Quello che avrei voluto dirti…

Quello che avrei voluto dirti e non ci sono mai riuscita!
Ciao Deiene,
so che mi stai leggendo da qualche parte, magari sei seduta al mio fianco, mentre digito! si, mi piacerebbe illudermi!! Tu, Terry, Enza, Maurizio, Paola, Claudia, Luciano, Francesco, Anna, Angela, Giuseppe, Massimo, Antonio, Gabriella, Rosy e tanti altri…ecco cosa avrei voluto dirvi …
Non so da che parte incominciare! Avevo paura sai? forse tu la hai conosciuta la paura di aver paura! è una emozione che ti contorce lo stomaco per arrivare fin dentro l’anima.La ho imparata e conosciuta questa sensazione in questi anni dove si è maturati in età ma mai ed ancora serenamente preparati ad eventi di questo genere.
Era organizzato il nostro incontro, tutto in poche ore! Una telefonata al mattino, la comunicazione che dovevi dirmi qualche cosa di molto importante. La tua voce non era la tua. Oramai a pelle conoscendoti nel corso degli anni, le sfumature sonore erano limpidi messaggi di come stavi. Quando parlavi dei tuoi giovanissimi figli: Leonor e Mateo! Ero immersa in quel momento ad affrontare problemi personali miei fisici e presso la Barraquer, attendevo davanti al quirofano il mio destino prossimo di insegnante…avrei coronato il mio sogno oppure sarei caduta in un profondo lato oscuro della vita, dove solo ombra e luce sarebbero stati il mio unico lato vivo di una panoramica che avrei dovuto ricordare con la memoria? Mai più pensavo che avresti approfittato di rivedermi in quel frangente. Eravamo d’accordo che ci saremmo trovate! D’altronde fosti tu il mio “manager” locale, il mio assistente del consolato spagnolo a Barcelona! Deiene…io 23 anni e tu 26! Mi eri stata assegnata, ero il tuo tutor italiano! Ero una pazza incosciente e non mi faceva paura doverti insegnare la nostra lingua! Eravamo fra i monti! Ricordi le suore che ci davano il grappino quando rientravamo infreddolite?! le nostre lezioni gratis ai loro studenti per pagarci una camera dove dormire! io in una mansarda e tu, in un lungo corridoio dove riposavano le “sorelle”?!! ricordi….tanti! Vallemosso!
Da sola, ero giunta al terzo mio anno di controlli, in un paese dove le lingue erano multiple, avevo imparato discretamente a capire sia il catalano che il castigliano. Ma il tuo italiano era perfetto.
Cosa dovevi dirmi? avevo paura! Eccoci allora, davanti ad una tazza di caffè. Tu smagrita, gli occhi più affossati del solito, ed un impaccio respiratorio che mi è rimasto impresso. ” sto morendo”… senza tante parole mi gettasti addosso questa sentenza senza preamboli. La tua dignità mi sconvolse. Rimasi senza parole, un imbarazzo micidiale emotivo. Non avevo voce, ero solo orecchie, cuore che usciva dal talamo spietatamente addolorato. ” stai serena, non ho paura, ma devo dirlo a qualche d’uno che non sia la mia famiglia e che mi aiuti nei momenti no…”
Deiene! Solo ora mi sto rendendo conto di cosa avrei voluto dirti e che non ti ho mai detto. Avrei voluto dirti che eri una buona madre, un ottima terapista a scuola, una donna vitale e perfetta! Eri invece ai miei occhi sfocati, un piccolo scricciolo che avrei voluto abbracciare forte forte, ma temevo di farti del male, tanto male…ma forse anche di farmene io. Sarebbe stato il nostro ultimo abbraccio, confronto fra colleghe, amiche, la vice zia dei tuoi figli. Tu, mi affidasti due foto, una piccola scatola di latta, con dentro i nostri ricordi! le foto fatte a scuola con i nostri ragazzini apparentemente diversi per occhi normali, ma normali per noi, per il nostro essere docet ! Eri preoccupata per loro i tuoi cuccioli. Il tuo compagno Enrique ! Avrei voluto dirti, mentre mi abbracciasti appoggiando il tuo capo sulla mia spalla, che io ci sarei sempre stata, che ti volevo bene, che eri stata sempre per me un esempio, un aiuto di vita. Durante il periodo di tirocinio a scuola, ricordi? 19 mesi lavorammo insieme, studiando e condividendo la nostra passione lavorativa. Poi ci siamo perse di vista, ma non di parole! tu nella tua Espana, dove decidesti di tornare per insegnare in una scuola italiana. Quanta corrispondenza! tu in spagnolo ed io in italiano! Volevi imparassi a leggere la lingua, comprenderla anche se non parlarla!
Avrei voluto dirti che avevo paura di non essere in grado di starti a fianco, che eri tu così dolce ed immensamente coraggiosa ad insegnarmi la vita. Il tuo non dover crucciarti troppo per quel fratello che si era allontanato da te con un distacco che solo il sentore della morte credo procuri in alcuni di noi.Ora con il tempo sto comprendendo sia stato forse per lui positivo per difendersi da tanto dolore. Io non si sono riuscita nel corso degli anni ad imparare a difendermi dalle mie emozioni! Me lo dicevi sempre: le emozioni rovinano l’anima ma vedrai che forse ti renderanno forte! Deiene?? non lo so ancora!
Mi spiaceva sai? Sapere come ci si possa preparare ad affrontare un distacco simile dalla propria famiglia, dal lavoro e dagli amici, ma non sapere o come fare per cercare di modulare il fatto che si dava agli affetti più cari un dolore che si avrebbe voluto evitare. Tu, chiedevi a me cosa dire o fare!!! Mi hai scelta, non mi è piaciuto questo “compito in classe della vita”, Mi ha lasciato un segno indelebile!
Avevo paura di dirti, che ammiravo il tuo grande coraggio, la tua dignità e ringraziarti per avermi resa partecipe di questa grande emozione, che penso si possa solo dividere con coloro che ti amano veramente! Ma avrei anche voluto dirti quante volte avrei preferito vigliaccamente non leggerti e risponderti. Non penso che tutti se non vi sono immersi in primis possano capire. Hai cercato nei mesi a venire di restare in contatto con me, con le tue missive, il tuo sfogo di dolore che non sapevo come consolare, forse avrei dovuto evitarti le mie lacrime silenziose, lo sguardo con gli occhi ludici! forse ti ho fatto male ulteriore…non lo so! Ti voglio chiedere scusa di questo! Vorrei chiedere scusa a tuo fratello Maurice, per averlo insultato, maltrattato, per essere lui fuggito, ed aver assunto una maschera così poco realistica e proporzionata alle emozioni che ci stavano tutti coinvolgendo! Maurice…distaccato, immerso in se stesso, nei suoi problemi, che pareva fossero solo i suoi e lui fosse al centro del mondo!
Deiene, hai continuato a scrivermi nei tre anni a seguire, lettere che leggevo di nascosto da tutti per nn farmi vedere in lacrime! lettere alle quali non sapevo come rispondere e come darti pace! Eppure la nostra corrispondenza è continuata fino a che Enrique non mi inviò un telegramma: Alda, Deiene mi ha detto di salutarti, se ne è andata ieri!
Deiene, grazie per esserci stata come amica, come collega, grazie per avermi insegnato che è bello restare se stessi fino alla fine! Grazie per avermi fatto capire che la vita nonostante tutto vada sfidata, anche se con un ultimo fiato! Non ti ho mai detto che vivevo e vivo tutt’ora in una città che qui appellano “killer” dove la morte sta diventando una stretta parente di ogni famiglia!
La polvere sottile, quasi untuosa che eliminavo dai mobili, la respiravamo, e abbiamo continuato a respirare tutt’ora. Qui viviamo un incubo di una disfatta umana legata a persone senza scrupoli, e tu te ne sei andata per lo stesso motivo, asbestos, mi dicesti! Allora non ti parlai mai di Eternit, del fatto che vivevo vicino alla dannata fabbrica,e di come ora siamo tutti “Fuggitivi costretti”. Di notte, si poteva leggere il giornale, erano accese le dannate luci fino alle 4 del mattino, per poi spegnersi fino al sorgere del giorno. Ricordo ancora il rumore quasi metallico dei tubi smistati ed appoggiati rumorosamente uno sull’altro…Abbiamo giocato, ci siamo pure sedute sui tubi! Ricordi? ignare… Non lo sapevamo! eravamo tutte troppo giovani e pronte a sfidare la VIta!
Deine, non ho mai potuto dirti che qui hanno provato a fare una causa legale affinchè si smettesse questo scempio… Abbiamo perso per una legge ingiusta, che ha legalizzato e reso possibile ad ogni “inquinante” di fare devastazione senza scrupoli, e continuare nel tempo a creare una strage senza fine.
Deiene, tu, te ne sei andata come tutti coloro che vivono questa dannata esperienza gratuita, con un coraggio immenso che supera la disperazione iniziale ma che è unica risorsa per farci sentire ancora VITA, CIELO, SOLE, MARE…
Ciao piccola grande donna, mi mancherai come mi stanno mancando le mie radici, e tutti i miei affetti che hanno subito la disfatta del “Fuggitivo Costretto!”
Tu, e tutti coloro che stanno continuando a lottare contro la morte bianca siete eroi, dei quali però non si deve ledere l’immagine, postandoli sui giornali come una gara per un triste primato: MORIRE di AMIANTO. Quanto vorrei poter aprire il Monferrato e leggere solo di nascite!! quanta voglia ho di serenità mentale! quanti ne avremmo desiderio Tutti!
ciao Discreta Deiene! ecco cosa volevo dirti.., ti immagino qui ora con me, che sorridi, ed ho ancora il tuo testolino sulla mia spalla, il nostro ultimo saluto… ciao, con affetto dalla tua collega italiana ti saluto!. Oggi sarebbe stato il tuo compleanno! non ti ho dimenticata!
(@by Alda Neumeno – diritti riservati- da “La valigia cartonata.” )
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