Cervello plastico…e Sacks

A ciascuno la \”sua\” cecità… e Oliver Sacks

Che il cervello umano avesse numerose risorse, già lo sapevamo, leggetevi questo articolo che ho trovato su internet!

http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/433482/

Nell’ Occhio della mente il grande neurologo racconta la perdita della visione in 3D. Partendo
da un dramma personale

PIERO BIANUCCI
torino

Chiudete un occhio e allargate le braccia all’altezza delle spalle. Ora muovete le braccia davanti a voi e provate a far incontrare la punta dell’indice sinistro con la punta dell’indice destro. Quasi certamente mancherete il contatto. Benché conosciate bene le vostre braccia, senza la visione in tre dimensioni è difficile muoverle con precisione, e la visione stereo richiede due punti di vista, cioè due occhi. Però non basta. Se guardiamo prima con un occhio e poi con l’altro vediamo due immagini alquanto diverse, specie per gli oggetti vicini. Eppure usando entrambi gli occhi le immagini si fondono in una sola: un’immagine più ricca di informazione, che ci permette di stimare la distanza e le posizioni relative delle cose. L’elaborazione per arrivare a questo risultato è complessa e non avviene negli occhi ma nel cervello, come del resto succede per tutto ciò che riguarda i nostri sensi. Lo si scopre quando nel cervello qualcosa non funziona.

Alla visione in 3D Oliver Sacks, neurologo inglese che vive negli Stati Uniti e celebre narratore di casi clinici, dedica gran parte del suo ultimo libro, L’occhio della mente (Adelphi, 270 pagine, 19 euro). Un capitolo riguarda Sue Barry, moglie di un astronauta, lei stessa neurologa.

Sue era nata strabica ma tre interventi chirurgici ai muscoli oculari le avevano riallineato gli occhi. Peccato che fosse tardi. Ormai aveva 7 anni, ed è nei primi due anni di vita che il cervello costruisce i più importanti circuiti neuronali della vista. La visione in 3D di Sue rimase quindi imperfetta, ma lei non se ne accorgeva perché riusciva a fare una vita del tutto normale. Fu a cinquant’anni che intervenne un grave peggioramento. Il suo mondo era diventato piatto.

Sotto la guida di una optometrista, Sue iniziò una lunga serie di esercizi per fondere in una sola le immagini fornite dai suoi occhi. Così, con pazienza e testardaggine, ha recuperato la visione stereo (parola che in greco, ci ricorda Sacks, significa solido). Come è stato possibile?

La risposta viene dalle neuroscienze degli ultimi vent’anni: il cervello è plastico. Colpito da un trauma o sottoposto a esercizi costanti, entro certi limiti riesce a elaborare circuiti neuronali alternativi. Oggi Sue prova un incredibile piacere nel percepire il mondo: «Intorno a me stava cadendo lenta la neve, in grandi fiocchi bagnati. Vedevo lo spazio tra un fiocco e l’altro, e tutti insieme producevano una meravigliosa danza tridimensionale». Il successo di mediocri film in 3D si deve a questo: con i loro effetti speciali ci rendono consapevoli della spazialità in cui siamo immersi, altrimenti data per scontata.

Tranne Zio Tungsteno , tutti i libri di Sacks, dal primo e famoso Risvegli portato sullo schermo da Robin Williams e Robert De Niro, a L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello , a Vedere voci eccetera, raccontano casi clinici nei quali un trauma o un difetto genetico svelano qualche funzione cerebrale. È una esplorazione nella quale la scoperta scientifica germoglia dalla malattia. Il tutto in una concezione olistica e umanistica del rapporto medicopaziente che sfocia in buona letteratura. Ma il secondo caso di perdita della visione in 3D che Sacks riporta nell’ Occhio della mente è speciale perché è la storia del melanoma, un tumore maligno, che gli ha portato via l’occhio destro.

Qui il dramma personale prevale sul distacco scientifico, il caso clinico è così poco metabolizzato che Sacks è riuscito a raccontarlo solo in forma di diario, una presa diretta che fa percepire tutte le sue paure e le sue angosce. Nonostante ciò, Sacks conserva una serenità sufficiente per riferire un’esperienza rivelatrice: «Vidi due uomini che venivano verso di noi, entrambi con una camicia bianca. Mi fermai, chiusi gli occhi e mi accorsi che potevo continuare a osservarli. Quando riaprii gli occhi, rimasi sorpreso nello scoprire che gli uomini in camicia bianca non c’erano più. Ci avevano superati incrociandoci». Insomma, colpita dal tumore, la percezione visiva gli dava una visione differita, gli consentiva di vedere nel passato prossimo. «Questa persistenza della visione mi divertiva», conclude Sacks. Era la prova provata su se stesso che è la mente a vedere, qualunque cosa sia la mente intesa come funzione astratta che emerge dal cervello anatomico.

In effetti L’occhio della mente è un campionario di cecità diverse: la pianista che non riesce più a leggere uno spartito, la pittrice che dopo un ictus perde e recupera la parola, l’autore di romanzi polizieschi che continua a scrivere ma non può rileggersi perché colpito da alessia, lo stesso Sacks che – come il 5 per cento della popolazione – stenta a ricordare il volto delle persone, anche le più amiche, il cieco che continua a vedere creandosi immagini mentali. Come dire: a ognuno la sua cecità. Il che è anche un apologo.

In the ‘mind’s eye the great neurologist, says the loss of vision in 3D. Starting
from a personal tragedy
Piero Bianucci
turin

Close one eye and hold out your arms to shoulder height. Now move your arms in front of you and try to bring together the left index finger with the tip of his right. Almost certainly miss the contact. Though you know well your arms, without a vision in three dimensions is difficult to move with precision, and stereo vision requires two points of view, ie two eyes. But not enough. If we look first with one eye and then with the other two images look quite different, especially for near objects. Yet both eyes using the images merge into one: a more information-rich, which allows us to estimate the distance and the relative positions of things. The processing to achieve this is complex and does not occur in the eye but in the brain, as is the case for everything related to our senses. It is discovered in the brain when something does not work.

The 3D viewing Oliver Sacks, neurologist English who lives in the United States and famous narrator of clinical cases, devotes much of his latest book, The Eye of the Mind (Vintage, 270 pages, 19 euros). A chapter about Sue Barry, the wife of an astronaut, she neurologist.

Sue was born cross-eyed but three eye muscle surgery to realign the eyes they had. Too bad it was late. By now she was 7 years old, and is in the first two years of life that the brain constructs neural circuits of the most important view. The 3D vision of Sue was so imperfect, but she did not realize it because they could make a living completely normal. It was a serious deterioration in fifty years that intervened. His world had gone flat.

Under the guidance of an optometrist, Sue began a long series of exercises to fuse the images provided in one of his eyes. So, with patience and persistence, has recovered the stereo vision (in the greek word, Sacks reminds us, means solid). How was this possible?

The answer comes from neuroscience in the last twenty years: the brain is plastic. Affected by trauma or subjected to constant exercise, within certain limits can develop alternative neural circuits. His trial today an incredible pleasure in perceiving the world: “All around me was falling slowly the snow, in large wet flakes. I saw the space between a jib and the other, and together they produced a beautiful dance-dimensional. ” The mediocre success of 3D movies is due to this, with their special effects make us aware of spatiality in which we are immersed, or taken for granted.

Except Uncle Tungsten, Sacks all the books, the first and most famous Awakenings brought to the screen by Robin Williams and Robert De Niro in The Man Who Mistook His Wife for a Hat, a See entries, etc., tell clinical cases in which trauma reveal some genetic defect or brain function. It is an exploration of scientific discovery in which sprouts from the disease. All this in a holistic and humanistic doctor-patient relationship that leads to good literature. But the second case of loss of vision in 3D back in Sacks’ eye of the mind is special because it is the history of melanoma, a malignant tumor, which has taken away the right eye.

Here the personal drama takes precedence over scientific detachment, the clinical case is metabolized so little that Sacks was able to tell only in diary form, which is a direct drive feel all his fears and anxieties. Nevertheless, Sacks maintains a calm enough to tell a revelatory experience: “I saw two men coming towards us, both with a white shirt. I stopped, closed my eyes and I realized that I could continue to observe them. When I opened my eyes, I was surprised to discover that the men in white shirts were gone. We were crossing of intersections. ” In short, developed cancer, visual perception gave him a vision deferred, allowed him to see in the recent past. “I enjoyed this persistence of vision,” concludes Sacks. It was the proof of itself that is the mind to see, no matter what the mind is understood as abstract function that emerges from the brain anatomy.

In fact, the mind’s eye is a different sample of blindness: the pianist who can no longer read music, the artist who, after a stroke and recovers lost the word, the author of detective novels who continues to write but can not reread it hit by alexia, Sacks himself who – like 5 percent of the population – hard to remember people’s faces, even the most friendly, the blind man who continues to see creandosi mental images. As if to say: to each his blindness. This is also a fable.

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RMN 7 TESLA e nuovo impatto diagnostico

ho trovato questo sito con alcune novità per la diagnostica nella Sclerosi Multipla:

http://www.healthimaging.com/index.php?option=com_articles&view=article&id=30526:radiology-7t-mri-opens-new-windows-into-ms-lesions

Radiology: 7T MRI opens new windows into MS lesions

7T MR image of MS patient brain - 160.18 Kb
7.0-T MR image of postmortem tissue sample used for histologic comparison. Source: Radiology

Combined analysis of 7T R2* and phase data may be able to distinguish between changes in tissue myelin and iron in multiple sclerosis (MS) patients, and could help in characterizing the disease process of MS lesions, according to a study published in the Nov. 14 issue of Radiology.

Jeff H. Duyn, PhD, of the National Institutes of Health in Bethesda, Md., and colleagues wanted to test the effectiveness of recently available ultra-high-field-strength MRI systems in characterizing MS. Specifically, they wanted to see if the improved contrast of susceptibility-weighted 7T MRI images, which is highly variable within and among MS lesions, is correlated to levels of iron and myelin.

The researchers obtained high-spatial-resolution susceptibility-weighted 7T MR images from 21 MS patients and investigated contrast patterns in quantitative phase and R2* images in areas defined as chronic MS lesions. Positive or negative phase shifts were assessed in each lesion. Duyn et al also performed postmortem MR imaging at 7T and 11.7T and the results were correlated with immunohistochemical staining for myelin, iron and ferritin.

Results showed that 60.5 percent of the lesions had a normal phase and a reduced R2*, while 38.2 percent had negative phase shift and a variety of appearance on R2* maps. When compared with histologic findings, R2* reduction corresponded to severe loss of iron and myelin, while negative phase shift corresponded to focal iron deposits with myelin loss.

“Changes in these parameters are interpreted as indicators of myelin and axon loss, which may follow the initial inflammatory process in MS-induced [white matter] lesions,” wrote the authors.

MS is a demyelinating disease, though prior to the current study, it was not known the extent to which myelin and iron contributed to contrast variations in susceptibility-weighted MR images.

“The observed R2* decreases suggest profound myelin loss, whereas negative phase shifts suggest a focal iron accumulation,” concluded the authors. “The tissue concentration of nonheme iron and myelin are particularly relevant to MS as they may be reflective of the underlying disease process.”

The researchers noted that one of the limitations of the study was that only one postmortem brain was available for investigation. Not all lesion types seen in vivo were available from those tissue samples, so the generalizability of the results is limited.

Other factors besides iron and myelin, such as fiber orientation and tissue microstructure, might play a role in image contrast and could be considered in future research.

Last updated on November 18, 2011 at 11:10 am EST
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Radiologia: 7T MRI apre nuove finestre in lesioni della SM
7T immagine RM del cervello malato di SM – 160,18 Kb
7.0-MR T immagine di campione post-mortem del tessuto utilizzato per il confronto istologico. Fonte: Radiologia
L’analisi combinata di * R2 7T e dati di fase può essere in grado di distinguere tra i cambiamenti nella mielina dei tessuti e del ferro in sclerosi multipla (SM) pazienti, e potrebbe aiutare a caratterizzare il processo patologico di lesioni della sclerosi multipla, secondo uno studio pubblicato nel novembre 14 problema di Radiologia.

Jeff H. Duyn, PhD, del National Institutes of Health a Bethesda, Maryland, e colleghi hanno voluto testare l’efficacia dei recenti disponibili ad altissima resistenza campo sistemi di risonanza magnetica per caratterizzare SM. In particolare, volevano vedere se il contrasto migliore di suscettibilità immagini pesate 7T risonanza magnetica, che è altamente variabile all’interno e tra le lesioni della SM, è correlata ai livelli di ferro e di mielina.

I ricercatori hanno ottenuto ad alta risoluzione spaziale suscettibilità ponderata 7T immagini RM di 21 pazienti con sclerosi multipla ed esaminati i modelli di contrasto in fase quantitativa e immagini * R2 in aree definite come lesioni della SM cronica. Spostamenti di fase positiva o negativa sono stati valutati in ogni lesione. Duyn et al post-mortem anche eseguito la RM a 7T e 11.7T ei risultati sono stati correlati con colorazione immunoistochimica per la mielina, il ferro e la ferritina.

I risultati hanno mostrato che il 60,5 per cento delle lesioni avuto una fase normale e un * R2 ridotto, mentre il 38,2 per cento aveva spostamento di fase negativa e una varietà di comparsa sulle mappe * R2. Quando confrontato con i risultati istologici, R2 * riduzione corrispondeva a grave perdita di ferro e di mielina, mentre sfasamento negativo corrisponde a depositi di ferro focale con perdita di mielina.

“I cambiamenti in questi parametri sono interpretati come indicatori di perdita di mielina e assoni, che possono seguire il processo infiammatorio iniziale in modalità MS-indotta [sostanza bianca] lesioni”, ha scritto gli autori.

La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante, anche se prima di questo studio, non si sapeva fino a che punto della mielina e il ferro ha contribuito alle variazioni di contrasto nella suscettibilità immagini pesate MR.

“La diminuzione osservata * R2 suggeriscono una profonda perdita di mielina, mentre si sposta fase negativa suggerire un accumulo focale di ferro”, ha concluso gli autori. “La concentrazione tissutale di ferro non-eme e di mielina sono particolarmente rilevanti a MS in quanto potrebbero essere riflessivo del processo di malattia di base.”

I ricercatori hanno notato che uno dei limiti dello studio è stato che solo un cervello post-mortem era disponibile per le indagini. Non tutti i tipi di lesione visto in vivo erano disponibili da quei campioni di tessuto, per cui la generalizzabilità dei risultati è limitata.

Altri fattori oltre a ferro e mielina, come l’orientamento delle fibre e la microstruttura del tessuto, potrebbe giocare un ruolo nel contrasto dell’immagine e potrebbe essere considerato nella ricerca futura.

Ultimo aggiornamento il 18 novembre, 2011 at 11:10 EST

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Radiologie: 7T IRM ouvre de nouvelles fenêtres dans les lésions de SEP
7T MR image du cerveau du patient MS – 160,18 Ko
7.0-T l’image de l’échantillon MR tissus post-mortem utilisées pour la comparaison histologique. Source: Radiologie
L’analyse combinée des R2 * 7T et des données de phase peut être capable de distinguer entre les changements dans la myéline des tissus et de fer dans la sclérose en plaques (SEP) des patients, et pourrait aider à caractériser le processus de la maladie des lésions de SP, selon une étude publiée dans le novembre 14 question de la radiologie.

Jeff H. Duyn, Ph.D., du National Institutes of Health à Bethesda, Maryland, et ses collègues ont voulu tester l’efficacité de la récente disponible à ultra-haute intensité de champ des systèmes d’IRM dans la caractérisation MS. Plus précisément, ils voulaient voir si l’amélioration du contraste de susceptibilité pondéré 7T images IRM, qui est très variable au sein et entre les lésions de SEP, est corrélée à des niveaux de fer et de la myéline.

Les chercheurs ont obtenu de haute résolution spatiale de sensibilité pondérée images IRM 7T de 21 patients atteints de SEP et étudié les modèles de contraste dans la phase quantitative et images * R2 dans les zones définies comme les lésions de SEP chronique. Déphasages positifs ou négatifs ont été évalués dans chaque lésion. Duyn et autres ont également effectué l’autopsie IRM 7T et à 11,7 T et les résultats ont été corrélés avec coloration immunohistochimique pour la myéline, le fer et la ferritine.

Les résultats ont montré que 60,5 pour cent des lésions avaient une phase normale et une R2 * réduite, tandis que 38,2 pour cent avaient déphasage négatif et une variété d’apparition sur les cartes * R2. En comparaison avec les résultats histologiques, R2 * de réduction correspondait à une perte importante de fer et de la myéline, tandis déphasage négatif correspondait à des gisements de fer focal avec la perte de myéline.

«Les variations de ces paramètres sont interprétés comme des indicateurs de la myéline et la perte axonale, qui peut suivre le processus inflammatoire initiale dans MS-induite [substance blanche] des lésions”, écrivent les auteurs.

La SEP est une maladie démyélinisante, bien avant l’étude actuelle, on ne savait pas dans quelle mesure la myéline et de fer ont contribué à des variations dans la sensibilité de contraste des images pondérées MR.

«Les diminutions observées * R2 suggèrent une profonde perte de myéline, tandis que les décalages de phase négative suggère une accumulation de fer central», a conclu les auteurs. “La concentration tissulaire du fer non héminique et de la myéline sont particulièrement pertinentes pour MS, car ils peuvent être le reflet de l’évolution de la maladie sous-jacente.”

Les chercheurs ont noté que l’une des limites de l’étude était que seul un cerveau post-mortem était disponible aux fins d’enquête. Pas tous les types de lésions observés in vivo ont été disponibles à partir de ces échantillons de tissus, donc la généralisation des résultats est limitée.

D’autres facteurs que le fer et la myéline, comme l’orientation des fibres et microstructure des tissus, pourrait jouer un rôle dans le contraste d’image et pourrait être pris en compte dans les recherches futures.

Dernière mise à jour le 18 Novembre 2011 à 11h10 HNE

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dal sito "finanza in chiaro"…. ancora controversie per la CCSVI

dal sito: http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=11002

vi riporto cosa ho trovato, sono vari pezzi “copiati dal sito di cui sopra il link”

ancora controversie per la sperimentazione sulla CCSVI come concausa o causa della sclerosi multipla…

Secondo il chirurgo italiano uno dei fattori scatenanti la sclerosi multipla sarebbe un’anomalia a livello venoso (CCSVI), risolvibile tramite un intervento di angioplastica. Nel commento di Roger Chafe del Memorial University of Newfoundland si parla del Canada, uno dei paesi, insieme all’Italia, dove il dibattito è più acceso.E dove i pazienti premono di più sulla comunità scientifica perché accolga l’ipotesi Zamboni.

In Canada, infatti, la teoria del medico ferrarese ha avuto un’ampia diffusione mediatica, ma è rimasta fuori dai consessi scientifici. Né la Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), né gli enti di ricerca indipendenti sparsi sul territorio, infatti, hanno dato inizio a trial clinici per verificare l’efficacia del trattamento chirurgico. E, ovviamente, non hanno dato il loro benestare a eseguire le angioplastiche sui malati. La posizione dei medici e delle società scientifiche canadesi è chiara: in assenza di evidenze certe, lo sviluppo di trial interventistici potrebbe essere troppo rischioso per i pazienti. Per ora, la MSSC si limita a finanziare studi osservazionali per verificare l’associazione tra le due patologie, proprio come sta facendo in Italia l’Aism-Fism.

……….

La terapia per la sclerosi multipla proposta dal professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara è ora arrivata sulle pagine di Nature.
Di Admin (del 07/07/2011 @ 14:00:55, in it – Scienze e Societa, id 601 warp)

Secondo il chirurgo italiano uno dei fattori scatenanti la sclerosi multipla sarebbe un’anomalia a livello venoso (CCSVI), risolvibile tramite un intervento di angioplastica. Nel commento di Roger Chafe del Memorial University of Newfoundland si parla del Canada, uno dei paesi, insieme all’Italia, dove il dibattito è più acceso.E dove i pazienti premono di più sulla comunità scientifica perché accolga l’ipotesi Zamboni.

……

In Canada, infatti, la teoria del medico ferrarese ha avuto un’ampia diffusione mediatica, ma è rimasta fuori dai consessi scientifici. Né la Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), né gli enti di ricerca indipendenti sparsi sul territorio, infatti, hanno dato inizio a trial clinici per verificare l’efficacia del trattamento chirurgico. E, ovviamente, non hanno dato il loro benestare a eseguire le angioplastiche sui malati. La posizione dei medici e delle società scientifiche canadesi è chiara: in assenza di evidenze certe, lo sviluppo di trial interventistici potrebbe essere troppo rischioso per i pazienti. Per ora, la MSSC si limita a finanziare studi osservazionali per verificare l’associazione tra le due patologie, proprio come sta facendo in Italia l’Aism-Fism.

C’è un risvolto della medaglia: alcuni pazienti hanno fatto le valigie e sono partiti diretti verso cliniche private estere per sottoporsi a interventi di angioplastica. Non senza rischi. Nel frattempo i sostenitori del metodo Zamboni hanno continuato a crescere, grazie soprattutto a Facebook e Youtube, usati per diffondere le testimonianze positive di chi si è già sottoposto alla cosiddetta “terapia della liberazione”. E dai social media continuano le richieste di accesso pubblico agli interventi di angioplastica o di trial clinici, “senza –  come sottolinea Nature  – che se ne conoscano necessariamente le potenziali limitazioni”. Secondo la rivista, il fenomeno dei social media pone due diversi quesiti. Il primo di comunicazione medico-paziente: ovvero, se il pubblico usa i social network per organizzarsi e diffondere informazioni, forse gli scienziati dovrebbero fare lo stesso, cercando di spiegare tutti gli aspetti di una problematica.

Il secondo è questo: può la mobilitazione sociale influenzare il funzionamento della ricerca? Normalmente infatti, i trial interventistici hanno luogo solo dopo studi osservazionali incoraggianti. C’è però la possibilità che la voce dei social network possa esercitare una forte pressione nei confronti delle istituzioni politiche e scientifiche per favorire l’inizio di trial clinici, prima ancora che sia raggiunto un consenso scientifico. Una posizione giustificabile in determinati casi, secondo Nature, quando viene adottata per esempio per evitare che i malati scelgano di farsi operare chissà dove, esponendosi a ulteriori rischi. Una situazione, questa, non lontana da quella che si è verificata in Italia, dove, come dichiarato dal professor Massimo Del Sette, per motivi di “salute pubblica” si è deciso di dare il via a un “studio scientifico rigoroso” di intervento, come BRAVE DREAMS in cui includere i pazienti.

from site: http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=11002

I report what I found, the pieces are “copied from the site above the link”

even disputes as to experiments on CCSVI contributing cause or causes of multiple sclerosis …

According to an Italian surgeon triggers of multiple sclerosis have an abnormality in the venous (CCSVI), resolved by angioplasty. In the commentary by Roger Chafe at Memorial University of Newfoundland is spoken in Canada, one of the countries, with Italy, where the debate is more acceso.E where patients are pressing more on the scientific community to accept the hypothesis Zamboni.

In Canada, in fact, the theory of the physician of Ferrara has had wide media coverage, but remained outside the scientific fora. Neither the Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), or independent research bodies across the area, in fact, have initiated clinical trials to test the effectiveness of surgical treatment. And, of course, have not given their approval to perform angioplasty on patients. The position of the medical and scientific societies Canadians is clear: in the absence of certain evidence, the development of interventional trials may be too risky for patients. For now, the MSSC is limited to finance observational studies to test the association between the two diseases, just as Italy is doing in the IMF-Aism.

……….
The therapy for multiple sclerosis proposed by Professor Paolo Zamboni, University of Ferrara has now reached the pages of Nature.
Admin (07/07/2011 @ 14:00:55’s in it – and Sciences Company, 601 id warp)

According to an Italian surgeon triggers of multiple sclerosis have an abnormality in the venous (CCSVI), resolved by angioplasty. In the commentary by Roger Chafe at Memorial University of Newfoundland is spoken in Canada, one of the countries, with Italy, where the debate is more acceso.E where patients are pressing more on the scientific community to accept the hypothesis Zamboni.

……

In Canada, in fact, the theory of the physician of Ferrara has had wide media coverage, but remained outside the scientific fora. Neither the Multiple Sclerosis Society of Canada (MSSC), or independent research bodies across the area, in fact, have initiated clinical trials to test the effectiveness of surgical treatment. And, of course, have not given their approval to perform angioplasty on patients. The position of the medical and scientific societies Canadians is clear: in the absence of certain evidence, the development of interventional trials may be too risky for patients. For now, the MSSC is limited to finance observational studies to test the association between the two diseases, just as Italy is doing in the IMF-Aism.

There is a downside: some patients have packed their bags and set off on their way to foreign private clinics to undergo angioplasties. Not without risks. Meanwhile, supporters of the method Zamboni continued to grow, thanks to Facebook and Youtube, used to spread positive testimonies of those who have already undergone the so-called “therapy of liberation.” And social media are continuing requests for public access to angioplasties or clinical trials, “not – as pointed out by Nature – not necessarily know that if the potential limitations.” According to the magazine, the phenomenon of social media poses two different questions. The first of doctor-patient communication: that is, if the public uses social networks to organize and disseminate information, perhaps scientists should do the same, trying to explain all aspects of an issue.

The second is this: social mobilization can influence the search function? Normally, in fact, the trial take place only after interventional observational studies encouraging. However, there is the possibility that the voice of social networks can exert strong pressure on the political and scientific institutions to promote the start of clinical trials, even before it reached a scientific consensus. A position justified in certain cases, according to Nature, for example, when taken to prevent patients choose to undergo surgery somewhere, exposing themselves to additional risks. That situation is not far from what occurred in Italy, where, as stated by Professor Massimo Del Sette, for reasons of “public health” has decided to kick off a “rigorous scientific study” of intervention, As BRAVE DREAMS in which patients included.

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Staminali e sclerosi multipla

http://www.corriere.it/salute/11_luglio_30/sclerosi-staminali-scienziato-

Paolo Muraro parteciperà a un esperimento
per cercare di sconfiggere la malattia degenerativa

Paolo Muraro
Paolo Muraro
MILANO – Al via in Gran Bretagna un importante trial clinico internazionale per verificare l’effetto delle cellule staminali come terapia della sclerosi multipla, guidato da uno scienziato italiano: i pazienti che saranno inclusi nello studio riceveranno iniezioni di staminali prelevate dal loro stesso midollo osseo, nella speranza che queste cellule raggiungano le zone danneggiate del sistema nervoso e le riparino.

CINQUE ANNI PER I PRIMI RISULTATI – Ci vorranno almeno cinque anni per i risultati definitivi dell’esperimento, riporta la stampa britannica. Gli scienziati inglesi hanno ricevuto fondi pari a un milione di sterline dalla Multiple Sclerosis Society e della Uk Stem Cell Foundation per tre studi che indaghino prima di tutto la sicurezza del trattamento. Poi, si passerà a valutarne l’efficacia. Uno dei tre trial, guidato da Paolo Muraro dell’Imperial College di Londra, sarà condotto a livello internazionale con 200 pazienti arruolatì fra Inghilterra, Scozia, Stati Uniti, Canada e anche Italia. «Le cellule staminali – dice l’esperto – hanno un grande potenziale contro la sclerosi. L’effetto che stiamo cercando di ottenere è quello di ridurre le recidive, fermare la progressione della disfunzione neurologica e ridurre la disabilità dei malati. Questa è la prima volta che ricercatori di tutto il mondo collaborano per testare una terapia con cellule staminali in un trial su larga scala». (Fonte: Adnkronos)
italiano_d2e63734-bade-11e0-9ed5-57850404ec1a.shtml

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«Il cervello umano non può più crescere»

da Corriere.it il cervello umano non cresce più!

La teoria del neurobiologo di cambridge Simon Laughlin
«Il cervello umano non può più crescere»
In millenni di evoluzione l’intelligenza avrebbe raggiunto il limite massimo: problemi di spazio e di energia

Il neurobiologo Simon Laughlin
MILANO – Il cervello umano avrebbe raggiunto i suoi limiti massimi: se si sviluppasse di più, comprometterebbe le altre funzioni vitali. Insomma, chi sognava che un domani la razza umana potesse acquisire chissà quali poteri telepatici o telecinetici dovrebbe ricredersi: più intelligenti di così, non saremo mai. È quanto sostiene Simon Laughlin, professore di Neurobiologia all’università di Cambridge, nel libro «Work Meets Life», di cui è coautore. Le tesi di Laughlin sono state riportate domenica da diversi giornali britannici, come il Sunday Times, l’Observer, il Daily Mail e il Sun. Secono Laughlin, in milioni di anni di evoluzione umana il cervello avrebbe ormai raggiunto il massimo livello possibile. Pieno fino all’orlo.

NON C’È SPAZIO – A questo punto un’ulteriore crescita si scontrerebbe contro due barriere. La prima è che la miniaturizzazione delle cellule del cervello sarebbe ormai arrivata a un punto limite. Insomma, è un problema di fisica: non c’è spazio sufficiente per un’ulteriore significativa crescita. Inoltre, anche il numero di connessioni tra le cellule – da cui dipende l’intelligenza di una persona – non potrebbe più aumentare in modo significativo a causa della quantità di energia necessaria per farle lavorare.

TROPPA ENERGIA – La seconda «barriera» all’evoluzione sarebbe costituita dal fatto che il cervello umano, pur rappresentando solamente il 2% del peso dell’organismo, consuma il 20% dell’energia: anche minimi aumenti nel potere di azione del cervello provocherebbero dunque un netto aumento dell’energia necessaria a sostenerli. «Abbiamo dimostrato che il cervello deve consumare, per funzionare, tanta energia quanto il cuore, e che i requisiti sono abbastanza alti da limitarne la performance», ha detto Laughlin al Sunday Times. Il collega Ed Bullmore ha aggiunto al Sun: «L’intelligenza ha un prezzo. Diventare più intelligenti significa sviluppare connessioni tra le diverse aree del cervello, ma questo si scontra con i limiti dell’energia disponibile, oltre che con lo spazio necessario per le connessioni».

RISCHIO INVOLUZIONE – Secondo i neurobiologi di Cambridge esiste la possibilità che in futuro, anziché evolversi ulteriormente, la razza umana possa addirittura involvere dal punto di vista dell’intelligenza. Laughlin sostiene che, se la condizione degli esseri umani dovesse cambiare drasticamente, per esempio se venissero a mancare le riserve di cibo, il cervello potrebbe regredire, perché l’energia andrebbe convogliata su altre più utili funzioni. Insomma, altro che superpoteri: potremmo tornare ad assomigliare al nostro antenato, l’uomo di Neanderthal.

Redazione online
31 luglio 2011(ultima modifica: 01 agosto 2011 16:44)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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INPS e visite di revisione: dal sito AISM

http://www.aism.it/index.aspx?codpage=2011_07_inps

Invalidità civile
L’INPS chiama a verifica dell’invalidità: che cosa fare?

In questi giorni stiamo ricevendo al Numero Verde moltissime segnalazioni di persone preoccupate per le convocazioni a visita straordinaria per la verifica dell’invalidità civile. Che cosa bisogna fare in questi casi?

Da due anni l’INPS persegue con costanza la caccia ai falsi invalidi e AISM e FISH hanno avviato diverse azioni di protesta, di sensibilizzazione e di richiesta di chiarificazione presso l’INPS stessa e il Governo. Proprio in questi giorni sono tantissime le persone chiamate a visita di verifica straordinaria del loro stato invalidante a mezzo raccomandata da parte dell’INPS.

Per chi dovesse ricevere la raccomandata dall’INPS si possono percorrere principalmente due strade:

– la persona non invia alcun documento e attende la convocazione alla visita; in occasione della stessa porta con sé tutti i documenti più recenti in merito alla sua condizione di salute insieme a una relazione del neurologo che descrive nel dettaglio la sua situazione.

– La persona invia al numero di fax indicato nella lettera tutti i documenti sanitari più recenti tra cui la relazione del neurologo che descrive nel dettaglio la sua situazione.

Va comunque valutata la situazione caso per caso, anche in relazione ai tempi ristretti richiesti per inviare i documenti (15 giorni dal ricevimento della lettera).

In entrambi i casi è possibile, solo per i titolari di indennità di accompagnamento, inviare via fax un certificato specifico del neurologo per chiedere l’esenzione da ogni visita di verifica e una lettera in cui si richiede tale esenzione. Inoltre, si può sempre richiedere all’INPS di effettuare la visita a casa, inviando certificato medico che attesta l’impossibilità della persona a muoversi.

Per ulteriori informazioni si può contattare il Numero Verde AISM 800803028 il lunedì, e mercoledì dalle 14.30 alle 18.30 ed il martedì e il giovedì dalle 09.00 alle 13.00 (chiusura estiva dal 08/8 al 23/08).

Aggiungiamo che, nel caso di verifiche straordinarie, non è sospesa l’indennità di accompagnamento: il mancato invio della documentazione non comporta la sospensione o la revoca delle provvidenze economiche, ma solo la convocazione a visita in automatico.

Se alla visita non viene confermato l’accompagnamento, può essere richiesto da parte dell’INPS di restituire alcune mesilità di indennità. In questo caso si può far ricorso nei confronti dell’INPS sia per riavere l’accompagnamento sia per non restituire alcuna mensilità.

Approfondimenti
Per saperne di più
Accertamento della disabilità: cambiano le procedure
Al via i controlli dell’INPS: indicazioni utili per persone con SM
Controlli straordinari e linee guida sull’accompagnamento: ancora colpiti i ‘veri invalidi’
INPS: continuano le verifiche straordinarie delle invalidità civili
Invalidità civile: il punto sulle nuove procedure
Invalidita’ civile
Link
HandyLex.org – Controlli INPS sugli invalidi: che fare?

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testamento biologico: io non ho diritto di decidere della mia vita!

e così, non potremo decidere della nostra vita, non potremo esprimere il non accanimento terapeutico… insomma dovranno sempre decidere gli altri al posto mio. ingiusto contro la dignità della persona e il diritto a tutelarsi dalla non vita legalizzata!

Biotestamento, via libera alla Camera…

Rafforzato il ruolo del medico.
Englaro: «E’ incostituzionale»

Dopo molti mesi di dibattito, l’aula della Camera sta per approvare il ddl sul testamento biologico, che dovrebbe ottenere il via libero definitivo entro questa sera. Con le modifiche inserite, “salta” la previsione di un collegio medico per dirimere le controversie tra medico e fiduciario. E’ stato poi specificato ulteriormente che il paziente, nelle Dat, potra’ esprimere «orientamenti» e non indicazioni o volontà.

Viene infine aggiunto, con un emendamento Udc, un nuovo comma che stabilisce che il medico, qualora non intenda seguire gli orientamenti espressi dal paziente nelle Dat e’ tenuto a sentire il fiduciario o i familiari (quelli riconosciuti dal Codice civile nell’asse di ereditarieta’) e ad esprimere la sua decisione motivandola in modo approfondito, sottoscrivendola sulla cartella clinica o comunque su un documento scritto allegato alla dat. In pratica, con l’insieme di queste modifiche si rafforza il ruolo del medico nelle decisioni sul paziente.

La Camera ha poi soppresso l’articolo 8 del ddl sul biotestamento che dava indicazioni sull’intervento della magistratura in caso di contrasto su decisioni relative al consenso a trattamenti sanitari perchè, come spiega Benedetto Fucci (Pdl), la magistratura ha già tutti gli strumenti per intervenire.

Il Senatore Raffaele Calabrò, già relatore del ddl a Palazzo Madama, ritiene che l’approvazione del provvedimento dimostrerà che «resiste quel nocciolo di valori, che sono quelli della tutela della vita, del no all’eutanasia e all’accanimento terapeutico, di cui il Pdl si e’ fatto fermo paladino, e intorno al quale si riconosce la maggioranza degli italiani, dall’Udc alla Lega passando per una minoranza del Pd». Ma non mancano le voci critiche sul ddl all’interno della maggioranza. Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ammette: «Se fossi in parlamento, non lo voterei».

Sul tema è intervenuto anche Beppino Englaro, che ha parlato di un disegno di legge «incostituzionale» che va «contro i principi del diritto». Presente alla conferenza stampa indetta da Ignazio Marino sul testamento biologico, il papà di Eluana si è detto convinto del fatto che la norma vada in direzione opposta alla sentenza del 16 ottobre del 2007 della Corte Suprema di Cassazione: «L’autodeterminazione terapeutica non può incontrare un limite anche se ne consegue la morte, che non ha niente a che vedere con l’eutanasia. Nessuno, nè lo Stato nè un medico può disporre della salute di un cittadino. Le libertà fondamentali delle persone non possono essere messe in discussione da una legge. Questo è chiaro… Più anticostituzionale di così si muore…».

Dall’opposizione intanto si levano più voci critiche sul provvedimento. Per Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, «la proposta di legge che la destra approva ha l’unico scopo di impedire che la nutrizione artificiale venga interrotta, così come era previsto nel decreto presentato dal governo durante la vicenda di Eluana Englaro. A distanza di due anni, la destra è riuscita, con la scusa di una legge sul testamento biologico, a raggiungere
questo scopo». Secondo la Miotto questa legge «apre anche la strada ad una lunga serie di ricorsi alla magistratura a causa delle tante contraddizioni e dei divieti in essa contenuti».

Durissima la presa di posizione dei radicali, che attraverso il segretario Staderini attaccano: «Con la legge 40 hanno rubato la vita e la liberta di ricerca scientifica, con la legge Calabrò ci rubano anche la morte. Questi moderni aguzzini vogliono, attraverso il sondino di Stato imposto per legge, disinnescare le conquiste di libertà che Piergiorgio Welby e la famiglia Englaro hanno
assicurato agli italiani con la loro lotta».

Bocciatura netta anche da parte di Nichi Vendola, che afferma: «L’obbligo di soffrire per legge non è umano, non è dignitoso. E’ una legge che sottrae agli italiani la libertà di decidere sulla propria vita. E’ una legge che chiede ai medici non di curare, ma di costringere alle cure». «E’ una legge violenta che invade un terreno dove lo Stato deve rispettare, non imporre – conclude il leader di Sinistra e Libertà – ancora una volta questo parlamento dimostra la sua distanza dalla vita degli italiani».

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MRI pattern recognition in MS

MRI pattern recognition in Multiple Sclerosis

PLoS One. 2011;6(6):e21138. Epub 2011 Jun 17.

MRI pattern recognition in multiple sclerosis normal-appearing brain areas.

Source

Bernstein Center for Computational Neuroscience Berlin, Charité – University Medicine, Berlin, Germany.

Abstract

OBJECTIVE:

Here, we use pattern-classification to investigate diagnostic information for multiple sclerosis (MS; relapsing-remitting type) in lesioned areas, areas of normal-appearing grey matter (NAGM), and normal-appearing white matter (NAWM) as measured by standard MR techniques.

METHODS:

A lesion mapping was carried out by an experienced neurologist for Turbo Inversion Recovery Magnitude (TIRM) images of individual subjects. Combining this mapping with templates from a neuroanatomic atlas, the TIRM images were segmented into three areas of homogenous tissue types (Lesions, NAGM, and NAWM) after spatial standardization. For each area, a linear Support Vector Machine algorithm was used in multiple local classification analyses to determine the diagnostic accuracy in separating MS patients from healthy controls based on voxel tissue intensity patterns extracted from small spherical subregions of these larger areas. To control for covariates, we also excluded group-specific biases in deformation fields as a potential source of information.

RESULTS:

Among regions containing lesions a posterior parietal WM area was maximally informative about the clinical status (96% accuracy, p<10(-13)). Cerebellar regions were maximally informative among NAGM areas (84% accuracy, p<10(-7)). A posterior brain region was maximally informative among NAWM areas (91% accuracy, p<10(-10)).

INTERPRETATION:

We identified regions indicating MS in lesioned, but also NAGM, and NAWM areas. This complements the current perception that standard MR techniques mainly capture macroscopic tissue variations due to focal lesion processes. Compared to current diagnostic guidelines for MS that define areas of diagnostic information with moderate spatial specificity, we identified hotspots of MS associated tissue alterations with high specificity defined on a millimeter scale.

PMID:
21695053
[PubMed – in process]
PMCID: PMC3117878

Free PMC Article

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Figure 1
Figure 2
Figure 3
Figure 4

LinkOut – more resources

Pattern recognition risonanza magnetica in diverse aree del cervello sclerosi aspetto normale.
Weygandt M, Hackmack K, Pfüller C, Bellmann Strobl-J, Paolo F, Zipp F, JD Haynes.
Fonte

Bernstein Center for Computational Neuroscience Berlino, Charité – Università di Medicina, Berlino, Germania.
Astratto
OBIETTIVO:

Qui, usiamo schema di classificazione per indagare le informazioni di diagnostica per la sclerosi multipla (SM; recidivante-remittente tipo) in aree di lesione, aree di aspetto normale materia grigia (NAGM), e di aspetto normale della sostanza bianca (NAWM), misurato dalla norma MR tecniche.
METODI:

Una mappatura lesione è stata effettuata da un neurologo esperto per Turbo Inversion Recovery Magnitude (TIRM) le immagini dei singoli soggetti. Combinando questa mappatura con i modelli da un atlante neuroanatomic, le immagini sono state TIRM segmentato in tre aree di tipi di tessuto omogeneo (lesioni, NAGM e NAWM) dopo la standardizzazione spaziale. Per ogni area, un algoritmo lineare Vector Machine Support è stato utilizzato in diverse analisi di classificazione locale per determinare l’accuratezza diagnostica nel separare i pazienti con SM da controlli sani sulla base di modelli tessuto intensità voxel estratto da piccolo subregioni sferica di queste aree più grandi. Per controllare per le covariate, abbiamo anche escluso gruppi specifici pregiudizi nei campi di deformazione come una potenziale fonte di informazioni.
RISULTATI:

Tra le regioni contenenti lesioni uno posteriore zona parietale WM è stato al massimo informativo sullo stato clinico (96% di precisione, p <10 (-13)). Regioni cerebellari sono state al massimo informativo tra aree NAGM (84% di precisione, p <10 (-7)). Una regione del cervello posteriore era al massimo informativo tra aree NAWM (91% di precisione, p <10 (-10)).
INTERPRETAZIONE:

Abbiamo identificato le regioni che indicano MS in lesione, ma anche NAGM, e le aree NAWM. Ciò integra la percezione attuale che le tecniche standard di MR soprattutto catturare le variazioni del tessuto macroscopici dovuti a processi di lesione focale. Rispetto alle attuali linee guida di diagnostica per MS che definiscono le aree di informazioni diagnostiche con moderata specificità spaziale, abbiamo identificato gli hotspot di MS alterazioni dei tessuti associati con alta specificità definite su scala millimetrica.

———————-

Reconnaissance des formes d’IRM dans les zones de sclérose en plaques du cerveau d’apparence normale.
Weygandt M, Hackmack K, C Pfüller, Bellmann-J Strobl, Paul F, F Zipp, Haynes JD.
Source

Bernstein Center for Computational Neuroscience de Berlin, Charité – Médecine universitaire, Berlin, Allemagne.
Résumé
OBJECTIF:

Ici, nous utilisons modèle de classification pour enquêter sur des informations de diagnostic de sclérose en plaques (SEP; rémittente type) dans les zones lésées, des zones d’apparence normale de la matière grise (Nagm), et d’apparence normale de la matière blanche (NAWM) tel que mesuré par la norme techniques de RM.
Méthodes:

Une cartographie lésion a été réalisée par un neurologue expérimenté pour Turbo Inversion Recovery Magnitude (CRIT) des images de sujets individuels. En combinant cette cartographie avec des modèles à partir d’un atlas neuroanatomiques, les images ont été segmentées CRIT en trois zones de types de tissus homogènes (lésions, Nagm et NAWM) après normalisation spatiale. Pour chaque domaine, un algorithme de support linéaire Vector machine a été utilisée dans de multiples analyses de classification local pour déterminer la précision diagnostique à séparer les patients SEP de contrôle en santé basée sur les modèles voxel intensité de tissus extraits de petits sous-sphériques de ces grandes zones. Pour contrôler les covariables, nous avons également exclus du groupe-spécifiques dans les champs de déformation des préjugés comme une source potentielle d’information.
RÉSULTATS:

Parmi les régions contenant des lésions une zone de WM pariétal postérieur est au maximum d’information sur l’état clinique (précision de 96%, p <10 (-13)). Régions du cervelet ont été au maximum d’information entre les zones Nagm (84% de précision, p <10 (-7)). Une région du cerveau postérieur est au maximum d’information entre les zones NAWM (91% de précision, p <10 (-10)).
Interprétation:

Nous avons identifié des régions MS en indiquant lésion, mais aussi Nagm, et les zones NAWM. Cela complète la perception actuelle que les techniques standard MR essentiellement capter les variations macroscopique des tissus due à des processus lésion focale. Comparé aux recommandations actuelles de diagnostic pour MS qui définissent les zones d’informations de diagnostic avec une spécificité spatiale modérée, nous avons identifié les points chauds des altérations tissulaires associées MS avec une grande spécificité définie sur une échelle millimétrique.

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Sclerosi multipla, tra verità e pregiudizi by Donatella Barus-

Sclerosi multipla, tra verità e pregiudizi.

Della sclerosi multipla si parla pochissimo e spesso i pregiudizi superano la verità. Per esempio, c’è chi fa un’equazione automatica tra sclerosi multipla e sedia a rotelle, chi crede che la diagnosi rappresenti un’immediata condanna a evidenti disabilità e c’è perfino chi teme forme di contagio. Niente di tutto questo: l’andamento della malattia è variabilissimo da una persona all’altra, con effetti a volte molto ridotti. Poi, la sclerosi non si può trasmettere in alcun modo. Quella che il malato combatte è una guerra tutta interna all’organismo, in cui si fronteggiano le cellule del sistema immunitario e le altre del sistema nervoso, una lotta che durerà tutta la vita, con un impatto imprevedibile sull’esistenza di ciascun individuo. Ciò che si sa al momento della diagnosi è che da quell’istante in poi bisognerà scendere a patti con la malattia.

Qualche volta i sintomi sono invisibili
È vero, ci sono pazienti che, nei casi più gravi, non riescono a camminare bene, a muovere un braccio o a compiere i gesti più semplici, a volte fin dagli esordi della malattia e con un rapido aggravarsi della situazione. Ma per altri, per molti altri, la vita può continuare come prima, tranne che in sporadici momenti di difficoltà, tanto che diventa complicato accettare di seguire una terapia anche nei lunghi periodi di benessere. Ci sono sintomi lampanti, le mani che tremano, le cadute troppo facili, l’impossibilità di scendere pochi gradini, e altri quasi invisibili, come la spossatezza, la difficoltà a ricordare un appuntamento o a concentrarsi per risolvere un problema.
«La patologia si manifesta soprattutto in persone giovani, spesso prima dei quarant’anni», dice Giancarlo Comi, docente di neurologia all’ Università Vita Salute San Raffaele di Milano. «Prevederne il decorso non si può. La strategia è piuttosto quella di arrivare prima possibile a una diagnosi precisa, per esser certi di ciò che abbiamo di fronte e, quindi, colpire duro con tutte le risorse terapeutiche a disposizione». La sclerosi multipla, o sclerosi a placche, si scatena quando il sistema immunitario va fuori controllo e i globuli bianchi (i soldati che dovrebbero difendere l’organismo) distruggono progressivamente la guaina mielinica, cioè il rivestimento che ricopre le fibre nervose nel cervello e nel midollo spinale e che, come fossero fili elettrici, garantisce la trasmissione veloce ed efficiente degli impulsi nervosi.

Se la mielina, che costituisce la gran parte del rivestimento, viene danneggiata in modo grave, il nervo resta scoperto o cicatrizzato in alcune zone, e il segnale nervoso che parte dal cervello per raggiungere le varie parti del corpo viene interrotto, con conseguenze diverse a seconda delle aree coinvolte: da problemi del controllo di determinati movimenti, o delle funzioni vescicali, a difficoltà cognitive, e così via. Alcune lesioni possono restare asintomatiche, mentre altre creano difficoltà gravi e disabilitanti. Quello che succederà alla persona malata dipende in gran parte dal caso ed è per questo che le manifestazioni della malattia sono così diverse tra loro.

Scoperto in Italia il virus che inganna l’organismo
Ma perché i globuli bianchi scambiano la mielina per un nemico e la distruggono? La causa non è ancora nota con certezza, ma oggi si pensa che vi siano alcune caratteristiche genetiche che predispongono all’errore del sistema di difesa. Da sole, però, non sono sufficienti a sviluppare la malattia. Ci vuole un fattore esterno capace di innescare la reazione immunitaria abnorme e si tratta, con ogni probabilità, di un agente infettante con cui si entra in contatto molto presto, nei primi 15-20 anni di vita. Da tempo i ricercatori sono a caccia di questo elemento scatenante e hanno esaminato uno a uno vari virus, come quelli che provocano il morbillo o l’herpes, senza conferme conclusive. Studi condotti dal dipartimento di biologia cellulare e neuroscienze dell’Istituto superiore di sanità a Roma, hanno puntato il dito contro il virus di Epstein Barr, della famiglia degli herpes virus, causa tra l’altro della mononucleosi, la cosiddetta malattia del bacio. L’ipotesi è che il virus mostri dei componenti in parte simili a quelli delle cellule nervose e provochi, per questo, l’attivazione dei linfociti in grado di combatterlo. Poi, però, per un fatale errore di identikit, quei linfociti si dirigono verso il sistema nervoso centrale, penetrano la barriera che normalmente protegge il cervello e attivano una reazione infiammatoria che porta alla distruzione della mielina. Il processo di danneggiamento nervoso, determinato dall’accumularsi di lesioni nel tempo, rimane sconosciuto finché non viene colpita in modo massiccio una via nervosa o viene compromessa una parte consistente delle fibre nervose in una certa area del cervello.

Chi è malato può avere figli senza problemi
Parlare di fattori genetici non significa che la sclerosi multipla sia ereditaria, così come parlare di agente infettante non vuol dire che sia un male contagioso. Né un’alterazione del Dna né un virus bastano a provocare una malattia che colpisce circa una persona ogni 1.100 abitanti. Avere la sclerosi multipla o avere un familiare che ne è affetto non è un motivo per decidere di non mettere al mondo un figlio. E il 90% dei malati non ha alcun parente con questa patologia. Nella maggior parte dei casi, la malattia si manifesta con attacchi sporadici che si susseguono, magari una volta l’anno per dieci o vent’anni, e solo in un secondo tempo entra in una fase progressiva, quando l’organismo non ce la fa più a riprendersi dagli attacchi e il cervello non riesce a compensare i danni accumulati a carico delle fibre nervose.

Ma esistono casi fortunati di forme benigne, in cui anche a decenni dal primo attacco non si peggiora e si può vivere senza problemi gravi. Da una quindicina d’anni a questa parte esistono farmaci che sembrano riuscire, in molti casi, a cambiare il decorso della malattia, influenzando la risposta immunitaria (immunomodulatori, come l’interferone beta ricombinante, il copolimero 1 e il natalizumab, per le forme recidivanti molto gravi o che non rispondono ad altre terapie), oppure ostacolandola (immunosoppressori, come l’azatioprina, il mitoxantrone e la ciclofosfamide). «L’approccio più innovativo», continua Comi, «è quello di avviare terapie intense molto prima che si manifestino disabilità permanenti, utilizzando tutti gli strumenti possibili per arrivare a diagnosi certe e tempestive, escludendo altre patologie che provocano sintomi simili a quelli della sclerosi multipla, come il lupus eritematoso sistemico, la borelliosi (infezione che si prende dalle zecche) o la sclerosi sistemica».

Un percorso terapeutico personalizzato
Le cure hanno effetti collaterali tutt’altro che trascurabili (l’interferone, per esempio, va iniettato almeno settimanalmente e può procurare, talvolta, fugaci malesseri simili a quelli dell’influenza), ma permettono spesso di ottenere buoni risultati. Anche gli studi sulle cellule staminali stanno aprendo interessanti possibilità. C’è, infine, una grande varietà di medicinali, come i cortisonici e gli antinfiammatori, che possono servire a mitigare i sintomi. Un ruolo essenziale per la qualità di vita dei malati spetta alla riabilitazione e al lavoro congiunto di neurologi, fisioterapisti, logopedisti, infermieri, psicologi, urologi, sessuologi, oculisti. Ogni diagnosi apre un percorso terapeutico personalizzato.
Donatella Barus – OK La salute prima di tutto

Of multiple sclerosis and often says very little about the prejudices than the truth. For example, some make an equation between automatic and multiple sclerosis in a wheelchair, those who believe that the diagnosis represents an immediate condemnation from perceived disability and there is even those who fear forms of infection. None of this: the course of disease is It varies from person to person, sometimes with very small effects. Then, the MS can not be transmitted in any way. What the patient is fighting a war across the internal body, which face the immune system cells and other nervous system, a struggle that will last a lifetime, with an unpredictable impact on the existence of each individual. What is known at the time of diagnosis is that from that moment on, we must come to terms with the disease.

Sometimes the symptoms are invisible
True, there are patients who, in severe cases, can not walk well, to move an arm or simple gestures, sometimes from the beginning of the disease and a rapid worsening of the situation. But for others, for many, life can continue as before, except in occasional moments of difficulty, so that it becomes difficult to accept to undergo therapy during long periods of prosperity. There are obvious symptoms, the trembling hands, falls too easily, the inability to get off a few steps, and others almost invisible, such as fatigue, difficulty concentrating or remembering an appointment to resolve a problem.
“The disease occurs mainly in young people, often before the age of forty,” said Giancarlo Comi, a professor of neurology at ‘Vita Salute San Raffaele University in Milan. “Predicting the course you can not. The strategy is rather to arrive at an accurate diagnosis as soon as possible, to make sure of what we face and then hit hard with all the therapeutic resources available. ” Multiple sclerosis, or multiple sclerosis, is triggered when the immune system goes out of control and white blood cells (the soldiers should defend the body) gradually destroys the myelin sheath, which is the coating that covers nerve fibers in the brain and spinal cord and that, as were electrical wires, ensure fast and efficient transmission of nerve impulses.

If the myelin, which forms the bulk of the coating is severely damaged, the nerve is discovered or healed in some areas, and that the nerve signal from the brain to reach the various parts of the body is interrupted, with different consequences Depending on the affected areas: problems of control of certain movements or bladder function, cognitive difficulties, and so on. Some lesions may remain asymptomatic, while others create serious difficulties and debilitating. What will happen to the sick person depends largely on the case and that is why the manifestations of the disease are so varied.

In Italy discovered the virus that tricks the body
But because the white blood cell exchange for the myelin and destroy an enemy? The cause is not yet known with certainty, but today it is thought that there are certain genetic characteristics that predispose to error of the defense system. By themselves, however, are not sufficient to develop the disease. It takes an external factor that can trigger the abnormal immune reaction and it is in all probability, of an infectious agent with whom you come into contact very early in the first 15-20 years of life. For some time, researchers are hunting for this trigger and examined one by one, various viruses, such as those that cause measles or herpes, no conclusive confirmation. Studies conducted by the Department of Cell Biology and Neuroscience Institute of Health in Rome, pointed the finger at the Epstein Barr virus, herpes family of viruses, among other things because of mononucleosis, the so-called kissing disease. The hypothesis is that the virus shows some components similar to those of nerve cells and cause for this, the activation of lymphocytes able to fight it. But then a fatal error of identikit, these cells are directed towards the central nervous system, penetrate the barrier that normally protects the brain and trigger an inflammatory reaction that leads to destruction of myelin. The process of nerve damage, as determined by the accumulation of lesions over time remains unknown until it is hit by a massive one pathway is compromised or a substantial part of the nerve fibers in a certain area of ​​the brain.

Who is sick can have children without problems
Speaking of genetic factors does not mean that MS is inherited, as well as talk of infectious agent is not to say that’s a bad thing contagious. Neither virus nor an alteration of the DNA enough to cause a disease that affects about one person every 1,100 inhabitants. Having multiple sclerosis or have a family that is affected is not a reason for deciding not to give birth to a son. And 90% of patients have no relative with the disease. In most cases, the disease is manifested by sporadic attacks that follow, maybe once a year for a decade or two, and only later enter a progressive phase, when the body can not make it longer to recover from the attacks and the brain can not compensate for the damage accumulated load of nerve fibers.

But there are cases of benign lucky, even after decades in which the first attack does not get worse and you can live without serious problems. For fifteen years now, there are drugs that seem to be able, in many cases, to change the course of the disease affecting the immune response (immune modulators, such as recombinant interferon beta, copolymer 1 and natalizumab, the forms recurrent life-threatening or unresponsive to other treatments) or weak (immunosuppressants such as azathioprine, cyclophosphamide and mitoxantrone). “The most innovative approach,” continues Comi, “is to undertake a very intensive therapy before they appear permanent disability, using all means possible to get reliable and timely diagnosis, excluding other diseases that cause symptoms similar to those of MS multiple, such as lupus erythematosus, the borreliosis (infection by ticks that it takes) or systemic sclerosis.

A personal therapeutic journey
The side effects of medication are far from negligible (interferon, for example, is injected at least weekly and can deliver, sometimes fleeting discomfort similar to flu), but can often get good results. Even studies on stem cells are opening up interesting possibilities. Finally, there is a wide variety of drugs such as steroids and anti-inflammatory, which may serve to mitigate the symptoms. An essential role for the quality of life of patients is for the rehabilitation and the joint work of neurologists, physiotherapists, speech therapists, nurses, psychologists, urologists, sexologists, ophthalmologists. Each opens a therapeutic diagnosis customized.

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2005

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