo entra in una fase progressiva, quando l’organismo non ce la fa più a riprendersi dagli attacchi e il cervello non riesce a compensare i danni accumulati a carico delle fibre nervose.

Ma esistono casi fortunati di forme benigne, in cui anche a decenni dal primo attacco non si peggiora e si può vivere senza problemi gravi. Da una quindicina d’anni a questa parte esistono farmaci che sembrano riuscire, in molti casi, a cambiare il decorso della malattia, influenzando la risposta immunitaria (immunomodulatori, come l’interferone beta ricombinante, il copolimero 1 e il natalizumab, per le forme recidivanti molto gravi o che non rispondono ad altre terapie), oppure ostacolandola (immunosoppressori, come l’azatioprina, il mitoxantrone e la ciclofosfamide). «L’approccio più innovativo», continua Comi, «è quello di avviare terapie intense molto prima che si manifestino disabilità permanenti, utilizzando tutti gli strumenti possibili per arrivare a diagnosi certe e tempestive, escludendo altre patologie che provocano sintomi simili a quelli della sclerosi multipla, come il lupus eritematoso sistemico, la borelliosi (infezione che si prende dalle zecche) o la sclerosi sistemica».

Un percorso terapeutico personalizzato
Le cure hanno effetti collaterali tutt’altro che trascurabili (l’interferone, per esempio, va iniettato almeno settimanalmente e può procurare, talvolta, fugaci malesseri simili a quelli dell’influenza), ma permettono spesso di ottenere buoni risultati. Anche gli studi sulle cellule staminali stanno aprendo interessanti possibilità. C’è, infine, una grande varietà di medicinali, come i cortisonici e gli antinfiammatori, che possono servire a mitigare i sintomi. Un ruolo essenziale per la qualità di vita dei malati spetta alla riabilitazione e al lavoro congiunto di neurologi, fisioterapisti, logopedisti, infermieri, psicologi, urologi, sessuologi, oculisti. Ogni diagnosi apre un percorso terapeutico personalizzato.
Donatella Barus – OK La salute prima di tutto

Of multiple sclerosis and often says very little about the prejudices than the truth. For example, some make an equation between automatic and multiple sclerosis in a wheelchair, those who believe that the diagnosis represents an immediate condemnation from perceived disability and there is even those who fear forms of infection. None of this: the course of disease is It varies from person to person, sometimes with very small effects. Then, the MS can not be transmitted in any way. What the patient is fighting a war across the internal body, which face the immune system cells and other nervous system, a struggle that will last a lifetime, with an unpredictable impact on the existence of each individual. What is known at the time of diagnosis is that from that moment on, we must come to terms with the disease.

Sometimes the symptoms are invisible
True, there are patients who, in severe cases, can not walk well, to move an arm or simple gestures, sometimes from the beginning of the disease and a rapid worsening of the situation. But for others, for many, life can continue as before, except in occasional moments of difficulty, so that it becomes difficult to accept to undergo therapy during long periods of prosperity. There are obvious symptoms, the trembling hands, falls too easily, the inability to get off a few steps, and others almost invisible, such as fatigue, difficulty concentrating or remembering an appointment to resolve a problem.
“The disease occurs mainly in young people, often before the age of forty,” said Giancarlo Comi, a professor of neurology at ‘Vita Salute San Raffaele University in Milan. “Predicting the course you can not. The strategy is rather to arrive at an accurate diagnosis as soon as possible, to make sure of what we face and then hit hard with all the therapeutic resources available. ” Multiple sclerosis, or multiple sclerosis, is triggered when the immune system goes out of control and white blood cells (the soldiers should defend the body) gradually destroys the myelin sheath, which is the coating that covers nerve fibers in the brain and spinal cord and that, as were electrical wires, ensure fast and efficient transmission of nerve impulses.

If the myelin, which forms the bulk of the coating is severely damaged, the nerve is discovered or healed in some areas, and that the nerve signal from the brain to reach the various parts of the body is interrupted, with different consequences Depending on the affected areas: problems of control of certain movements or bladder function, cognitive difficulties, and so on. Some lesions may remain asymptomatic, while others create serious difficulties and debilitating. What will happen to the sick person depends largely on the case and that is why the manifestations of the disease are so varied.

In Italy discovered the virus that tricks the body
But because the white blood cell exchange for the myelin and destroy an enemy? The cause is not yet known with certainty, but today it is thought that there are certain genetic characteristics that predispose to error of the defense system. By themselves, however, are not sufficient to develop the disease. It takes an external factor that can trigger the abnormal immune reaction and it is in all probability, of an infectious agent with whom you come into contact very early in the first 15-20 years of life. For some time, researchers are hunting for this trigger and examined one by one, various viruses, such as those that cause measles or herpes, no conclusive confirmation. Studies conducted by the Department of Cell Biology and Neuroscience Institute of Health in Rome, pointed the finger at the Epstein Barr virus, herpes family of viruses, among other things because of mononucleosis, the so-called kissing disease. The hypothesis is that the virus shows some components similar to those of nerve cells and cause for this, the activation of lymphocytes able to fight it. But then a fatal error of identikit, these cells are directed towards the central nervous system, penetrate the barrier that normally protects the brain and trigger an inflammatory reaction that leads to destruction of myelin. The process of nerve damage, as determined by the accumulation of lesions over time remains unknown until it is hit by a massive one pathway is compromised or a substantial part of the nerve fibers in a certain area of ​​the brain.

Who is sick can have children without problems
Speaking of genetic factors does not mean that MS is inherited, as well as talk of infectious agent is not to say that’s a bad thing contagious. Neither virus nor an alteration of the DNA enough to cause a disease that affects about one person every 1,100 inhabitants. Having multiple sclerosis or have a family that is affected is not a reason for deciding not to give birth to a son. And 90% of patients have no relative with the disease. In most cases, the disease is manifested by sporadic attacks that follow, maybe once a year for a decade or two, and only later enter a progressive phase, when the body can not make it longer to recover from the attacks and the brain can not compensate for the damage accumulated load of nerve fibers.

But there are cases of benign lucky, even after decades in which the first attack does not get worse and you can live without serious problems. For fifteen years now, there are drugs that seem to be able, in many cases, to change the course of the disease affecting the immune response (immune modulators, such as recombinant interferon beta, copolymer 1 and natalizumab, the forms recurrent life-threatening or unresponsive to other treatments) or weak (immunosuppressants such as azathioprine, cyclophosphamide and mitoxantrone). “The most innovative approach,” continues Comi, “is to undertake a very intensive therapy before they appear permanent disability, using all means possible to get reliable and timely diagnosis, excluding other diseases that cause symptoms similar to those of MS multiple, such as lupus erythematosus, the borreliosis (infection by ticks that it takes) or systemic sclerosis.

A personal therapeutic journey
The side effects of medication are far from negligible (interferon, for example, is injected at least weekly and can deliver, sometimes fleeting discomfort similar to flu), but can often get good results. Even studies on stem cells are opening up interesting possibilities. Finally, there is a wide variety of drugs such as steroids and anti-inflammatory, which may serve to mitigate the symptoms. An essential role for the quality of life of patients is for the rehabilitation and the joint work of neurologists, physiotherapists, speech therapists, nurses, psychologists, urologists, sexologists, ophthalmologists. Each opens a therapeutic diagnosis customized.

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Stress e SM, non pare ci sia correlazione dal sito AISM

http://www.aism.it/index.aspx?codpage=2011_06_stress

Nessun collegamento tra stress e sviluppo della sclerosi multipla

01/06/2011

In passato diversi studi hanno suggerito un collegamento tra stress e comparsa di una ricaduta di SM, così come altri studi avevano collegato eventi stressanti con l’insorgenza della sclerosi multipla, ma in entrambi i casi non vi è ancora una chiara evidenza scientifica.

Allo scopo di chiarire queste correlazioni un gruppo di ricercatori norvegesi, coordinati dal prof. T. Riise, (Università di Bergen, Norvegia) ha sviluppato una ricerca  su un campione di donne del Nurses ‘Health Study, che coinvolge centinaia di migliaia di infermiere seguite nel tempo, pubblicata in questi giorni sulla rivista Neurology.

In particolare tale popolazione era costituita da due gruppi denominati NHS1 e NHS2, il primo comprendeva 121.700 infermieri età compresa tra i 30-55 che sono stati seguiti dal 1976, mentre il secondo comprendeva 116.671 infermieri età compresa tra i 25-42 che sono stati seguiti dal 1989. I partecipanti hanno risposto a questionari sulla loro storia passata di eventi stressanti, in  particolare è stato chiesto loro di riferire sulla condizione di stress generale a casa e al lavoro, così come eventuali  abusi fisici e sessuali durante l’infanzia e l’adolescenza.

Una piccola parte delle infermiere partecipanti ha sviluppato la SM e i ricercatori hanno potuto confrontare le risposte fornite in merito ai fattori di stress tra coloro che hanno sviluppato sclerosi multipla e quelli che non hanno sviluppato la malattia, concludendo che i loro risultati non supportano un ruolo importante dello stress nello sviluppare la SM.

Gli autori concludono che questo studio non supporta un ruolo importante per lo stress nello sviluppo della sclerosi multipla, ma suggeriscono che sono necessarie ulteriori ricerche per escludere definitivamente lo stress come un fattore di rischio per la SM.

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No connection between stress and development of multiple sclerosis
01/06/2011

In the past, several studies have suggested a link between stress and the appearance of a relapse of MS, as well as other studies have related stressful events with onset of MS, but in both cases there is still no clear scientific evidence.

In order to clarify these correlations a group of Norwegian researchers, coordinated by prof. T. Riise, (University of Bergen, Norway) has developed a research on a sample of women in the Nurses’ Health Study, involving hundreds of thousands of nurses followed over time, recently published in the journal Neurology.

In particular, this population consisted of two groups called NHS1 and NHS2, the first consisted of 121,700 nurses aged 30-55 who were followed from 1976, while the second included 116,671 nurses aged 25-42 who were followed since 1989. The participants answered questionnaires about their past history of stressful events, in particular they were asked to report on the general condition of stress at home and at work, as well as possible physical and sexual abuse during childhood and adolescence.

A small part of the nurse participants had developed MS, and researchers could compare the responses on the factors of stress among those who developed multiple sclerosis and those who did not develop the disease, concluding that their results do not support an important role stress to develop MS.

The authors conclude that this study does not support a role for stress in the development of multiple sclerosis, but suggest that further research is needed to definitively rule out stress as a risk factor for MS.

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Sclerosi multipla, microbatterio sospetta causa

Micobatteri e Sclerosi Multipla

Lo studio è dell’università di Sassari e Cagliari

Lo studio è dell'università di Sassari e CagliariLo studio è dell’università di Sassari e Cagliari

Sassari, 16-04-2011

Un gruppo di ricercatori sardi delle Università di Sassari e Cagliari ha identificato il microbatterio che potrebbe essere il probabile fattore scatenate della sclerosi multipla.

Il Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis (Map), che causa la paratubercolosi nei ruminanti, potrebbe essere una delle cause della sclerosi multipla.

I primi risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica internazionale “PloS One”. Il gruppo di ricercatori ha identificato una proteina del Map altamente omologa a una proteina umana che viene riconosciuta nei pazienti affetti da sclerosi multipla in Sardegna e potrebbe essere l’innesco della malattia.

Sclerosi multipla, micobatterio, sospetta causa by Rainews24.it

A group of researchers from the Universities of Sassari and Sardinia Cagliari mycobacteria has identified the likely factor that could be triggered multiple sclerosis.

Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis (MAP), which causes paratuberculosis in ruminants, it could be a cause of multiple sclerosis.

The first results are published in the international scientific journal “PLoS One”. The group of researchers has identified a protein highly homologous to map a human protein that is recognized in patients with multiple sclerosis in Sardinia and may trigger the disease.

Un groupe de chercheurs des Universités de Sassari et Cagliari en Sardaigne mycobactéries a identifié le facteur de risque qui pourraient être déclenchés sclérose en plaques.

Mycobacterium avium sous-espèce paratuberculosis (MAP), ce qui provoque la paratuberculose chez les ruminants, ce pourrait être une cause de la sclérose en plaques.

Les premiers résultats sont publiés dans la revue scientifique internationale “PLoS One”. Le groupe de chercheurs a identifié une protéine très homologue à la carte une protéine humaine qui est reconnue chez les patients atteints de sclérose en plaques en Sardaigne et peut déclencher la maladie.

Sclerosi multipla, micobatterio, sospetta causa by Rainews24.it

Neurologia, nuovo rapporto sulla CCSVI

Sclerosi Multipla e CCSVI e SIN

Neurologi: rapporto sclerosi multipla - CCSVI non è certo.SIENA – “Non esiste, ad oggi, alcuna indicazione a sottoporsi ad intervento chirurgico per correggere una CCSVI, perché il rapporto tra questa e la sclerosi multipla non è certo”. Così il Prof. Antonio Federico, presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN), al convegno “Controversie in Neurologia” tenutosi oggi al Policlinico di Siena.

“Il susseguirsi di notizie – ha proseguito il professor Federico – riguardanti le relazioni potenziali tra alterazioni strutturali dei vasi venosi del collo deputati al circolo refluo dal cervello e dal midollo spinale e la sclerosi multipla, nonché la possibile efficacia e sicurezza di procedure terapeutiche atte a rimuovere tali alterazioni, ci ha già più volte indotto a prendere una posizione a difesa della salute dei pazienti” (vedere articolo di BrainFactor del 27/10/2010 “Sclerosi multilpla, neurologi cauti su legame con CCSVI”).

“E’ una controversia delicata alla luce di esperienze contrastanti che richiedono, a nostro avviso, un confronto da condursi con toni pacati e costruttivi al fine di individuare strategie di azione razionali nell’interesse generale e, soprattutto, dei pazienti”, ha concluso il presidente SIN.

All’incontro ha preso parte anche il prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, sostenitore dell’ipotesi di un possibile ruolo delle alterazioni dei vasi venosi del collo e intracranici (CCSVI) quale fattore causale della sclerosi multipla. Presenti al dibattito anche Fabrizio Salvi dell’Università di Bologna, Roberto Floris e Diego Centonze dell’Università di Roma Tor Vergata, Claudio Baracchini e Paolo Gallo dell’Università di Padova.

“Studi pubblicati dal professor Zamboni dell’Università di Ferrara hanno messo in evidenza un’associazione tra SM e segni di CCSVI nella totalità dei malati di sclerosi multipla; l’ipotesi è che un reflusso venoso cerebrospinale possa determinare un aumento della pressione endovenulare e un danno della barriera ematoencefalica, seguiti da deposito di ferro nel tessuto che avvia il processo infiammatorio immuno-mediato proprio della SM”, ha spiegato il prof. Paolo Gallo del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova e membro del Gruppo di studio sulla sclerosi multipla della SIN.

“Zamboni e colleghi – ha proseguito Gallo – pur non avendo mai studiato la CCSVI nelle fasi iniziali di SM e proponendo un nesso di causalità fra la CCSVI e l’SM, hanno successivamente condotto uno studio interventistico in aperto sottoponendo ad angioplastica quei pazienti SM con diagnosi ultrasonografica di CCSVI ed ottenendo significativi risultati clinici”.

“Tuttavia – ha sottolineato il prof. Claudio Baracchini dell’Università di Padova – nonostante questi risultati, sono rimasti aperti numerosi quesiti: la CCSVI è la causa della SM? Tale condizione ne influenza il decorso clinico contribuendo alla progressione della disabilità? O è la SM che determina la CCSVI? Ed in tale caso qual è il suo significato clinico?”

“Dall’analisi degli studi del professor Zamboni – ha proseguito Baracchini – sono emersi, inoltre, alcuni aspetti critici che riguardavano la metodologia usata per diagnosticare la CCSVI: lo studio venoso transcranico condotto con metodica non validata, l’inadeguatezza della strumentazione usata, l’utilizzo di criteri ultrasonografici non validati da studi internazionali o multicentrici controllati, una metodologia che non prevedeva l’analisi dei dati in doppio cieco”.

“Gli studi che abbiamo realizzato all’Università di Padova (uno già pubblicato sugli Annals of Neurology, l’altro in pubblicazione sulla prestigiosa rivista Neurology – NdR), condotti in cieco sia con metodica ultrasonografica che venografica, su un numero totale di 110 pazienti e 170 controlli non ha mai evidenziato una alterazione dell’emodinamica venosa cerebrale. Pertanto i nostri dati non confermano l’associazione tra CCSVI ed SM proposta da Zamboni”, ha detto Baracchini.

Questi dati, dunque, solleverebbero dubbi sulla stessa esistenza della CCSVI, sostengono i neurologi SIN: “Considerando la criticità dell’argomento e le aspettative terapeutiche indotte nei pazienti, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e la Fondazione che a lei fa riferiemnto (AISM – FISM) promuoverà uno studio multicentrico su un elevato numero di pazienti: “sarà il più ampio studio epidemiologico e multicentrico volto a verificare l’associazione della CCSVI nella SM: solo dopo aver risposto definitivamente ai quesiti sopra citati sarà possibile proporre un eventuale intervento di angioplastica che al momento attuale è ingiustificato e potenzialmente pericoloso”.

Il consiglio dei neurologi della SIN ai pazienti è chiaro: “In assenza di procedure diagnostiche standardizzate e di una chiara dimostrazione di un rapporto tra CCSVI e SM, non è in alcun modo indicata la correzione chirurgica anche in caso di anomalie documentate del sistema venoso, dal momento che le stesse anomalie possono essere presenti anche in persone  sane e in altre malattie neurologiche. Affidarsi ad improvvisati terapeuti può essere non solo inutile ma potenzialmente pericoloso”…

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 16 Marzo 2011 20:21 )

Neurologists: report multiple sclerosis – is not CCSVI certo.SIENA – “There is to date no indication to undergo surgery to correct a CCSVI, because the relationship between this and MS is not certain.” So Prof. Antonio Federico, president of the Italian Society of Neurology (SIN) at the conference “Controversies in Neurology” held today at the General Hospital of Siena.

“The succession of news – said Professor Fred – concerning potential relationships between structural alterations of the venous vessels of the neck to the club members effluent from the brain and spinal cord and multiple sclerosis, and the possible efficacy and safety of therapeutic procedures designed to remove such alterations, has already prompted several times to take a stand to protect the health of patients “(see the article BrainFactor 27/10/2010” multilpla Sclerosis, neurologists cautious on ties with CCSVI).

“It ‘s a mild controversy in the light of contrasting experiences which, in our view, a comparison to be carried out with soft tones and constructive in order to identify strategies for rational action in the public interest and, most importantly, patients”, concluded the President SIN.

The meeting was also attended by prof. Paolo Zamboni, University of Ferrara, a supporter of the hypothesis of a possible role of alterations of the venous vessels of the neck and intracranial (CCSVI) as a causal factor of MS. Fabrizio Salvi also present in the debate at the University of Bologna, Roberto Flores and Diego Centonze, University of Rome Tor Vergata, Claudio Baracchini and Paul Gallo of the University of Padua.

“Studies published by Professor Zamboni, University of Ferrara have shown an association between MS and all the signs of CCSVI in multiple sclerosis, the assumption is that a cerebrospinal venous reflux can lead to increased pressure and a endovenulare damage the blood-brain barrier, followed by iron deposition in the tissue that starts the immune-mediated inflammatory process characteristic of MS, “explained Professor. Paolo Gallo, Department of Neuroscience at the University of Padua and a member of the Study Group on Multiple Sclerosis of the SIN.

“Zamboni and colleagues – continued Gallo – despite never having studied the CCSVI in the early stages of MS, suggesting a causal link between the CCSVI el’SM, subsequently conducted a study of interventional open undergoing angioplasty patients diagnosed with MS ultrasound CCSVI and obtaining significant clinical results. “

“However – said prof. Baracchini Claudio University of Padua – despite these achievements, many questions remained open: CCSVI is the cause of MS? This condition will influence the clinical course contributes to the progression of disability or is it the SM determining CCSVI? And if so, what is its clinical significance? “

“From the studies of Professor Zamboni – continued Baracchini – There are also some critical issues related to the methodology used to diagnose CCSVI: Venous transcranial study conducted not validated, the inadequacy of the instrumentation used, the ‘use of criteria not validated by ultrasound or international multicentre studies, a methodology that did not include data analysis, double-blind. “

“The studies we have done at the University of Padova (one already published in the Annals of Neurology, the other publication in the prestigious journal Neurology – Ed), blinded both with ultrasound technique that venography, a total of 110 patients and 170 controls has never shown an alteration in cerebral venous hemodynamics. Therefore, our data do not confirm the association between MS and CCSVI proposed by Zamboni, “said Baracchini.

These data, therefore, raise doubts about the existence of CCSVI, say neurologists SIN: “Considering the critical nature of the subject and the therapeutic expectations induced in patients, the Italian Multiple Sclerosis Society and the Foundation that she does riferiemnto (AISM – IMF) will promote a multicenter study of a large number of patients “will be the largest multi-center epidemiological study designed to assess the association of CCSVI in MS only after definitive answers to the questions above will be possible to propose a possible angioplasty that at present it is unjustified and potentially dangerous. “

The Council of the SIN neurologists to patients is clear: “In the absence of standardized diagnostic procedures and a clear demonstration of a relationship between CCSVI and SM, is in no way indicated surgical correction in case of documented abnormalities of the venous system, since the same abnormalities may be present in healthy people and in other neurological diseases. Relying on makeshift therapists can be not only unnecessary but potentially dangerous “…
Last Updated (Wednesday, 16 March 2011 20:21) Continua a leggere Neurologia, nuovo rapporto sulla CCSVI

CCSVI e Sclerosi Multipla….

Una teoria portata avanti dal professor Zamboni dell’Università di Ferrara

CCSVI e sclerosi multipla: legami, dubbi e speranze

© Matteo Clerici/NEWSFOOD.com – 14/02/2010

Con il termine CCSVI o Insufficienza Venosa Cerebro-Spinale Cronica è descritta una situazione ipotetica in cui il sistema venoso non è in grado di rimuovere efficacemente il sangue dal sistema nervoso centrale.
Questa condizione sarebbe dovuta al restringimento di piccole vene del collo, del torace e della colonna vertebrale. Tale situazione avrebbe come conseguenza un aumento della pressione delle vene del cervello e del midollo spinale, portatrice di danni in tali regioni.

La CCSVI è balzata al centro delle attenzioni del pubblico e dei media quando alcuni studiosi hanno ipotizzato un collegamento tra tale situazione e la sclerosi multipla (SM).

In particolare, tale ipotesi è al centro della ricerca del professor Paolo Zamboni, dell’Università di Ferrara (Dipartimento di Scienze chirurgiche anestesiologiche e radiologiche), pubblicata sul “Journal of Neurology, Neurosurgery, & Psychiatry”.

In tale ricerca, Zamboni e colleghi hanno lavorato con 300 volontari: 65 affetti da varie forme di SM e 235 sani o con altri disturbi neurologici. Le analisi compiuti su tali soggetti hanno evidenziato una forte correlazione tra il manifestarsi della SM e l’insufficienza venosa che (ad oggi) si crede possa essere causa o “partner” della malattia.

Secondo la teoria di Zamboni, occlusioni o restringimenti delle principali vene che portano via il sangue da cervello e midollo spinale (giugulari interne e vena azygos) rallenterebbero il flusso del sangue cerebrale. Ciò renderebbe più probabile l’accumulo di ferro attorno attorno ai vasi sanguigni che darebbe il via alla la risposta autoimmune tipica della sclerosi multipla.

il professore commenta i risultati ottenuti: “Non mi azzardo a dire di aver trovato una terapia risolutiva per la sclerosi multipla: i dati sono pochi, devono essere confermati e riprodotti da altri. Si è sempre detto che questa malattia è multifattoriale: quello che ho individuato può essere uno dei vari meccanismi alla base del problema”.

Va notato come, a differenza di quanto avviene nella maggior parte degli studi, il professore Zamboni sia passato presto ad un trattamento applicato.

Così lo studioso spiega la tecnica usata: “Con il consenso dei pazienti, se durante l’ angiografia trovavo un’ occlusione potevo trattarla: ho così eseguito angioplastiche per ripristinare un flusso sanguigno normale. I risultati sembrano buoni soprattutto nella sclerosi multipla recidivante-remittente: a 18 mesi di distanza la qualità della vita dei pazienti è migliorata, il tasso di ricadute è diminuito, si sono ridotte le lesioni visibili alla risonanza. Sulla fatica cronica gli effetti paiono evidenti. L’ insufficienza venosa associata alla sclerosi multipla potrebbe perciò essere alla base di questo aspetto della malattia”.

Oltre ad una comprensibile cauteal, gli studi di Zamboni hanno generato interesse e desiderio di approfondimento.

A Stanford il chirurgo vascolare Michael Dake sta lavorando con volontari affetti da CCSVI. Il suo approccioconsiste nell’usare dei “palloncini” per aprire le vene ristrette o hanno inserito degli stent (tubicini) nelle vene per mantenerle pervie.

Inoltre, l’Università di Buffalo ha avviato una sperimentazione proprio per replicare i dati italiani; l’ intenzione è coinvolgere, entro due anni, 1100 malati, 300 sani e 300 persone con altre malattie neurologiche o autoimmuni.

Infine, la Fondazione italiana sclerosi multipla ha istituito un comitato tecnico-scientifico di esperti italiani e stranieri che giudicherà i dati disponibili. Nel frattempo gli esperti ricordano come al momento non esistano trattamenti approvati e disponibili per la SM. Gli interessati per ora possono rivolgersi al proprio medico di fiducia.

NOTE FINALI, per approfondire:

http://www.aism.it/ Sito dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla

http://www.fondazionehilarescere.org

P. Zamboni, R Galeotti, E. Menegatti, A. M. Malagoni, G Tacconi, S. Dall’Ara, I. Bartolomei, F. Salvi, “Chronic cerebrospinal venous insufficiency in patients with multiple sclerosis”. J. Neurol. Neurosurg Psychiatry 2009, doi:10.1136/jnnp.2008.157164

Sclerosi multipla: primi risultati dei test CCSVI

Matteo Clerici

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Sclerosi Multipla e nervo vago

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Cardiovascular dysfunction in MS-Practice

3.1 Incidence and impact
Cardiovascular dysfunction will affect 10–50% of
people with MS. The pattern of pathological findings
is highly heterogeneous, suggesting a predominantly
sympathetic involvement in some patients, and a
predominantly parasympathetic pathology in others.5
These impairments may be related to the number of
lesions within the mid-brain.10 The overall impact of
cardiovascular dysfunction in MS is unknown; it may
affect the safety of exercise participation.

3.2 Clinical characteristics
Cardiovascular dysfunction in people with MS may
involve reduced heart rate response11,12 and blood
pressure response to stimuli such as exercise and
stress.13 Self-reported symptoms may include postural
hypotension, dizziness, and light headedness which
can impact on the person’s ability to maintain balance,
or move around their environment.

3.3 Assessment and management
People with MS should be assessed for their response
to exercise prior to prescribing cardiovascular exercise.
This involves taking regular heart rate and blood
pressure measurements. If these measures show a
blunted response to exercise, alternative measures
such as Borg Rate of Perceived Exertion scale should
be used to monitor training exercise intensity. People
with a history of falling should also be screened for
orthostatic intolerance.5 People with MS who have any
cardiovascular risk factors should undertake formal
cardiovascular fitness testing prior to engaging in
stressful cardiovascular physical activities. For further
information refer to the Strength and cardiovascular
exercise for people with multiple sclerosis handout.

————————————- Continua a leggere Sclerosi Multipla e nervo vago

Beautiful Day

from MSIF on Vimeo.

continuando a vivere e viversi: si può vincere!

Beautiful Day U2

The heart is a bloom
Shoots up through the stony ground
There’s no room
No space to rent in this town

You’re out of luck
And the reason that you had to care
The traffic is stuck
And you’re not moving anywhere

You thought you’d found a friend
To take you out of this place
Someone you could lend a hand
In return for grace

It’s a beautiful day
Sky falls, you feel like
It’s a beautiful day
Don’t let it get away

You’re on the road
But you’ve got no destination
You’re in the mud
In the maze of her imagination

You love this town
Even if that doesn’t ring true
You’ve been all over
And it’s been all over you

It’s a beautiful day
Don’t let it get away
It’s a beautiful day

Touch me
Take me to that other place
Teach me
I know I’m not a hopeless case

See the world in green and blue
See China right in front of you
See the canyons broken by cloud
See the tuna fleets clearing the sea out
See the Bedouin fires at night
See the oil fields at first light
And see the bird with a leaf in her mouth
After the flood all the colors came out

It was a beautiful day
Don’t let it get away
Beautiful day

Touch me
Take me to that other place
Reach me
I know I’m not a hopeless case

What you don’t have you don’t need it now
What you don’t know you can feel it somehow
What you don’t have you don’t need it now
Don’t need it now
Was a beautiful day

Gravidanza e SM

gravidanza e sclerosi multipla

Gravidanza e sclerosi multipla (SM)

Familie_MS.jpg

In generale, non vi sono controindicazioni mediche ad una gravidanza. Le donne affette da sclerosi multipla sono nelle stesse condizioni di mettere al mondo un figlio sano delle donne non malate. E una o più gravidanze non incidono negativamente sulla malattia.

Studi recenti hanno addirittura dimostrato che la gravidanza può prevenire temporaneamente gli attacchi. Durante la gestazione gli attacchi sono molto meno frequenti, a volte addirittura assenti. Questo è dovuto ai cambiamenti del sistema immunitario. Durante la gravidanza, la maggior parte delle donne affette da sclerosi multipla si sente persino molto bene e piena di forze.

Tuttavia, dopo il parto le donne devono mettere in conto la possibilità di avere un attacco. Nei primi mesi dopo la nascita del bambino, dal 20 al 40 percento delle donne malate subisce un attacco.

Mentre alcuni ricercatori ritengono che l’allattamento aumenti il rischio di attacchi, altri sono dell’opinione completamente opposta. La decisione di allattare deve essere presa singolarmente da ogni donna e con il consiglio del medico.

Il bambino può ereditare la sclerosi multipla?

Oggi nulla fa pensare che la sclerosi multipla sia ereditabile nel senso classico del termine. La predisposizione alla SM è più frequente in alcune famiglie, ma non tutti quelli che sono predisposti si ammalano. I parenti prossimi di una persona affetta di SM corrono un rischio di ammalarsi pari a circa l’uno per cento in più rispetto alla media.

Gravidanza e medicinali contro la SM

Per le donne affette da sclerosi multipla, la gravidanza deve generalmente essere seguita da un ginecologo e da un neurologo. L’assunzione di alcuni medicinali deve essere interrotta già qualche tempo prima del concepimento e anche durante la gravidanza. Per questo motivo è consigliabile discutere con il medico della terapia in previsione di una gravidanza, ancora prima di provare a concepire un figlio.

Dopo il parto la maggior parte delle donne affette da SM deve fare i conti con un attacco acuto. Pertanto è importante proseguire il trattamento per la SM subito dopo il parto. Le donne che assumono farmaci contro la SM devono rinunciare ad allattare.

Coinvolgere i figli nella malattia

I figli cresceranno a contatto con la malattia del papà o della mamma e conosceranno le eventuali conseguenze della SM. Per questo motivo è importante coinvolgerli sin dall’inizio, spiegando loro perché la mamma o il papà non possono più fare determinate cose. I figli devono sapere che le improvvise limitazioni sono dovute alla malattia. I bambini che non sono stati informati della situazione, ma percepiscono che qualcosa non va, tendono a sentirsi responsabili. Possono pensare che la mamma non voglia più giocare con loro perché hanno fatto i cattivi. Oppure possono essere impauriti dal fatto che il papà abbia difficoltà a camminare. Dia ai bambini la possibilità di partecipare attivamente alla vita di tutti i giorni, facendo in modo che la aiutino a fare piccole cose adatte a loro. Infatti, spesso i bambini hanno voglia di dare una mano, e si sentono frustrati se non ne hanno la possibilità. Continua a leggere Gravidanza e SM

Zamboni e polemiche sul "Il Resto Del Carlino" – Ferrara

http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/salute/2010/11/10/412209-lotta_alla_sclerosi_multipla_fazio_indebolisce_scoperta_zamboni.shtml

Ferrara, 10 novembre 2010 – La proposta di Fazio? «Indebolisce il significato e il valore di questa straordinaria scoperta italiana». L’appello era stato firmato anche dalle Iene. Giulio Golia, in un servizio targato 29 settembre in onda su Italia Uno, chiedeva al ministro della salute Ferruccio Fazio, che la sperimentazione del ‘metodo Zamboni’ per la cura della sclerosi multipla procedesse senza ulteriori ritardi. Troppo lunghe le liste d’attesa, troppi gli ammalati che da un giorno all’altro potrebbero ritrovarsi su una sedia a rotelle.

E, ieri, è arrivata anche la presa di posizione dell’associazione dei malati e dei parenti di Ccsvi: l’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica, malformazione dei vasi sanguigni che secondo la teoria di Paolo Zamboni potrebbe essere una delle cause dei sintomi della sclerosi multipla.

Non si accontentano delle decisioni del ministro. Anzi. A loro parere Fazio avrebbe ‘snobbato’ lo studio del medico ferrarese. Hanno così deciso di impugnare carta e penna e di scrivere ai piani alti di via Lungotevere Ripa, a Roma, direttamente al ministro. Perché non c’é solo lo studio Fims (Federazione delle società medico scientifiche italiane) sulla Ccsvi, ma «anche quello di Paolo Zamboni dell’università di Ferrara, che si svolge in Emilia Romagna con l’appoggio della Regione». Perché non basta che il trattamento «correttivo endovascolare» possa continuare nei centro accreditati a livello regionale per le patologie vascolari.

Chiedono un incontro urgente. Protestano perché il ministro presenta lo studio sperimentale Fism (diagnostico) che sta per partire, come l’unico, «senza fare cenno alla sperimentazione sia diagnostica che terapeutica che sta per iniziare sotto la direzione di Zamboni, che sarà eseguita secondo i criteri scientifici richiesti internazionalmente, ossia in doppio cieco» e che che valuterà anche l’effetto placebo.

E perché i risultati dello studio emiliano-romagnolo «saranno decisivi non solo per valutare la correlazione tra le due patologie, ma anche se l’angioplastica avrà effetti anche sulla sclerosi multipla». Con forza e disperata determinazione, gli ammalati chiedono che diagnosi e trattamento della Ccsvi non siano accomunate ad altre patologie, ma siano inserite nei Lea (livelli essenziali di assistenza) con la validazione di un codice identificativo che garantisca loro un trattamento adeguato e, nello stesso tempo, sia consentita la tracciabilità dei dati.

La proposta del ministro Fazio non può essere sufficiente. Non per loro. Perché «non riconosce quanto già convalidato dalla comunità scientifica internazionale». E, peggio, «tende a indebolire il significato e il valore di questa straordinaria scoperta italiana».

di BENEDETTA SALSI

http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/salute/2010/11/10/412209-lotta_alla_sclerosi_multipla_fazio_indebolisce_scoperta_zamboni.shtml

Ferrara, 10 November 2010 – The proposed Fazio? “It weakens the meaning and value of this extraordinary discovery Italian.” The appeal was also signed by the hyenas. Giulio Golia, a weblog service broadcast on September 29 in Italy One, asked the Health Minister, Ferruccio Fazio, who experiment with the ‘method Zamboni’ for the treatment of multiple sclerosis proceed without further delay. Too long waiting lists, too many sick people that any day could find themselves on a wheelchair.

And yesterday came the stance of the association of patients and relatives Ccsvi: venous insufficiency chronic cerebro-spinal malformation of blood vessels on the theory of Paolo Zamboni could be one of the causes of the symptoms of MS.

Not satisfied with the decisions of the minister. Indeed. In their view Fazio was ‘snubbed’ the doctor’s office Ferrara. They decided to challenge a pen and paper and write on the top floors of Via Ripa Tiber in Rome, directly to the Minister. Because there is only the study of FIMS (Federation of Italian scientific medical societies) on Ccsvi, but “also to Paolo Zamboni, University of Ferrara, which takes place in Emilia Romagna Region with the support of.” Why not just treat the ‘corrective endovascular’ may continue in the accredited center at the regional level for vascular disease.

They demand an urgent meeting. Complain that the minister presents the experimental study of IMF (diagnostic) that is about to leave, as the only, “without mention of the diagnostic and therapeutic trial is to begin under the direction of the Zamboni, which will be carried out according to scientific criteria required internationally, that is, double-blind ‘and that it will also assess the placebo effect.

And because the results of the study in Emilia-Romagna “will be decisive not only to assess the relationship between the two diseases, but even if the angioplasty has also effects on multiple sclerosis.” With desperate strength and determination, the sick call for diagnosis and treatment of Ccsvi are not united to other diseases, but are inserted into the Lea (essential assistance levels) with the validation of an identification code to ensure their adequate treatment and at the same time, be permitted to trail.

The proposal of the Minister Fazio is not sufficient. Not for them. Why “does not recognize what has already been validated by the international scientific community.” And, worse, “tends to undermine the significance and value of this extraordinary discovery Italian.”

di Benedetta Salsi

http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/salute/2010/11/10/412209-lotta_alla_sclerosi_multipla_fazio_indebolisce_scoperta_zamboni.shtml

Ferrara, 10 Novembre 2010 – Le projet de Fazio? “Il affaiblit le sens et la valeur de cette découverte extraordinaire italien.” L’appel a été également signé par les hyènes. Giulio Golia, un service de blog diffusé sur Septembre 29 en Italie One, a demandé à la ministre de la Santé, Ferruccio Fazio, qui font l’expérience avec la méthode «Zamboni» pour le traitement de la sclérose en plaques procéder sans plus tarder. Trop longues listes d’attente, trop de gens malades qui un jour pourrait se retrouver sur un fauteuil roulant.

Et hier, est venu la position de l’association des patients et leurs proches CCSVI: insuffisance veineuse chronique malformation cérébro-spinal des vaisseaux sanguins sur la théorie de Paolo Zamboni pourrait être une des causes des symptômes de la MS.

Non satisfait des décisions du ministre. En effet. À leur avis Fazio a été “snobé” le cabinet du médecin de Ferrare. Ils ont décidé de contester un stylo et du papier et d’écrire dans les étages supérieurs de la Via Ripa Tibre à Rome, directement au ministre. Parce qu’il n’y a que l’étude de la FIMS (Fédération des sociétés médicales scientifique italienne) sur CCSVI, mais «aussi à Paolo Zamboni, Université de Ferrare, qui se déroule en Emilie Romagne avec le soutien de.” Pourquoi ne pas traiter «correctives endovasculaire ‘peut se poursuivre au centre d’accréditation au niveau régional pour les maladies vasculaires.

Ils demandent une réunion d’urgence. Se plaignent que le ministre présente l’étude expérimentale du FMI (diagnostic) qui s’apprête à quitter, comme le seul “, sans mention de l’essai de diagnostic et de thérapeutique est d’abord sous la direction de la Zamboni, qui sera effectuée conformément aux critères scientifiques requis internationale, qui est, à double insu et qu’il évaluera aussi l’effet placebo.

Et parce que les résultats de l’étude de l’Emilie-Romagne “sera déterminante non seulement pour évaluer la relation entre les deux maladies, mais même si l’angioplastie a aussi des effets sur la sclérose en plaques.” Avec la force et la détermination désespérée, l’appel malade pour le diagnostic et le traitement des CCSVI ne sont pas unis à d’autres maladies, mais sont insérées dans la Lea (niveau de l’aide essentielle) avec la validation d’un code d’identification à leur assurer un traitement adéquat et à la même temps, être autorisés à la traîne.

La proposition de la ministre Fazio n’est pas suffisant. Pas pour eux. Pourquoi “ne reconnaît pas ce qui a déjà été validé par la communauté scientifique internationale.” Et, pire, «tend à saper la signification et la valeur de cette découverte extraordinaire italien.”

di Benedetta Salsi